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Pietra Ligure. Che progetto edilizio stanno ‘covando’ per l’area del cantiere navale?


Che progetto edilizio stanno “covando” per l’area del cantiere navale?

di Mario Carrara*

Andiamo con ordine: nel 2015 avviene l’approvazione definitiva del progetto di riconversione dell’area del cantiere navale di Pietra Ligure: da esclusivamente
industriale
a residenziale, turistico ricettiva e parzialmente industriale. Il progetto viene approvato applicando il
decreto Burlando” che snellisce ed abbrevia
di molto l’iter burocratico di approvazione, ma prevede dei “vincoli” ben specifici: 1) che sia mantenuta una struttura industriale, ancorché ridotta; 2) che siano salvaguardati tutti i posti di lavoro esistenti con la riassunzione di tutti i dipendenti; 3) che vi sia una prospettiva di carattere sociale con la creazione di nuovi posti di lavoro per il futuro.


In quasi 10 anni, però, questo progetto NON viene attuato, nonostante non sussista più alcun tipo di impedimento. PERCHÉ?

Eppure l’area, di oltre 40.000 metri sulla riva del mare, avrebbe dovuto esigere dei lavori rapidi per un altrettanto rapido conseguimento di un sicuro, soddisfacente e ben remunerativo risultato economico.

Tuttavia, l’area col progetto “approvato ma non realizzato”, viene venduta nel 2021 dall’industriale Colaninno ad un gruppo imprenditoriale edilizio-finanziario di Bergamo. Ma anche in questo caso, in questi anni, il progetto non viene né eseguito, né neppure iniziato. PERCHÉ?

In questi anni, tuttavia, dai nuovi proprietari, col “beneplacito“, mai smentito, del Sindaco Luigi De Vincenzi, vengono resi pubblici dei progetti ben più impattanti sotto il profilo del “cemento“, in termini di palazzi ed ecomostri, che farebbero salire in modo smisurato il numero degli appartamenti da costruire.



Tuttavia, il Sindaco De Vincenzi, pur “tirato in ballo” esplicitamente dagli stessi promotori, come uno cui “il progetto piace molto“, e dopo che noi quello stesso progetto lo abbiamo reso di pubblico dominio pubblicandolo sugli organi d’informazione locali, lo declassa
a semplice “idea progettuale“, e nulla più.

Per far vedere a tutti, invece, quali siano le reali intenzioni edificatorie della proprietà, appoggiate dal Comune, il Comune,
il 18 Aprile 2024, ad un mese e mezzo dalle elezioni comunali, convoca un’assemblea pubblica al cinema teatro in cui viene esposta quella che, di nuovo, viene chiamata “idea progettuale“.


Essa ricalca, grosso modo, con varianti di poco conto, il precedente progetto di Colaninno, approvato nel 2015 ed ancora in vigore. L’impressione che se ne ha è che questa kermesse sia stata orchestrata solo in vista delle imminenti elezioni, per rassicurare l’opinione pubblica degli elettori che “quelprogetto impattante, quello con la colata di cemento, da noi reso pubblico, non si farà, è solo un ipotesi di fantasia e basta. Le “vere” intenzioni edilizie sarebbero quelle esposte il 18 Aprile 2024 al cinema.

Ma, il sospetto che anche questa “idea progettuale” sia soltanto “un’idea” e confinata nel mondo delle idee, resasi utile soltanto nel periodo preelettorale, è, invece, ben reale perché ad oggi non è stata ancora formalizzata in Comune come “progetto vero“. Nonostante fosse stata presentata come studio in fase già avanzata, non c’è ancora niente.

E nemmeno, su un tema così importante se non decisivo per Pietra Ligure, c’è, da parte del Sindaco De Vincenzi, a nove mesi dalle scorse elezioni, nessuna informativa in merito. Anche se si sa che sul tema ci sono stati incontri in Comune.

Il sospetto, in realtà, è che la proprietà miri, come hanno fatto tutti quelli che sono venuti da fuori per far “fruttare” i loro investimenti finanziari a Pietra, a fare più cemento, a costruire più palazzi possibili, per raggiungere il massimo dei profitti possibile.

La conferma si ha da un reportage di un nuovo progetto pubblicato dagli stessi proprietari: palazzi, palazzi e ancora palazzi. Con altre mega costruzioni da “ecomostro”: al posto del cantiere, due mega strutture cilindriche che ricordano i depositi di gas o combustibili nell’interland di Genova.







Abbiamo contato ben 12 nuovi palazzi, più strutture stile “ecomostro” che abbiamo documentato nelle foto esposte. Se tutte queste nuove costruzioni le hanno “disegnate” , si vede che a loro parranno belle, ma, forse, soprattutto ben remunerative, dal sicuro ritorno economico e finanziario. E ripropongono ancora il porto, che a Pietra non serve perché c’è già, a meno di un chilometro, quello di Loano. Un porto non serve, soprattutto perché servono SPIAGGE. Dove andrebbero le centinaia di persone che abiterebbero i nuovi palazzi, a fare il bagno? Sulle banchine del porto?

È di una cosa del genere che Pietra Ligure ha bisogno?

A noi pare che questo “masterplan” progettuale che abbiamo scoperto e che ora divulghiamo all’opinione pubblica, se attuato, sarebbe una “delizia” solo per chi lo costituirebbe: ma solo sotto il profilo finanziario. Fare tante case e palazzi in riva al mare è un investimento che rende, è sicuro e dal rapido “incasso”.

Ma noi pensiamo, invece, che per Pietra Ligure sarebbe LA ROVINA! La consacrazione di città “devastata dal cemento”. Proprio nell’area che avrebbe potuto rappresentare, invece, il suo “riscatto”, rispetto alle devastazioni edilizie compiute in passato.

È per questo che CONTRO “idee progettuali come questa e come quelle già viste, noi, coerentemente con gli impegni presi, continueremo a batterci. Con tutte le nostre forze. Con ogni mezzo lecito.

Mario Carrara, consigliere comunale di opposizione

6 Febbraio 2025


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