“Villanova d’Albenga, una bellissima festa, un ottimo menù che valorizza i nostri prelibati prodotti tipici e la magia del nostro Centro storico ci accompagnerà il prossimo week-end “. Lo storico sindaco Piero Balestra promuove la sua ‘Festa dell’agricoltura’, patrocinata dalla Cia, decantando alcune specialità e prelibatezze. Noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscere la cucina dei nostri avi (quando tutto era casalingo) dobbiamo sforzarci di saper apprezzare ciò che di genuino è rimasto.
E novità per una sagra: venerdì 2 agosto, alle ore 17 presso il Salone dei Fiori, confronto tecnico con esperti e istituzioni a livello regionale ( presente Stefano Mai, Assessore all’Agricoltura) e a livello nazionale con il Sen. Paolo Ripamonti, membro della Commissione Agricoltura del Senato, e il presidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani, Dino Scanavino. Leggi anche a fondo pagina: ….”Il bando si rivolge a gruppi, composti da almeno 3 persone, che intendano costituire un’impresa cooperativa aderente a Legacoop, e a cooperative aderenti a Legacoop costituite a partire dal 1° gennaio 2018″.
I conigli, alle sagre come al ristorante, sono d’allevamento. Nessuno può dirci, se non la serietà dell’allevatore, quale sia il mangime utilizzato e l’uso di antibiotici. Stesso discorso per il pesce non nostrano. Dalle sagre addicio paste fresche (ravioli, tagliolini, gnocchi). Solo a Massimino, il più piccolo Comune della provincia, resiste la tradizione dei ravioli preparati a mano, uno a uno (Si è arrivati a oltre 2 quintali). Con le nuove generazioni anche i gusti ed i buongustai sono cambiati. I palati meno esigenti ? L’importanza sarebbe almeno mantenere la materia prima prodotta sul territorio, prima qualità. Meglio se a cottura con tecniche salutari, oltre al rigoroso igiene.
Una curiosità di Villanova: il vino Granaccia solitamente è il più caro nella produzione savonese. Qui si può bere a 8,50€ a bottiglia. 10 €. e buon rapporto qualità prezzo, si direbbe, per Pigato, Vermentino, Rossese, Ormeasco, Sciac-Tra. A volte lasciano perplessi alcuni prezzi di etichette di viticoltori del nostro ponente ligure sugli scaffali di supermercati. Col Rossese doc a 5,50, 5-6 euro per Pigato e Vermentino. E non si tratta, come abbiamo potuto accertare, degli abituali ‘prodotti civetta‘. Si dirà, sempre meno dei 3,30 del Dolcetto o Barbera. E dei 2,50 di certe etichette della Sicilia, Campania, Puglia, Abruzzo, Veneto.
Anche a Villanova non è certificata la provenienza della grigliata mista, a cominciare dai maiali. Per la capra e fagioli (solo un giorno) il fornitore potrebbe essere un pastore della piana, Aldo Lo Manto, che in questo periodo fa l’alpeggio, con i suoi 1.150 capi (pecore e capre), sulle Alpi Marittime. Non è escluso che la carne provenga da altre regioni. Mentre i formaggi , recita il menù, arrivano da pastori della Valle Bormida. E onore alla correttezza, la citazione delle classiche patatine fritte con l’indicazione di ‘surgelate’. Del resto tutta la ristorazione è obbligata ad indicare se il prodotto è surgelato, ma i controlli nel Bel Paese sappiamo come funzionano e quale sia il loro numero messo a confronto con i locali in attività. Si arriva al 3- 4 per cento.
A seguire, dopo Villanova, (dal 10 / 12 agosto) a Garlenda altra Festa dell’Agricoltura sempre la Cia (Confederazione Italiana Agricoltori). La pubblicità parla di “stand con prodotti locali e gastronomici, serate danzanti, degustazioni e vendita prodotti tipici”.
A proposito di sagre – ormai super inflazionate (ci sono località in cui se ne contano fino ad una dozzina a stagione estiva) e forse destinante ad esaurirsi, passare di moda – ci sono tante idee e buoni propositi per un ritorno alla valorizzazione del territorio e dei suoi produttori. Al primo posto si classificava la Sagra del Michettin a San Giorgio di Albenga, poi quella di Toirano (Festa dei Gunbi 8- 11 agosto). Ora se la giocano il Nostralino di Ranzi (dal 10 al 14 agosto con una batteria di cucina che non ha eguali) e quanto a numeri del Pigato di Salea d’Albenga (dal 13 al 18 agosto) dove hanno dato vita ad una piccola industria culinaria, con un business commerciale per espositori ed acquirenti. E si parla di “ricadute sulla piana anche in termini di posti di lavoro”. E qui che gli organizzatori (Cooperativa Macchia Verde) possono vantare una troupe di un centinaio di volontari in una frazione di 300 abitanti. E su Imperia Tv vantare che “tutti i nostri piatti sono preparati al momento, con il coniglio che si inizia a cuocere al mattino”, ma nulla viene servito precotto”. Con la certezza che ogni piatto proposto sfoggia solo ingredienti di primissima qualità. Tra i testimonial anche giornalisti enogastronomi del ponente che ci mettono anche la faccia.
Dal 17 al 20 agosto si promuove ” Sagra della melanzana ripiena di Gorra a Finale Ligure. Le Pro Loco di Gorra e Olle, insieme all’assessorato all’agricoltura del comune di Finale Ligure, organizzano l’Ecosagra della melanzana ripiena e la rassegna dei prodotti tipici locali. Tante bontà insieme agli spettacoli proposti rendono questa sagra piacevole e molto apprezzata. L’Ecosagra è riconosciuta dalla Regione Liguria come una delle 5 eco-feste migliori della provincia di Savona. La manifestazione propone ripieni, sughi e contorni a base di melanzane, cime alla ligure e dolci locali. I piatti sono preparati dalle donne del paese con materie prime locali”.
Le sagre oggi. Una gara, senza dubbio, a dotarsi di attrezzature e tecnologia in cucina, a mobilitare fino ad un centinaio di volontari. Gli incassi /spese non sempre vengono resi pubblici, ognuno custodisce i suoi ‘segreti’. Del resto nessuno ne fa un problema di trasparenza. Men che meno i beneficiari della promozione: dai media cartacei, al giornali on line, blog, radio locali, Tv genovesi, in qualche caso, nell’estremo ponente, l’unica emittente televisiva (Imperia Tv). Per concludere può essere interessante conoscere quale l’ammontare degli acquisti della materia prima sul territorio ? Per l’agricoltura, l’ortofrutta, viticoltori, produttori delle nostre province, della Liguria. Nell’era in cui ‘tira il prima gli italiani’ e si direbbe, ognuno ‘tira per il suo campanile’ E quanto si spende negli acquisti con i ‘grossisti di alimentari’. Insomma quali siano i maggiori beneficiari che riforniscono le sagre. Si pensi solo al ravioli, piuttosto che a trofie, ai surgelati vari. Incassi complessivi che in provincia di Savona qualcuno, calendari e giorni alla mano, si va da incassi minimi giornalieri di 10- 12 mila € a 160 – 170 mila. C’è un ultima considerazione. Si direbbe che abbiamo ancora degli ottimi cuochi e cuoche, magari ce ne fosse qualcuno in più nei ristoranti, potremmo finalmente competere con i nostri vicini del cuneese che quanto a locali stellati e a presenze su guide indipendenti (cioè ti cito solo se mi fai pubblicità o ti impegni ad acquistare tot copie) ci hanno di gran lunga superato creando un vero e proprio valore aggiunto con indotto.
Comunque chi ha memoria di sagre può ricordare che le prime, nel dopoguerra, erano a ‘mono prodotto’ (specialità unica). Tra le più ‘antiche’ il Crostolo a Borgo Castello di Loano, Lumache alla Verezzina in frazione Verezzi di Borgio. Altro piatto il ‘coniglio alla Verezzina‘. Da citare i Lisotti a Pallare, che ha ricevuto la De.Co comunale. E certamente qualche altra che dimentichiamo, magari finita caduta in disuso o sostituita dalla ‘nuove mode’ a tavola.
Venerdì 2 agosto, alle ore 17 presso il Salone dei Fiori, ci sarà infatti un confronto tecnico con esperti e istituzioni a livello regionale ( presente Stefano Mai, Assessore all’Agricoltura) e a livello nazionale con il Sen. Paolo Ripamonti, membro della Commissione Agricoltura del Senato, e il presidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani, Dino Scanavino.
Uno degli aspetti da chiarire sarà l’etichettatura dei singoli vasi. Un’interpretazione molto restrittiva dell’attuale stesura del regolamento europeo potrebbe imporre l’etichettatura fitosanitaria per ogni singolo vaso. Se così fosse per distretti come la floricoltura o le piante aromatiche, tutto questo rappresenterebbe un onere pesantissimo ed insostenibile. Un’agricoltura ligure che vuole rilanciare il proprio impegno verso l’ambiente con lo strumento dei certificati bianchi.
“ I certificati bianchi, chiamati anche titoli di efficienza energetica, rappresentano il principale meccanismo di incentivazione per la transizione dall’energia fossile a quella verde – conclude Aldo Alberto -. Vogliamo confrontarci nel convegno anche su questo perché è da opportunità di questo tipo che passa il futuro per le imprese vivaistiche e le colture protette. Favorendo il passaggio dalle caldaie a gasolio a quelle a pellet o a biomassa”.
Un’agricoltura regionale che, tra problemi e opportunità da cogliere, durante la Festa metterà in mostra tutti i prodotti tipici a partire dalle 19.30 con le cucine tradizionalmente prese d’assalto da liguri e turisti in vacanza che hanno voglia di conoscere, tra mercatino e musica live, la produzione delle imprese liguri.