La chiusura di molte decine di sezioni distaccate dei tribunale (vedi Albenga e Sanremo nel ponente ligure) ha reso più costoso l’accesso alla giustizia e quindi sono diminuite le domande di giustizia. Questo è un male ? Forse sì, forse no. Forse no perché taglia una fetta di litigiosità poco giustificata (che infatti non viene più avanzata). Forse sì perché la risposta di giustizia fa la differenza in un paese democratico (quale dovrebbe essere il nostro) ed in cui la pubblica amministrazione non è tra le più efficienti. La PA, specie locale, non si assume responsabilità e non interloquisce positivamente alla vita civile dando una risposta alle liti.
Monitoraggio giustizia civile e primo trimestre 2019
Per come la vedo io, nel settore civile i fattori che hanno portato alla riduzione delle pendenze sono essenzialmente due . Innanzitutto il progressivo aumento del contributo unificato. Oggi fare causa costa di più, e i clienti privati degli avvocati, complice la crisi economica, sono sempre più restii ad anticipare soldi. In secondo luogo la riforma delle circoscrizioni giudiziarie attuata nel 2013, che ha portato alla eliminazione di molti uffici del Giudice di Pace ed alla abolizione di tutte le sezioni distaccate di Tribunale ( tranne Ischia ). L’ufficio giudiziario sotto casa stimola le liti, se non altro perchè la giustizia da noi rappresenta essenzialmente un ammortizzatore sociale, un modo per tirare a campare per le categorie professionali e per la popolazione in genere. In altri termini, l’industria giustizia ( definirlo servizio sarebbe errato ) nel settore civile è in crisi, nel senso che le occasioni di guadagno sono diminuite. E questo favorisce la diminuzione delle pendenze.
Nel settore penale funziona diversamente. Lì l’azione penale viene esercitata da un organo pubblico, il P.M., ed è esercitata obbligatoriamente. La nuova scriminante del fatto offensivo di lieve tenuità è stata sostanzialmente abrogata per via giurisprudenziale. La definizione dei criteri di priorità non viene adottata in nessun ufficio giudiziario, perchè nessun Procuratore se la sente di decidere quali reati mandare a giudizio e quali no. Il processo penale accusatorio secondo il rito Vassalli è poi un autentico mostro giuridico, un teatro dell’assurdo, un esempio di irrazionalità italiota, per cui il giudizio rappresenta l’imbuto in cui finiscono tutte le buone intenzioni, di cui è notoriamente lastricata la via dell’inferno. A mio parere anche gli interventi di investimento di risorse in questo settore saranno inutili, fino a quando almeno la magistratura non cambierà mentalità. Il legislatore invece continuerà nella sua strada, perchè al potere politico ed alla gente comune conviene sempre una giustizia penale che non funziona.
FELICE PIZZI ( Giudice del contenzioso civile del Tribunale di Napoli Nord )
Il 12/09/2019 11:30, Claudio Castelli (Corte d’Appello di Brescia) ha scritto: “Sono usciti i dati ministeriali del monitoraggio del I trimestre 2019 sulla giustizia penale e civile che sfatano molti luoghi comuni diffusi sulla giustizia. Dati davvero incoraggianti per il settore civile, sia quanto alla progressiva riduzione delle pendenze (- 40,2 % dal 2009), che investe anche esecuzione e fallimenti (- 31,2 % rispetto al massimo storico del 2003), i procedimenti ultratriennali nei Tribunali (-44,5 % dal 2013) e ultrabiennali nelle Corti (-47 %), con una buona omogeneità territoriale.
Più problematici i dati nel settore penale con una riduzione poco significativa ( – 0,7%) e molti Tribunali e Corti che continuano ad accumulare arretrato. Una situazione che conferma la necessità di interventi di investimento di risorse, di riduzione della domanda e di potenziamento dei riti alternativi.
Chi voglia leggere i dati completi li trova su web stat giustizia, sito poco noto del Ministero della Giustizia.
https://webstat.giustizia.it/SitePages/Monitoraggio%20della%20giustizia.aspx