Correva l’anno 1985. L’annuario al supplemento de ‘La Città in Tasca registro al tribunale di Savona il 12 giugno ’85. Direttore responsabile Romano Strizioli, redattore Nuccio Pelle, con la collaborazione di due giornalisti del Secolo XIX, Gigi Cancelli di Alassio e Luciano Lazzari (Loano), Giuseppe Morchio e Stefano Pezzini de La Stampa (Albenga). Si dava conto della svolta di Alassio.Ala governo una coalizione molto eterogenea: dal Pci, al Psdi, indipendenti di Traiano Testa (tra i sindaci della città) ed un liberale sconfessato dalla segreteria cittadina. Alassio correva l’anno 1970. La lista elettorale del Pci, Psiup e indipendenti (vedi immagine) denunciava il fallimento dell’Amministrazione Dc e soci. Anzi scriveva di “vera e propria bancarotta”. E nelle liste elettorali comunali le donne erano una vera mosca bianca.
E nel programma elettorale, udite, udite, priorità a “due settori primari dell’economia cittadina, con soluzioni strettamente collegate tra esse”. Necessità di collegare i tronconi di passeggiata a mare esistente anche per favorire l’ampliamento dell’arenile, prevedere con misure particolari l’abbattimento dei corpi avanzati, possibili arretramenti ed opere idonee a difesa dell’arenile stesso ed all’aumento della sua capacità ricettiva”. Già nel 1970 la sinistra denunciava: “il preoccupante fenomeno della crisi turistica in atto”.
Alassio che era definita dalla stampa “cittadina turistica di fama nazionale ed internazionale” dove era nata una giunta ‘anomala’ che vedeva nel dr. Dino Grollero sindaco del Pci un “carisma ed una statura morale da nessuno contestato”. E quale è stato ed è il carisma dei sindaci che si sono succeduti ? Quali sono i problemi irrisolti della ormai ex regina del turismo internazionale della Liguria e tra le prime in Italia ?
E’ trascorso mezzo secolo, la passeggiata (senza soluzione di continuità) resta un’incompiuta e soprattutto l’arenile è al centro di una grave emergenza. Passano gli anni, da un’elezione all’altra, cambiano o ritornano sindaci ed assessori, consiglieri comunali, la complessiva cultura della città sembra non saper far tesoro degli insegnamenti e dell’eredità del passato. La storia alassina dimenticata dai più, le giovani generazioni non possono a loro volta sapere, essere compiutamente informati. I mass media rincorrono la cronaca, le dichiarazioni e le reazioni, meglio se ad effetto, fanno clamore. La cosiddetta ‘coscienza critica’ pare priva del bagaglio socio politico.
Per non dimenticare, trucioli ricorda il ruolo che ebbe la sinistra, con due sindaci che hanno lasciato il segno, Sisto Pelle, socialista. Fu il primo a far seguire le parole ai fatti ingaggiando una battaglia durissima contro cemento selvaggio, con le ville e villone a metà collina, come testimoniano le prime pagine del Secolo XIX, in cui si parlava anche di abbattimenti. La reazione di certi ambienti sfociò, anche sul piano personale, in una pioggia di lettere anonime e delegittimazione nel partito. Poi la giunta rossa di Bernardo (Dino) Grollero che ruppe il ‘tabù’ nella città democristiana, con una giunta ‘multicolore’. Metà degli anni ’80, dicevamo.
Scriveva Romano Strizioli che Alassio l’aveva conosciuta bene già dagli esordi nell’Ufficio Stampa dell’Azienda di Soggiorno, con Giancarlo Garassino presidente.
“Fra le esperienze amministrative portate avanti senza cambi di guardia ( salvo interruzioni elettorali) un’attenzione particolare merita quella di Alassio. Governa infatti la città del muretto una coalizione formata da comunisti, socialdemocratici, indipendenti del prof. Testa ed un liberale sconfessato dalla sua segreteria. Una giunta di emergenza che è la conseguenza delle lotte interne alla Dc alassina”. Negli anni si sono susseguite altre lotte intestine, basti pensare all’ultima spaccatura nel centro destra tra Melgrati e Canepa e prima ancora con Avogadro leghista, nella sinistra.
Ebbene, ricordava l’articolo, “una guida della città che sta dando buoni risultati ed è impegnata a risolvere problemi rimasti per troppo tempo senza risposta. Una presenza dei comunisti nella guida di una cittadina turistica di fama nazionale ed internazionale come Alassio costituisce un caso simbolico che potrebbe prefigurare una formula in grado di dare soluzioni ai problemi là dove le giunte centriste hanno fallito. Indubbiamente il caso Alassio si basa in gran parte sul carisma, da nessuno contestato, del sindaco comunista Dino Grollero.
Per la storia con il sindaco Grollero entrarono come assessori Sebastiano Gandolfo (assessore anziano e stimatissimo medico del Pri, che è stato anche presidente della croce Bianca di Albenga), assessori Traiano Testa, insegnante (Unione Cittadina), Carlo Carenzo (Pli, esercente), Biagio Stalla (Psdi); assessori supplenti: Alessandro Gallo (Pci), Gianni Caviglia (Psdi, vivente e gestore balneare). Le segreterie liberale e socialdemoctratica hanno subito sospeso i loro iscritti. All’opposizione la Dc, Psi e Msi. In quella stagione Vincenzo Maglione, Dc, 43 anni, agente immobiliare, fu confermato sindaco di Laigueglia, con una maggioranza a cinque che elesse assessori Giacomo Astienne (Psdi) assessore anziano Gianpaolo Baldazzi (Psi), Tullio Cesca (Pri) e Giancarlo Lorenzetti (Pli). All’opposizione due comunisti ed il dr. Giuseppe Giuliano, eletto come indipendente con la lista Aquila.
Ad Alassio già nel 1070 fu presentata una luista Pci- Psiup- indipendenti, 30 candidati, rigorosamente in ordine alfabetico. Con Dino Grollero medico e Italo Grollero indipendente. Con il battagliero Alessio Pelle (operaio Enel), il geom. Tomaso Musso , una sola donna Venezuela Briatore casalinga. Al punto ‘turismo’ il programma accennava alle soluzioni non più rinviabile (siamo nel 1970) di Lungomare e Arenile. Aggiungendo: “Da troppi anni insoluti per il rilancio effettivo del turismo alassino con il permanere degli anacronistici ed antidemocratici organismo preposti a questa vitale attività locale, causa del preoccupante fenomeno della crisi turistica in atto”.
E nell’appello al voto: “Sono una grande forza unita potrà porre fine al malcostume ed al clientelismo che hanno caratterizzato le amministrazioni D.C. e di centro sinistra. Serve la volontà di cambiare per la costruzione di una società più umana, ordinata, progredita”.