In ordine di tempo l’ultima ciliegina sulla torta, Savona non sarà Capitale della Cultura 2027 .
di Gianfranco Barcella
Si pensa che i primi insediamenti umani a Savona, possano risalire al periodo neolitico, intorno al 5000 a.C. Citata per la prima volta da Tito Livio come alleata dei Carataginesi, Savona entra ufficialmente nella storia. Siamo nella Seconda Guerra Punica ed inizia così la sua storica rivalità con Genova, allora alleata dei Romani. Sulle origini del nome di Savona sono fatte diverse ipotesi , tra le quali quella che lo vuole derivato da Saone (figlio di Giove e Taigete) o dal Cartaginese Sago o Saone che avrebbe riedificato la città dopo la distruzione patita sempre ad opera dei Romani.
A noi piace segnare ufficialmente sul calendario la data della sua fondazione ufficiale quella che coincide con l’insediamento dei Liguri Sabati probabilmente sulla collina del Priamar, i quali si allearono con i Carataginesi, guidati da Magone, fratello di Annibale ed assieme a questi distrussero Genova. I Romani per ripicca ma anche per convenienza, dopo la vittoria sui Cartaginesi valorizzarono Vada Sabatia, l’odierna Vado Ligure, dominante la rada e punto corvengente della strada di Genova con quella transalpina per Acqui Terme e Tortona, fanno passare per molti anni, Savona in seconda linea.
Con il decadere della romana Vada Sabazia, il centro economico e militare della regione si sposta nel centro rupestre di Savona, elevata a Contea, dopo la distruzione del regno longobardo per opera di Carlo Magno e poi la Marca degli Aleramici che portano gloriosamente sul mare le armi savonesi. Il suo vero sviluppo si ha dall’epoca della dominazione carolingia, quando divenne sede della Marca di Savona. Fu istituita come sede vescovile nel 999 e come libero comune nel 1191. Nel Duecento divenne sede della flotta imperiale durante le guerre tra guelfi e ghibellini.Dal 1251 passa sotto il dominio genovese come sede della Podestaria di Savona. La città medievale continerà a crescere su sé stessa, all’interno della cerchia muraria dove troveranno sede anche numerosi palazzi nobiiiari e torri gentilizie.
Negli atti notarili de 1178-1217 ne sono segnalati oltre cinquanta. Occorre ancora ricordare che nel XII Secolo a Savona si iniziò la costruzione di un nuovo porto artificiale intorno al quale si svilupparà il centro storico medievale della città; prima il luogo isolato della Scaria, poi la costruzione di altri isolati tutti allungati e disposti secondo un impiant, utile a formare quasi un anfiteatro sulla Darsena, collegati da strade strette radiali che assumono spesso la struttura di archivolti. Già nota per la sua famosa produzione medievale di sapone, dal XV secolo venne conosciuta anche come città dei papi Sisto IV e GIULIO II della Rovere, grandi benefattori della città.
Secondo diverse fonti, in questo periodo sarebbe nato proprio a Savona il famoso navigatore Cristoforo Colombo. Nel 1528 la città venne parzialmente distrutta dalle truppe di Andrea Doria e dell’imperatore Carlo V.
STORIA DI SAVONA TISCALI –E’ l’anno della definitiva resa di Savona a Genova. Infatti ha inizio una lunga serie di eventi traumatici che incideranno pesantemente sulla vita della città come ad esempio il riempimento del porto e la completa distruzione della cittadella del Priamar (1542-44), Nel 1542 Genova decide la costruzione di una nuova grandiosa fortezza proprio sul colle del Priamar e tutto questo comportò la demolizione di diverse torri, case e del complesso coventuale di San Domenico. Fuori città , nella valle di San Berbardo, venne cosruito il primo nucleo del Santuario e degli ospizi ad esso avvessi dopo l’evento dell’apparizione della Madonna di Misericordia nel 1536. Attorno all’edificio verrà a crearsi un piccolo centro urbano all’interno della valle del Letimbro. La città nel 1600 subisce un forte spopolameto mentre nella campagna circostante si costruiscono residenze di pregio come palazzo Multedo ai Folconi, Palazzo Corsi a Monturbano, Palazzo Cambiaso e Riario al Borgo Superiore, Palazzo Imperiale e Grassi a Lavagnola, Palazzo Gavotti e Spinola a Legino.
In città si vanno ad insediare invece quelle istituzioni religiose precedentemente ubicate sul Priamar; si costruisce anche la cattedrale nel 1589. Tra il 1626 ed il 1633 vengono costruite le fortificazioni esterne della città con la demolizione di un centinaio di case. Dopo la demolizione del borgo di porta Bellariam avvenuta nella seconda metà del Seicento, le numerose fornaci di ceramiche che vi erano, si trasferirono nel Borgo di San Giovanni, unica zona in tutta Savona dove si costruirono edifici; nel resto della città fino al XIX Secolo non vi furono altro che lavori di ristretturazione o demolizione(nel 1693 per ampliamento delle difese esterne della fortezza del Priamar, vennero abbattute 60 case).
Nonostante l’incremento demografico della popolazione savonese che dal 1801 al 1865 passa da 10.600 abitanti a 18.400 residenti, il tessuto edilizio della città rimase pressoché immutato; nuovi appartamenti vennero ricavati dalle trasformazioni interne degli edifici, dagli accorpamenti e sopraelevazioni delle antiche schiere medievali. Dopo il 1850 l’abbattimento delle mura è ritenuto l’operazione più urgente per aprire le zone edificate verso le aree limitrofe. Nel 1852 vengono incaricati gli architetti Cortese e Galleano per la stesura del progetto di un nuovo piano regolare. E inizia la realizzazione del tessuto urbanisico attuale. La trama si basava su due assi a perpendicolo,via Paleocapa e Corso Italia ad imitazione del cardo e decumano dell’accampamento romano ed un susseguirsi di strade parallele ai due assi principali. E’ curioso che una delle strade principali, via Paleocapa appunto viene titolata in onore a Pietro Paleocapa, un eminente uomo politico bergamasco, strenuo difensore delle aspirazioni savonesi riguardanti i collegamenti ferroviari con il Piemonte. A quei tempi i Savonesi avevano un progetti di futuro ambizioso e di sviluppo proficuo per tutta la città.
Oggi Savona mi pare una <città silente>, citando una definizione che molto appropriata di Franco Astengo (vedi blog Trucioli numero 18 del 7 gennaio 2021) e la responsabilità non è solo dei postumi dell’epidemia del Covid e dell’emergenza sanitaria. E’ silente perché ha perso la sua identità, i suoi calori culturali e la capacità di incontri sociali. Vive un declino che arriva da lontano. Oggi ha bisogno soprattutto di offrire una nuova immagine di sé con un ardito recupero della priorità della funzione culturale. Occorre recuperare quella savonesità dissolta nel tempo. Il pensiero corre verso una città operosa ed in crescita. I riferimenti culturali erano tre con al centro l’attività di un teatro Chiabrera il cui cartellone (opera di Renzo Aiolfi) non aveva nulla da invidiare a quello dei teatri della metropoli, il casino di lettura (oggi chiuso definitivamente n.d.r.,) l’università popolare, il Circolo Calamadrei, il Circolo Bianco Blu, le due tipografie Sabatelli che editavano fior di riviste (Liguria, Sabazia, Resine) il Letimbro (chiuso di recente) Riviera Notte ecc. ecc.
Come ciliegina sulla torta c’è stata la recente esclusione dalla candidatura di città <Capitale ella Cultura 2027>. Chiedo a Renato Giusto, consigliere comunale, <il bilancio di questa sconfitta>. Oltre che medico il dott. Giusto è un attento conoscitore della cultura savonese, collezionista raffinato di bellezze antiche ed un <ambasciatore> nel mondo delle nostre preziosità Un disegno da lui posseduto di Bernardo Strozzi sarà esposto a Tallin in Estonia, in occasione della mostra internazonale, intitolata : <Bernardo Strozzi> versus Caravaggio dal 29 Marzo al 6 Luglio al Kadriorg Art Museum. In mostra ci sarà un pezzetto di Savona, perché sul catalogo verrà scritto: “Renato Giusto, Savona” “Guidato dalla mia passione- mi confida il più grande collezionista di cimeli savonesi – ho di recente acquistato un manoscritto del 1712, intitolato <Novena dell’Apparizione>. L’origine sembra doversi ricercare nell’uso di far precedere il Natale da nove giorni di preghiera, ma non voglio esimermi dal rispondere alla sua domanda. Sono oltre 160 mila euro i soldi spesi dal Comune di Savona per la candidatura a capitale della Cultura 2027. Se non ci siamo dimenticati nulla, questo è il conteggio delle spese sostenute per il progetto, fortemente voluto dal’amministrazione comunale.


Dopo l’annuncio del vincitore del titolo (Pordenone), tanti si chiedono quanto denaro pubblico sia stato investito. Provo a dare una risposta. Nell’elenco spiccano i compensi dei due consulenti, Paolo Verri e Roberta Milano che hanno percepito rispettivamente 43 mila euro (14 mila per il coordinamento scientifico del progetto e 29.280 per la redazione del dossier) e 26 mila euro (prima 6 mila euro, poi 3 mila euro; entrambi i compensi per l’attività di marketing e comunicazione).
“Si ritiene opportuno avvalersi di professionalità qualificate e specialistiche in grado di guidare in modo efficace la struttura comunale nel perseguimento di tale obiettivo- è spiegato nella prima determina di dicembre 2023- individuando in particolare nel prof. Paolo Verri, responsabile di Matera capitale europea della Cultura 2019 e coordinatore scientifico del progetto e avvalersi anche di un esperto di markeyting e comunicazione digitale, individuato nella dott.ssa Roberta Milano, già consulente ENIT”.
E ancora nella determina successiva di settembre 2024: “E’ considerato necessario avvalersi delle professionalità qualificate e specialistiche che hanno già avviato con successo la prima fase del progetto. Questi professionisti sono in grado di guidare efficacemente la struttura comunale verso il raggungimento dell’obiettivo finale”. Sono state stanziate cifre consistenti anche per il materiale digitale. Il primo video è costato 12.200 euro. “Al fine di supportare la candidatura -si legge nella determina- si rende necessaria la produzione di un film promozionale della durata di 2 minuti, che rappresenti Savona in modo creativo ed emotivamente coinvolgente da inoltrare al Ministero prima dell’audizione per la campagna web”.
L’applicazione di realtà virtuale è costata oltre 34 mila euro: “Per ottimizzare l’efficacia e l’attrattiva della presentazione- è stato spiegato nel documento- si è ritenuto indispensabili dotarsi di un’applicazione VR che permetta di offrire un’esperienza innovativa e immersiva, enfatizzando gli elementi distintivi del dossier. Tale soluzione tecnologica è in grado di garantire un impatto emozionale significativo, coinvolgendo i membri della giuria attraverso visori sincrinzzati per una visione immersiva del video di candidatura”.
Una cifra consistente è stata destinazione anche alla grafica: 18.300 per la creazione del brand: “Savona candidata Capitale della Cultura 2027” e la realzzazione dei materiali grafici di supporto (cartelle per conferenza stampa, roll up, striscioni, banner ed altre installazioni). Il Comune ha deciso di esternalizzare il servizio di comunicazione che ha quindi pagato 17 mila euro: “E’ stato ritenuto necessario affidare il servizio di ufficio stampa ad un’agenzia con esperienza nel settore che vanti numerosi contatti diretti con gioralisti di testate di fama nazionale ed internazionale”.
Per la presentazione del dossier al Chiabrera sono serviti 2,200 euro per il service audio- video-luci. Altri 4.400 euro per la progettazione grafica e l’impaginazione del dossier. Tra le varie spese ci sono anche 2.680 euro per la realizzazione di un sondaggio sulla consapevolezza dei cittadini circa la candidatura di Savona a Capitale Italiana della Cultura 2027. Nella determina viene spiegato che il sondaggio è servito <al fine di misurare i risultati del percorso di partecipazione della cittadinanza alla Candidatura. Iniziato con i primi incontri e le prime comunicazioni nel dicembre 2023 e portato avanti per tutto l’anno 2024 con numerosi incontri pubblici a carattere tematico. L’ufficio di candidatura ha proposto di far svolgere un sindaggio per avere riscontro circa il livello di informazione sul percorso di candidatura da parte della cittadinanza”.
Pochi spiccioli, invece, per la stampa di 25 copie del dossier ed i manifesti pubblicitari: insieme poco più di 600 euro. E altri 700 euro sono stati impiegati per l’acquisto della licenza del software Canva, uno strumento per la progettazione grafica (per 5 utenti per la durata di due anni), 1.300 euro per un rinfresco al Mercato Civico in occasione di un incontro mirato con i rappresentanti delle principali associazioni culturali della città. E infine la <festa comunque vada> a conclusione del percorso da alcuni criticata sui social.”

“ Io –conclude il dott. Giusto- se avessi potuto gestire la politica culturale del comune savonese avrei puntato su una serie di grandi esposizioni e convegni su argomenti culturali con la partecipazione di autori di prestigio”. Alcune critiche sono state rivolte più nello specifico. L’ex sindaco Ilaria Caprioglio ha affermato: “Una premessa da cittadina sono sinceramente dispiaciuta per la mancata assegnazione a Savona dal titolo di Capitale della Cultura 2027. Da ex sindaco tuttavia alcune considerazioni vorrei esprimerle, condividendo quelle già espresse da vice sindaco della Giunta Berruti, Livio Di Tullio, in gran forma come quando cucina. Cassate alla siciliana. In verità alcune perplessità le avevo già manifestate all’inizio del percorso quando avevo letto il progetto e avevo evidenziato la confusione che era stata fatta in tema di sostenibilità, relegata a quella ambientale, dimenticandosi di quella sociale ed economica: credo che, successivamente, sia stato fatto un veloce ripasso sull’Agenda 2030, i suoi 17 obiettivi e 169 Target ma, purtroppo, l’impianto è stato modificato da poco”. “ E qui mi è sorta una prima domanda: perché individuando i contenitori culturali riqualificati o in via di riqualificazione, grazie a progetti ed a risorse delle precedenti amministrazioni (mi riferisco a Palazzo Della Rovere, al San Giacomo, a Villa Zanelli, all’ex piscina di Piazza Eroe dei Due Mondi, al Teatro Chiabrera, in parte al Priamar), si è andati in continuità amministrativa e, invece non si è pensato di sfruttare il posizionamento e la visibilità, insieme ai riconoscimenti che Savona aveva ottenuto a livello nazionale ed internazionale (ad esempio da parte del Governo, di ANCI nazionale, dell’Europarlamento e delle Nazioni Unite), come Città che stava declinando le sue progettualità all’agenda 2030?. Un’identità forte già c’era, una visione complessa e connessa già era stata tracciata e si poteva partire da lì per far tessere l’ottima rete che ha coinvolto molti soggetti: lavoro che ho apprezzato molto”.
“Adesso dubito, senza il milione di euro- prosegue l’ex sindaco- si possa realizzare qualcosa, a parte quanto già finanziato in precedenza: ci sono tanti progetti che hanno bisogno di risorse per decollare, altrimenti restano solo promesse, parole vuote. Ah, dimenticavo, a proposito di risorse quanto è costata ai cittadini savonesi questa candidatura? Io mi sono fermata ai circa 70.000 euro ma potrei aver fatto male i calcoli. I dati si possono rintracciare nelle determine dirigenziali. Con <la festa per la non vittoria> ci ritroviamo un po’ come il Cappellaio Matto che festeggiava i non-compleanni. Non vorrei che con il cappello in mano, restassero fra qualche anno nuovamente i Savonesi. Buona non – festa a tutti”
Io mi permetto di sottolineare che abbiamo ancora della carte nazionali ed internazionali da giocare su molti tavoli: la figura del savonese Colombo, la città dei Papi Umanisti e Principi che ammantarono il volto della Chiesa Universale di cultura e bellezza e perdipiù un certo Giuseppe Mazzini che tra le mura del Priamar ha ideato la Giovane Europa. Da Savona a Ventotene: questo sarebbe un bel tema da valorizzare con un convegno nazionale ed un premio di saggistica. Di Europa, oggi, si parla molto a proposito ed a sproposito, ma resta unita solo a livello commerciale…. Occorre un rilancio ideale…Ma la mia parola conta nulla: non è stata apprezzata neppure l’dea di dotare Savona, di una Carta dei Diritti degli Anziani, ed è una delle città con più anziani d’Europa!
Gianfranco Barcella