In Riviera non è più un’eccezione. Le pattuglie dell’Arma si avvicendano spesso nelle 24 ore fuori dai loro ‘confini’ di comando delle stazioni. Esempio pratico da Pietra Ligure ‘sconfinano’ a Loano o Borghetto, da Varazze a Celle Ligure o Albisola. Si alternano a seconda delle esigenze e dei turni di presidio.
Il ‘caso Savona’ con la titolare di una profumeria che vittima di ladri (li rincorre) ha dovuto attendere l’arrivo di una pattuglia da Celle Ligure non può essere considerato un ragionevole servizio alla comunità. L’assenza di un approfondimento- e di opportuni chiarimenti- non consente di trarre conclusioni o giudizi categorici. E se siamo di fronte ad una situazione che potrebbe ripetersi ai danni di malcapitati cittadini che non hanno certamente colpe. E quale soluzione per evitare che si ripeta tra le indignate proteste (ed esagerazioni) di cittadini. Con commenti sprezzanti anche verso il sindaco.
Il 15 giugno scorso Gaia Cifone ha scritto un coraggioso (ha fatto peraltro il suo dovere di cronista) articolo dalle colonne di Ivg.it. Savona.
Titolo- IL FATTO- Savona, la profumeria Dellepiane subisce due furti in meno di 24 ore: “Il sistema della pubblica sicurezza non funziona”. La proprietaria Silvia Dellepiane: “Siamo soli, situazione non accettabile: non è possibile che debba inseguire io i ladri”. …..“Stiamo vivendo una situazione ed un momento ingestibili, nell’arco di due settimane abbiamo subito tre importanti furti”, la denuncia arriva direttamente da Silvia Dellepiane titolare dell’omonima profumeria in piazza Marconi.
Per la nostra esperienza di anziani ed ex cronisti della redazione del Secolo XIX (unificata infruttuosamente con La Stampa, unico editore, con la speranza che le trattative, per la cessione del Decimonono, si concludano al più presto da parte di una società interamente controllata dal Gruppo MSC del miliardario Gianluigi Aponte, con il range di prezzo che arriva fino ai 15 milioni di euro. Per modesta esperienza, dicevamo, non ci era mai capitato di ascoltate un singolare accaduto ad una derubata.
Eccolo sempre da Ivg.it: “Mentre inseguivo il ladro ero al telefono con il numero delle emergenze e chiedevo aiuto proprio in diretta – spiega Silvia – ma i Carabinieri (tra l’altro di Celle Ligure) si sono presentati dopo oltre un’ora dalla mia richiesta di soccorso”.
Il ritardo può essere compreso per una pattuglia del ‘radiomobile’ impegnata in altro servizio urgente. Ciò che invece meritava di essere approfondito (non per cercare capi espiatori) è per quale ragione nella città capoluogo, con 61 mila abitanti, l’organizzazione del Comando dell’Arma preveda che anche per ‘emergenze’ arrivi un pattuglia da ‘fuori città’. Dalla stazione di Celle Ligure e da un confine all’altro lo stradario indica 18 minuti su Aurelia. Che si sia trattato di una vera e proprio eccezione? Oppure rientri dell’organizzazione del servizio disposto dai vari comandi, probabilmente provinciali?
Leggiamo ancora la testimonianza di Silvia che “non attribuisce colpe agli agenti della sicurezza pubblica ma punta il dito contro il sistema”. Nonostante la tempestiva azione di allertare i Carabinieri non ha ricevuto l’immediato riscontro. Ancora la vittima: “Capisco che ci sono situazioni ben più gravi e che gli agenti fanno quello che possono – aggiunge – sono all’interno di un sistema che gestisce le emergenze ma allora è proprio questo ad essere sbagliato. Siamo soli, evidentemente la pubblica sicurezza ha le mani legate ma non possiamo rimetterci noi negozianti “.
“Siamo in centro città non nel Bronx – prosegue Silvia – non è possibile che accada questo. Non siamo sicuri, non possiamo essere in balia di questi eventi e non avere garanzie. Siamo la terra di nessuno. Non è normale che ho dovuto rincorrere io i ladri, non è normale che questa situazione non sia gestita in altro modo. Questi tre furti che ho subito in pochi giorni hanno sempre avuto la stessa dinamica: i ladri sono organizzati, sanno come muoversi e probabilmente sanno che le misure di sicurezza non sono così insormontabili. Abbiamo bisogno di aiuto. Così non possiamo continuare”, conclude la sua chiara denuncia Silvia.
I nostri lontani ricordi sono quelli che la polizia aveva il controllo, in particolare, del centro città e l’Arma periferia e comprensorio. In passato c’era anche un commissariato a Vado Ligure chiuso a fine anni ’80 e il personale trasferito alla Questura di Savona. Alla stessa stregua esisteva un posto di Polizia, h24, al Pronto Soccorso dell’ospedale San Paolo. Mentre da decenni si promette (dopo ogni fatto grave) e si attende un presidio dell’Arma al Pronto Soccorso del Santa Corona che da Dea di II livello (altro Dea II livello è solo al San Martino di Genova) accoglie pazienti, se gravi, da Varazze a Ventimiglia con l’intero entroterra imperiese e savonese. E qui si possono soprattutto chiamare in causa deputati e senatori liguri, del ponente prima di tutto. Senza parlare di ministri dell’Interno (vedi Matteo Salvini non molti anni fa) che a parole hanno sempre convenuto sulla necessità di un ‘posto di polizia’ al nosocomio pietrese. Non resta che attendere un malaugurato fattaccio da prima pagina e da Tv nazionali ?
Per concludere, tornado all’episodio accaduto alla commerciante di Savona (e non per inutili polemiche), sarebbe stato utile un chiarimento da parte del Questore, sempre sensibile al tema sicurezza e controllo del territorio. Oggi si fa molto affidamento alla statistica: persone e automezzi controllati, tipo di reato in aumento o diminuzione.
In altri tempi erano molto presenti e attive le pattuglie in borghese della Squadra Mobile e della Benemerita. Allora c’erano più crimini, anche gravi, e lo spaccio di droghe, ad opera di italiani, era una piaga, da Piazza del Popolo a via Untoria soprattutto. Con proteste e petizioni. Non mancavano omicidi (fino ad una decina all’anno nell’intera provincia) molti impuniti e rapine, a mano armata, in particolare a banche e oreficerie, tabaccai; incendi dolosi ai danni di attività commerciali ed imprenditoriali. Banditi che tenevano in ostaggio le vittime. Non erano neppure mancati sequestri di persona (2 ad Alassio, Mario Berrino e Sara Domini Geloso, bimba di cinque anni).
POST FACEBOOK – Oltre una trentina alcuni davvero sopra le righe
Simone Paola Torello- Ma perché i carabinieri così vicini non sono intervenuti? Qualcuno che è preposto deve dare delle risposte.
Paolo Peira- Tranquilla che ora il nostro sindaco farà l’ennesima tavola con il prefetto per il piano sicurezza anche se, temo, che a queste tavole l’unica cosa sulla quale si discuta siano l’ordine delle portate.
Antonio Spina- Sicurezza e ordine pubblico non esistono in tutta Savona … soprattutto in zona fornaci che dovrebbe essere un biglietto da visita per i turisti !