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Novità per il Porto di Savona. Fhp Group acquisisce l’80% del terminal But da Ghiliotto


FHP group integrando CFI e Lotras è diventato il principale operatore italiano di logistica marittimo-terrestre nella movimentazione terminalistica di merci rinfuse.

di Franco Astengo

Fhp Group (F2i Holding Portuale), operatore italiano attivo nella logistica portuale e ferroviaria di merci alla rinfusa controllato da F2i Sgr, ha annunciato di aver firmato un accordo preliminare per l’acquisizione nel porto di Savona dell’80% del terminal But, suo nono terminal portuale in Italia e primo in Liguria. L’acquisizione dalla società fondata e guidata da Gerardo Ghiliotto attiva nella logistica nel settore delle rinfuse bianche e grigie (fertilizzanti, minerali di ferro, carbonato di sodio, rinfuse a destinazione agricola e industriale)

Fino a qualche giorno fa nel portafoglio di FHP c’erano presenze nei porti di Carrara, Livorno, Monfalcone, Marghera e Chioggia, oltre ai quattro siti terrestri di Fiorenzuola d’Arda, Incoronata, Piedimonte San Germano e Valle Selva che servono le attività intermodali ferroviarie del gruppo.

Adesso si è aggiunta l’acquisizione dell’80% del terminal rinfuse di Savona gestito finora dalla savonese famiglia Ghiliotto.

L’accordo sottoscritto prevede di acquisire la maggioranza della società BuT – attiva nella logistica nel settore delle rinfuse bianche e grigie (fertilizzanti, minerali di ferro, carbonato di sodio, rinfuse a destinazione agricola e industriale) – che vanta una esperienza pluridecennale nelle merci prevalentemente destinate ai mercati del Nord e Nord-Ovest della Penisola.

Per il terminal savonese si tratta di entrare in un gruppo che propone ai grandi movimentatori di merci una attività di projet cargo e trasporti eccezionali anche per le dimensioni dei singoli pezzi, come tipicamente avviene a Carrara con le turbine di Baker & Hughes, la ex-Nuovo Pignone cliente di Fhp.

Il grosso del businnes però è rappresentato dalla movimentazione di rinfuse, merci sciolte, e materie prime per il settore siderurgico, della cellulosa e dei cereali aprendo una finestra sul mondo perché il traffico merci in Italia è spaccato a metà come una mela con 70 milioni di tonnellate l’anno operate con container e 60 milioni alle rinfuse.

Ma mentre il sistema di traffico via container è controllato da pochi operatori nel mondo quello delle rinfuse rappresenta una realtà sia terrestre sia marittima estremamente frammentata.

Su questa geografia si innesta il progetto lanciato nel 2019 da Fhp e Savona si trova così parte di un progetto di ampliamento delle proprie capacità pur conservando quote di partecipazione ai precedenti proprietari, ruolo, personale e collaboratori.

Gerardo Ghiliotto in una foto d’archivio del 2010. Imprenditore nel settore della logistica e portualità. E’ stato Vice Presidente Confindustria Savona. Si leggeva su ‘Progetto donne futuro’: affianca alle proprie attività professionali e imprenditoriali un forte impegno nelle attività socio-culturali e sportive…

Dai vertici di FHP ricordano anche (cfr. Il Corriere della Sera Economia 21 luglio) come operazioni di questo tipo si collochino anche in un ambito di pratiche di sicurezza del lavoro e di legalità ricordando come la “vicenda Toti” di recente memoria fosse stata innescata anche dalla contestata gestione delle rinfuse genovese.

Le istituzioni e il territorio savonesi sono pronti per un passaggio di questo tipo al di là dello specifiche delle dinamiche aziendali fin qui esposte ?

Questo discorso ci porta però al tema generale del modello di sviluppo del nostro territorio sia dal punto di vista dell’isolamento territoriale (salta evidente il tema del raddoppio ferroviario verso il Nord Ovest: sia Torino, sia Alessandria- Milano e delle Funivie ferme dal 2019) sia sotto l’aspetto del retroterra industriale il cui processo di ripresa deve assolutamente passare da un recupero delle aree dismesse nel Vadese e in Val Bormida e dall’elaborazione di un progetto di re-industrializzazione che superi i margini ristretti dell’accordo di crisi industriale complessa: processo/progetto di re-industrializzazione da portare avanti in un’ottica di comprensorialità istituzionali che deve prevedere visione e capacità di programmazione in una situazione che rimane di grande incertezza sul piano della realtà di scambio (ragione di più per attrezzarci).

Franco Astengo


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