Via Pia è una strada rappresentativa del centro storico di Savona, dalla quale si diramano stretti vicoli e sbocciano minuscolo piazze; è fiancheggiata da molti palazzi nobiliari, annunciati da suggestivi portali scolpiti nel grigio dell’ardesia o nel biancore del marmo.
di Ezio Marinoni
Al passante attento o al turista curioso si aprono scenari inconsueti, tra il sapore d’antico e un fascino permeato di simboli religiosi e creature mitologiche.
Il nome antico della strada era duplice: via dei Nattoni nel tratto che va dall’Archivolto del Brandale a piazza della Maddalena, Fossavaria (o Fossalvaria) nel tratto successivo. Il toponimo rimane nella parlata dei vecchi savonesi che identificano l’odierna via Mistrangelo – separata da via Pia dal taglio operato nel tessuto medievale da via Paleocapa nella seconda metà dell’Ottocento – con l’espressione “in sce u fossu” (sul fosso); potrebbe essere la traccia dell’antica demarcazione tra il borgo alto e la città vecchia? L’antico nome viene cambiato in via Pia nel XIX secolo, poi il nuovo nome è esteso a tutta la strada in onore di Papa Pio VII, tenuto prigioniero a Savona da Napoleone Bonaparte dal 1809 al 1812 e ancora, per circa due mesi, nel 1814. E questa è una storia da raccontare a parte, a puntate come una telenovela ante litteram, dal sapore ottocentesco.
La Torre del Brandale è uno dei simboli di Savona, la sua data di costruzione è avvolta nel mistero, in quanto non possediamo documenti riguardante la sua edificazione. Il documento più antico che attesta l’esistenza della Torre risale a maggio 1178: è il cartulario del notaio Arnaldo Cumano, che ne certifica la vendita ad Arnaldo Iolta, Console della Compagna nell’anno precedente, da parte di Ansaldo Curlaspedo e di sua moglie Richelda, al prezzo di 25 Lire, della quarta parte della torre insieme alla quarta parte dei terreni pertinenti la costruzione. In un altro atto del 31 maggio 1178, rogato dallo stesso notaio, Ansaldo Curlaspedo dichiara di aver ricevuto la somma di 31 Lire in pagamento della dote della moglie, 25 delle quali come prezzo della parte a lei spettante della Torre.
Le ricerche e gli scavi effettuati testimoniano che mille anni fa la linea della costa compresa tra la Torretta e l’odierno mercato coperto di via Gramsci era più arcuata ed arretrata rispetto ad oggi, con le banchine dell’antico porto situate a pochi metri dalla Torre del Brandale. In epoca altomedievale la Calata si stendeva là dove si aprono oggi piazza del Brandale, via degli Orefici, via Quarda Superiore, piazza Leon Pancaldo, fino all’odierna chiesetta di Santa Lucia. Verso la fine del XII secolo, per evitare che l’accumulo dei detriti e dei sedimenti trascinati dal Letimbro verso la foce, ad occidente del promontorio del Priamar (1), ostruisse l’area portuale, si realizza una seconda Calata e una nuova e più sicura Darsena, difesa dalle correnti di libeccio e di scirocco. La Torre sorge sull’antica Calata, probabilmente intorno al Mille, a sinistra della chiesa romanica di S. Pietro (oggi incorporata nell’edificio di via Pia 29), la più antica parrocchia savonese dopo la Cattedrale. Sull’altro lato della torre verrà eretta la cosiddetta Loggia dei Popolari, in antitesi alla Loggia dei Nobili, in piazza della Maddalena.
Nello spiazzo antistante la chiesa di San Pietro – dove aveva inizio la Chiappinata, la via principale della Savona medievale, che saliva lungo la rocca del Prìamar fino a raggiungere la piazza della Cattedrale – viene rogato nel 1191 l’atto di libertà del Comune di Savona.
Iniziamo a percorrere la via. Al numero 1, si incontra a sinistra il rimaneggiato Palazzo Assereto – Sormano, che ha subito nel corso del tempo diversi utilizzi e interventi eclettici. Dal Registro della Caratata di Savona (una sorta di documento catastale, redatto nel 1530 al momento dell’occupazione genovese) risulta che il palazzo nasce della fusione e della ristrutturazione di tre case, avvenuta tra il XVII ed il XVIII secolo. L’ultimo restauro importante risale all’inizio degli Anni Venti del Novecento, con l’acquisto nel 1920 del Consorzio Sbarchi e Imbarchi del Porto di Savona, con il proposito di farne la propria sede (2).
Una testimonianza significativa di quella ristrutturazione ci è fornita da un articolo pubblicato sulla pagina della cronaca di Savona del quotidiano “Il Lavoro” il 1° giugno 1938, redatto dall’autore dei lavori: Giuseppe Ferro, pittore e giornalista. Nato il 27 maggio 1876 a Savona, dove morirà il 26 febbraio 1948, è uno degli esponenti locali più in vista del Partito Socialista Italiano. Nel corso dell’esecuzione dell’opera, Giuseppe Ferro ha come principali collaboratori il professor Giovanni Borio e suo fratello Camillo. Sui due pilastrini del poggiolo centrale vengono sistemati due ippogrifi portabandiera, realizzati dallo scultore Dario Rebagliati, autore anche dei leoni e dello stemma. Sopra il portale vengono posti due leoni alati reggenti uno scudo avente scolpito al suo interno il simbolo della falce e martello. Artista poliedrico, Giuseppe Ferro realizza molte opere, tra cui le decorazioni ad affresco, nello stile raffaellesco da lui prediletto, compiute nel 1910 nei locali della Fratellanza Ginnastica Savonese (3), società sportiva fondata nel 1883, in via Quarda Superiore; da ricordare, ancora, i lavori da lui eseguiti nel 1925 nell’androne, nella sala d’accesso, nell’anticamera e nelle stanze dell’ufficio di presidenza e segreteria dell’edificio della Camera di Commercio di Savona, allora esistente sulla Calata Pietro Sbarbaro (inaugurato nel 1926 e distrutto nei bombardamenti del 1943), e quelle realizzate tra il 1928 ed il 1936 nel monumentale salone d’ingresso, nella scalinata e nella loggia di Villa Cambiaso, in via Torino 10 (4).
Di Villa Cambiaso e della sua riapertura alla città e alle attività culturali savonesi ci siamo già occupati lo scorso 28 marzo: https://trucioli.it/2024/03/28/savona-successo-della-cultura-a-villa-cambiaso-letture-fra-i-cedri-e-visite-guidate-a-cura-del-fai/
Ritorniamo in piazza Maddalena: al numero 14/4, all’imbocco di un vicoletto e nel palazzo che fu di Paolo Boselli, ha sede la Società di Storia Patria Savonese, che mantiene viva la memoria storica savonese, attraverso attente ricerche su fatti, personaggi e toponimi del territorio. Entrare nelle sue sale, dopo una ripida scala, equivale ad immergersi nella storia di Savona (5).
La piccola e raccolta piazza prende il nome dall’antica chiesa parrocchiale S. Maria Maddalena, in seguito inglobata nel palazzo rinascimentale Multedo – Sacco. Al di là dell’architettura circostante, a renderla un angolo caratteristico di Savona è l’edicola mariana settecentesca che raffigura la Madonna di Misericordia, Patrona della città (6). Oggi il luogo è una vivace piazzetta dove fermarsi ai tavoli dei bar, per una consumazione all’ombra dei palazzi storici, senza guardare l’orologio.
Ezio Marinoni
Note
1.In merito alla situazione del Priamar, cfr. articolo del prof. Rinaldo Massucco, Presidente della Società di Storia Patria Savonese, dello scorso 5 ottobre 2023: https://trucioli.it/2023/10/05/savona-quale-futuro-fronte-mare-del-priamar-18-anni-di-attesa-nonostante-il-puc-e-piano-portuale-il-rischio-di-un-sopruso-ai-danni-della-citta/
2.Il Consorzio Sbarchi nasce il 1° luglio 1917 dalla fusione delle Cooperative Portuali savonesi (la Federazione Tiraggio, la Cooperativa Facchini, la Cooperativa Sbarchi ed Imbarchi, la Cooperativa Ricarichi da Deposito, la Cooperativa Verricellanti) e dell’organizzazione che riunisce i lavoratori della Società Anonima Funivie Savona-San Giuseppe. Scopo principale del Consorzio Sbarchi – che al momento della sua costituzione è diretto da Adenago Chiavacci e che il 1° settembre 1918 si trasforma in Società Anonima Consorzio Sbarchi fra le Cooperative del Porto di Savona – è quello di «assumere imprese ed appalti di scarico e ricarico di merci su e da piroscafi e l’esecuzione di qualunque operazione commerciale che si svolgesse nell’ambito portuario e ferroviario».
3.Fratellanza Ginnastica Savonese. Nel 1883 un gruppo di studenti fonda la Società Ginnastica Savonese, per la «ricreazione ed educazione dell’individuo ad ogni sorta di esercizi ginnastici ed al maneggio delle armi»; nello stesso periodo alcuni operai fondano la Società Ginnastica Operaia “Giuseppe Garibaldi”. Vista la comunanza di intenti e di ideali, le due società si uniscono nella “Fratellanza Ginnastica Savonese”, nel marzo 1883. Nel 1906 la sede viene stabilita in via Quarda Superiore. Nel 1966 la società ottiene il diploma del CONI; nel 1982, il diploma rilasciato della Federginnastica per i 100 anni di attività e la Stella al Merito Sportivo per le arti marziali; l’anno dopo il Comune di Savona assegna la Medaglia d’Oro per i Meriti Sportivi, ed il Panathlon l’onorificenza «per un secolo di benemerenze acquisite»; nel 1994 il CONI rilascia una benemerenza per l’attività sportiva svolta; nel 2004 la Federazione Ginnastica d’Italia la riconosce Scuola di Ginnastica. Il 15 dicembre 2014, la società viene insignita del Collare d’Oro al merito sportivo, grazie «ai risultati, conseguiti nella sua secolare storia, dai suoi atleti oltre all’opera di diffusione della pratica della ginnastica artistica, soprattutto tra le giovanissime».
4.Villa Cambiaso rappresenta un classico ed elegante esempio dell’Architettura residenziale genovese, molto in voga tra il Cinque e il Seicento. Appartenuta a diverse famiglie nobili, fu acquistata dai Colonna su consiglio di Napoleone Bonaparte. Il palazzo, riccamente affrescato, conserva una cappella consacrata dove Papa Pio VII era solito celebrare messa. Nell’ingresso principale è presente una fontana attribuita al Bernini e il piano nobile è stato teatro del pranzo di gala di Benito Mussolini a Savona. La parte posteriore del palazzo è circondata da un elegante giardino all’italiana di 2500 mq.
5.Per una breve storia dell’istituzione, cfr. articolo apparso su Trucioli il 10 novembre 2022: https://trucioli.it/2022/11/10/societa-savonese-di-storia-patria-la-storia-di-savona-nel-cuore-della-citta/
6.Abbiamo ricordato la storia del Santuario savonese il 1° giugno 2023: https://trucioli.it/2023/06/01/storia-del-santuario-di-savona-misericordia-e-non-giustizia/; il 23 maggio 2024 abbiamo ripercorso il rapporto di Madre Benedetta Rossello con il Santuario: https://trucioli.it/2024/05/23/savona-benedetta-rossello-ha-rinunciato-ad-una-ricca-eredita-si-e-fatta-suora-fondando-le-figlie-di-n-s-della-misericordia-e-la-casa-delle-pentite/