«O la va’ o la spacca… Se perdo il referendum, chi se ne importa?» A noi importa, signora, detta Giorgia, importa come la nostra vita. Noi scegliamo la pace senza della quale “tutto è perduto!” e la Costituzione, la nostra casa, la casa dei nostri padri e madri.
di Paolo Farinella prete
Guerra e Pace di Lev Tolstoj è un’opera del XIX secolo, in cui si tratteggia la storia di due famiglie sullo sfondo della grande storia e la campagna di Napoleone in Russia: sappiamo come andò a finire. Ai giorni nostri, ferve la campagna elettorale tra “rutti e vomiti”, mentre le prèfiche intonano lamenti funebri per la morte della Pace, aggredita o tradita davanti al ghigno di chi vuole a ogni costo al Guerra, dicendo di volere la Pace. Sembra di essere nel 1914, quando gridare “Alla Guerra! Alla Guerra”, voleva essere un grido di civiltà e di novità, augurio per il nuovo secolo. Pure il “Vate d’Annunzio” spronava all’eroismo sorvolando Vienna, invitando alla resa. Anche allora Mussolini stava in prima fila, ad assaporare quello che lui avrebbe organizzato per amore di Patria ed l’Europa: sappiamo come è andata a finire.
Oggi, nel grande inganno elettorale, la presidente del Consiglio dei ministri, i segretari di partito, tranne Giuseppe Conte, si candidano in tutte le circoscrizioni, garantendo pubblicamente che non andranno nel Parlamento europeo, truffando gli elettori. La loro scelta è un atto osceno di violata democrazia che è da loro degradata a pura comparsa, a fiera di competizione individuale. Nel putrido stagno gracidante, è assente la Pace, perché la guerra è stata già decisa da chi paga le armi a scapito dell’Ucraina: 500mila morti ucraini, 5 milioni di ucraine e figli al seguito espatriate, giovani che fuggono dalla leva, forse 100 mila/200 mila morti tra i giovani russi.
Una follia, le cui sorti possono essere decise in queste elezioni europee, che comunque vadano, decideranno le sorti dell’Europa e dei singoli Stati, sul piano economico. L’Italia di Giorgia, detta Meloni, nell’aprile 2024 ha firmato la sua e la nostra condanna col patto di stabilità che dal 2025 ci costringerà, pena pesanti sanzioni, a impegnare 10 miliardi all’anno per ridurre il deficit del Pil attualmente al 140,1%. Meloni e il suo governo senza competenze non se ne rendono conto, ma ubriaca e ubriachi di onnipotenza, in un delirio lussurioso di potere, hanno scelto la guerra come mezzo di trasporto per la loro accoglienza definitiva nel club dei potenti: il bacio in capoccia di Biden.
Sappiamo, ormai, che è inutile fare programmi politici, economici, sociali (?) se non c’è la premessa delle premesse: la Pace. “Con la Pace niente è perduto, con la guerra tutto può esserlo” disse Benedetto XV (1914, urlando “fermatevi”), maledicendo la Prima Guerra mondiale: “flagello dell’ira di Dio… Orrenda carneficina che disonora l’Europa”. Sull’orizzonte dell’Italia, dell’Europa e del Mondo, solo un movimento civile, proposto e guidato da Michele Santoro e Raniero La Valle, due cavalli di razza, gli unici oggi pensanti, senza slogan e senza interessi; gli unici appassionati della Vita e terrificati dai morti ucraini, russi e palestinesi, specialmente gli agnellini sacrificali, i bambini poppanti uccisi come nemici feroci. Pace Terra e Dignità è la lista che ha un solo progetto, una sola aspirazione, un solo sogno, una sola passione: Pace sulla Terra e dignità di ogni singola persona, titolari di diritti, doveri, speranza, socialità, arte, musica, cultura, vita vissuta per esteso e fino alla fine, senza intervalli di morte e di guerre: qui il programma del Movimento.
L’Italia poteva avere un ruolo arbitrale autorevole e credibile, perché poteva ergersi accanto a papa Francesco, l’unico capo di Stato e uomo religioso che “ha ripudiato la guerra” fin dal principio, tanto che i “giornali di sistema” lo hanno bandito dalle prime e seconde e terse e… dodicesime pagine perché la parola d’ordine era e ancora è: Putin non deve vincere, altrimenti noi analisti “a senso” dovremmo dire che ci siamo sbagliati e quelli che abbiamo tacciato con disprezzo di essere putiniani, avevano ragione. L’Italia poteva fare sua la voce di papa Francesco e offrirsi come super partes, senza alcun interesse per sé: avrebbe guidato o condizionato il processo diplomatico per un accordo da stipulare in qualche splendide cornice italiana e avrebbe costretto l’Europa a scegliere per sé, come Stati d’Europa, l’unica leadership che si le si addice: “Costruttrice di Pace, Poeta della Pace” perché l’Europa, dopo due guerre di cui ancora calpestiamo le macerie, non può che essere “Luogo e Progetto di Pace”, simbolo per tutto il mondo.
Nel costituendo governo europeo di Stati d’Europa, il primo atto da compiere è istituire il “Ministero della pace” con decadenza automatica di quello della guerra e inserire l’articolo 11 della Costituzione italiana in quella europea: “L’Europa ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Mai la civiltà occidentale ha raggiunto un vertice così alto, degno solo delle aquile regali. Invece! Invece, il governo si è accucciato ai piedi di Biden e della Nato, anelando con spasmodico desiderio di avere il bacio del nonno sulla testa della pronipote, come è accaduto. Foto-opportunity e subito a cuccia a fare i compiti a casa. Non è un’occasione perduta, ma solo l’abisso spalancato sotto i nostri piedi.
Per questo, alle elezioni europee, credo che abbiamo l’obbligo morale e civile e religioso (per chi dice di credere per finta o sul serio) di votare l’unico Movimento di Pace, composto da persone appassionate, donne e uomini competenti che non cercano un posto, ma si mettono a servizio nostro, per scongiurare di precipitare nell’abisso di una guerra atomica: Movimento Pace Terra e Dignità.
Paolo Farinella prete