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San Valentino. I luoghi dell’Amore, tra Savona e Spotorno, raccontati da Bruno Marengo sulla rivista ‘Villa Cambiaso’


San Valentino e i luoghi dell’amore, fra Savona e Spotorno, raccontati da Bruno Marengo sulla rivista Villa Cambiaso.

di Ezio Marinoni

C’era una volta una prestigiosa rivista di cultura, il cui titolo richiamava una antica e aulica villa nobiliare savonese: Villa Cambiaso (1).

Nel numero 41 della rivista, uscito a febbraio 2007 (Anno IX), “Da una serie di racconti e diari dello scrittore Bruno Marengo”, veniva pubblicato il racconto C’era una volta… “Amarcord”.

Lo rileggiamo oggi, a distanza di diciotto anni, in occasione della festa degli innamorati, San Valentino.

«C’era una volta un mio compagno di scuola, chiamato Berû, che ripeteva sempre: “Ogni lêugu u l’è bun…basta cu ghe segge a matëia primma”. Era un modo un po’ prosaico per dire che, con una ragazza a braccetto, tutti i posti erano buoni.»

A Spotorno, paese natio di Bruno Marengo (2), pare che i luoghi dell’amore non mancassero.

Durante l’estate non c’era che l’imbarazzo della scelta; nel periodo scolastico vi erano anche il treno e la corriera per Savona e ritorno. Fra i due mezzi di trasporto, «era meglio la corriera perché i treni degli operai e degli studenti erano più posti da partite a carte a tressette e a tarocchi, da grandi discussioni di politica e di sport, con un po’ di “donne e motori” e di goliardia.»

Inoltre, «Le corriere della Sita, più signorili, erano frequentate dalle studentesse di buona famiglia che così restavano lontane da quelle peccaminose carrozze ferroviarie. Se, improvvisamente, qualcuno non si vedeva più nella vecchia “stazione FS baracca” voleva dire cheaveva trovato migliori momenti sulla corriera.»

Bruno Marengo, classe 1943, una passione: scrittore. E’ stato sindaco di Savona e Spotorno, consigliere regionale. Una vita da impiegato delle Poste. Impegnato nel sindacato e nella sinistra con esordio nel Pci

Il Bar Sita di Spotorno è un testimone muto di quell’epoca, sopravvissuto nel nome e negli arredi un poco datati e molto affascinanti. Ascoltiamo ancora il racconto di Bruno Marengo sui “percorsi dell’amore spotornesi”.

«Se si riusciva a mettere insieme un po’ di lambrette e vespe si andava sull’altopiano delle Manie (luogo fatato). Altrimenti, scattava la gita a piedi al Castello di Noli lungo la vecchia strada romana o si ci spingeva sino al Semaforo di Capo Noli da dove si fantasticava interrogando un orizzonte unico al mondo.»

Iniziano, quindi, i ricordi e le emozioni letterarie, fra Sbarbaro, Lawrence e Frieda.

«Altra passeggiata classica, era la visita alla “Tana del Mörtou”, una grotta carsica sita nell’entroterra di Spotorno. Per arrivarci si percorreva la salita del borgo del “Monte” passando davanti alla casa dove allora viveva il poeta Camillo Sbarbaro poi, poco più sù, si rasentava Villa Bernarda, dove aveva soggiornato lo scrittore David Herbert Lawrence con la moglie Frieda, tutta presa dal bel bersagliere che era il padrone di casa.

In tempi più recenti, vi aveva trascorso un’estate l’attrice Martine Carol, protagonista del film di Lattuada “La Spiaggia”, girato a Spotorno (3). Poco più sotto, in un’altra villa, aveva soggiornato Raf Vallone. Gli spunti, dunque, per far colpo sulle ragazze con argomenti culturali non mancavano. Passata Villa Bernarda, si arrivava al castello medievale, vegliato da agavi e fichi d’india. Poi erano gli ulivi, i pini, le querce da sughero, che contornavano uno stretto sentiero, ad accompagnarci sino alla grotta che ci accoglieva misteriosa. Nelle sue viscere, in un buio scalfito appena dalle candele, nascevano nuovi amori.»

Villa Albini, prima di diventare la sede del Municipio di Spotorno (sino a pochi anni fa), è stata un luogo propizio agli innamoramenti. Il proprietario romano, soprannominato Persinetto, «Dava delle feste con inviti effettuati a catena: l’amico, l’amico dell’amico, l’amica dell’amico dell’amica. Il risultato era quello di ritrovarsi nel bel salone (dove si ballava) o nel bel giardino che dava sulla spiaggia (dove era sistemato il buffet) tra persone di varia età e di varia compagnia. Baba, una ragazza di Saluzzo, guardava le stelle, un po’ trasognata, prevedendo amore e felicità per tutti: “L’amor a l’é nen polenta”. Tino (nasone da Cyrano) era l’esperto che maneggiava il mastodontico giradischi e andava sempre in soccorso di chi implorava un lento (magari un pezzo del favoloso Nat King Cole o dei mitici Platters)

A Savona, invece… «Durante l’anno scolastico, un luogo d’amore era il belvedere sul porto di Savona. Vi si arrivava risalendo la salita San Giacomo e passando sul ponte di Sisto IV. Un posto incantevole se si era in compagnia della ragazza. Una mattina d’inverno del 1961 salimmo lì, ragazze e ragazzi, per vedere, muniti di vetrini affumicati, l’eclisse totale di sole. Prima c’era stata la sosta davanti alla chiesetta di Santa Lucia, dove i più devoti avevano chiesto l’intercessione della Santa per le interrogazioni ed ic ompiti in classe in arrivo. Momenti memorabili, mano nella mano, a guardare il sole oscurato.Un altro posto da “fuori stagione”, veramente unico, erano i bagni “Rûzze” situati sulla spiaggia del Prolungamento a Mare sotto le mura del Priamar. Un posto da innamorati e da gatti randagi. Sempre a Savona, una passeggiata sino al Bosco delle Ninfe era d’obbligo se si andava ad aspettare una ragazza all’uscita dell’Istituto Rossello.»

Torniamo, infine, a Spotorno, dove «un romantico e appartato percorso era quello del “fossetto” sino al Vico della Posa. C’era un vecchio lavatoio dove si poteva sostare, se del caso protetti dalla pioggia, sperando che si fermasse il tempo, A farci compagnia, una colonia di gatti cui portavamo dei bocconcini (avanzi di affettato) che rimediavamo nella mitica salumeria Leporini.»

Ed è proprio a Spotorno che avviene il suo “incontro della vita”, quel momento di magia che può cambiare la vita a due persone innamorate. «E fu “fuori stagione”, periodo molto fecondo in materia di fidanzamenti, che conobbi una ragazza che assomigliava a Betty Boop e che poi diventò mia moglie. L’incontro di una vita durante una campagna elettorale. Quando eravamo ancora “galanti” andavamo a Varigotti, nella spiaggia artificiale verso punta Crena. Era deserta e silenziosa, un vero posto da innamorati invernali. Una volta, ritornando verso Spotorno, ci fermammo sulla punta di Capo Noli dove su un muretto c’era un’enorme scritta: “Sì al divorzio”. Partecipammo appassionatamente a quella giusta battaglia civile, ma a noi il divorzio non è servito perché stiamo ancora insieme.»

Ezio Marinoni

Note

1) Cfr. Trucioli del 7 novembre 2024, Anno XIII, Numero 61:https://trucioli.it/2024/11/07/savona-pio-vintera-e-la-stagione-felice-di-villa-cambiaso/

2) Oltre alla lunga carriera politica, lo spotornese Bruno Marengo ha narrato molti luoghi minori e aspetti caratteristici della “sua” Liguria, dalla provincia al capoluogo. Cfr. Trucioli del 9 maggio 2024, Anno XII, Numero 39: https://trucioli.it/2024/05/09/riscoprire-una-genova-che-non-esiste-piu-un-racconto-e-un-libro-tra-le-mani-di-bruno-marengo/

3) In occasione del settantesimo anniversario della pellicola, lo scorso anno il Comune di Spotorno ha celebrato l’evento. Cfr. Trucioli del 2 maggio 2024, Anno XII, Numero 38: https://trucioli.it/2024/05/02/spotorno-settantanni-dopo-il-film-la-spiaggia-accende-lentusiasmo/

 


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