Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Albenga, chi ha sbagliato campagna elettorale? ‘Denigrare’ l’avversario non porta bene. Si è letto di tutto e di più


Un peccato che Albenga non abbia più all’opera corrispondenti (giornali e social) della ‘vecchia guardia’. E ancora meno chi può vantare un ‘archivio stampa’ per fare utili confronti. Diciamo subito che mentre in passato era più facile scommettere, con successo, sul vincitore e mai con due soli schieramenti in lizza, questa volta le distanze si sono accorciate. Podio o Tomatis ?

Il senatore Gianni Berrino ospite il 18 agosto 2023 con il sindaco Lettieri, il vescovo Suetta e Angelo Vaccarezza quando militava ancora con ‘Cambiamo con Toti’, in occasione del Festival Città Identitarie a Loano

Mai letto e divulgate tante promesse in un solo programma elettorale.

A pochi giorni dalla chiamata alle urne sono in bilico, salvo rimonta dell’ultima ora, dopo il tintinnio di manette nel Palazzo della Regione e dintorni. E quanto influirà sul voto ingauno.

Peccato che, ad Albenga, i ‘gladiatori’ non si siano risparmiati neppure velenose insinuazioni. Ha prevalso da un lato ‘Quando ci saremo noi al governo della città daremo una concreta svolta al sano sviluppo, ad eliminare storture, rimediare agli errori consumati e sarà un’Albenga da sogno e tanto altro, frazioni incluse”. Persino un autorevole senatore sanremese di Fratelli d’Italia, pur non prevedendo l’apertura di un ‘secondo casinò‘ ligure, ha elevato l’elezione di Podio a sindaco con queste parole “…la città diventerà una capitale turistica e un unicum in Liguria…“. Povere altre località! E la blasonata e super-destroide Alassio dovrà arrendersi ad Albenga.

L’onorevole, avvocato Gianni Berrino, non è proprio l’ultimo del governo di destra destra della presidente Giorgia Meloni. E’ membro della 2ª Commissione permanente (Giustizia), della 10ª Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale in sostituzione del Sottosegretario di Stato Isabella RAUTI), della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi (ne fa anche parte una pregiudicata della destra condannata in Cassazione, eletta con FdI). Berrino, infine, membro del Comitato parlamentare Schengen, Europol e immigrazione e Vicepresidente della Commissione contenziosa.

Peccato che nel gruppone di centro destra, al di là della presenze massoniche (il compianto Silvano Montaldo si augurava l’ascesa del con-fratello in loggia Podio) senza fare di ogni erba un fascio, ci sia  pure un golden boy di preferenze che può vantare la presidenza del consiglio comunale. E primo dei non eletti in Regione di Fratelli d’Italia con ben 1.152 preferenze. Diego Distilo era candidato alle ultime comunali con una lista civica (a destra) di cui, alla fine, ha beneficiato Tomatis sindaco. Ma si è ritrovato ‘pregiudicato’ per una condanna passata in giudicato. Ha patteggiato a 14 mesi di reclusione, con la condizionale, per favori elettorali in cambio di voti, accusa di cui si è sempre proclamato innocente.

Accennavamo alla ‘denigrazione’per l’eredità che lascia la giunta Tomatis sull’onda del marchio ‘incapacità ad amministrare e pessimi risultati’. Via via con attacchi personali. Quasi una gara a sparare, ad ingolfare di comunicati stampa i media. Ha stupito, a nostro modesto avviso, il tambureggiare, ‘occhio per occhio dente per dente’, dello stesso sindaco con il suo addetto stampa che porta il cognome di un apprezzato sindaco targato Dc a sinistra.

Un sindaco (Tomatis) che si è trasformato in ‘pugile’, pare scontato non in senso lato. E molti predecessori, in 57 anni di professione, li abbiamo conosciuti nel nostro lavoro; sapevano persino essere dei ‘signori’ di sfide elettorali ovvero non si prestavano a provocazioni e sterili polemiche. Lasciavano semmai alle segreterie di partito di entrare nella mischia consigliando tuttavia il bon-ton. Oggi purtroppo è dall’alto che si da il cattivo esempio, a chi ‘spara’ più grossolanamente. Ci sarà una seria motivazione se ormai la metà di elettori non si reca più alle urne. Forse pochi ricordano che ai tempi di Emidio Viveri comunista moderato e dell’onorevole Bartolomeo Bolla democristiano, ‘taciturno’ in Parlamento, contadino, morto nel 1979 all’età di 83 anni, la percentuale di votanti aveva raggiunto il 90%. In suo onore il Comune di Albenga ha intitolato una piazza.

La stretta di mano ‘istituzionale’, ad Albenga, nel centro storico, tra il sindaco Tomatis e il presidente Toti che era già stato ad Albenga il 7 luglio 2017, ricevuto dal sindaco Cangiano, per parlare del futuro dell’ospedale accompagnato dall’allora assessore alla Sanita Sonia Viale

Il sindaco Riccardo Tomatis in merito al voto sulla mozione per la sfiducia al Presidente Toti ha reso noto: “Senza entrare nel merito della vicenda giudiziaria che sarà trattata nelle sedi opportune, credo che la richiesta di sfiducia nei confronti di un Presidente agli arresti domiciliari vada al di là del “garantismo” ed è motivata da ragioni politiche, di opportunità e da regioni legate alla regolare gestione dell’Ente Regionale. Detto questo prendo atto del voto dei partiti (gli stessi che ad Albenga sostengono Podio) che non hanno votato la sfiducia a Toti ed in particolare delle dichiarazioni di Stefano Mai che ha affermato: “ Ribadiamo il pieno sostegno e la piena fiducia nei confronti del Presidente Toti” mostrando, quindi, la sua vera identità. I candidati dei partiti che sostengono Toti quando sono ad Albenga quasi si vergognano della loro appartenenza, ma, da bravi soldatini, in altre sedi si allineano e di fatto avvallano la politica portata avanti dalla Regione. Concludo sottolineando come il consigliere Mai e la sua parte politica oggi abbia per l’ennesima volta perso l’occasione di schierarsi dalla parte di Albenga e del territorio”.

Già, se non è pura propaganda e un primo cittadino dovrebbe rinunciare a priori, a che serve una ‘mozione di sfiducia’ quando si sa in partenza che non provocherà alcun risultato ?

Quale buon esempio la replica di un professionista della politica quale è da tempo Stefano Mai ex sindaco di Zuccarello, ex assessore e consigliere regionale: “Sarebbe bene che Tomatis si occupasse di Albenga, cosa che non ha fatto nei dieci anni in cui ha governato prima da vicesindaco e poi da sindaco. Stia sereno.” C’è di più, Mai è tranciante alla Salvini: “Albenga ha bisogno di un cambio di passo e gli faremo vedere noi come si governa, come si sviluppa una città e come si può migliorare la vita dei cittadini e del loro territorio”. E il leader della Lega, ieri mercoledì, ai microfoni della Rai TV: “Non permetteremo che l’Europa e la sinistra diano le nostre spiagge a speculatori stranieri, ma neppure i negozi…”. Pensate a viale Pontelungo, alle attività commerciali gestite e aperte da extracomunitari, con i padroni dei muri albenganesi e che percepiscono affitti che gli italiani non potevano più pagare. E la sequenza di subentri si protrae e si incrementa in ogni località rivierasca. Quale è la ‘medicina’ leghista? Non dopodomani, oggi, nell’immediato futuro.

Ha commentato il presidente ad interim, il leghista Alessandro Piana, imperiese: “Abbiamo respinto in modo compatto la mozione di sfiducia e andiamo avanti lavorando con ancora più convinzione e determinazione di prima. Non c’è e non ci sarà nessuna paralisi, come invece auspicano da anni le opposizioni. Al di là di alcuni interventi sopra le righe dai banchi della minoranza, si è notato un certo imbarazzo della stessa nel giustificare una mozione di questo tipo che avrebbero potuto fare in qualsiasi altro momento di questi nove anni”. Se lo dice chi veniva dato in pasto ai cronisti con questa notizia: “Il nome di Alessandro Piana è legato a un’inchiesta per cocaina, festini, escort…” e in attesa della chiusura delle indagini.

E dopo il voto di fiducia della maggioranza di centro destra del consiglio regionale la LISTA TOTI scrive: “ENNESIMO FLOP DELLA SINISTRA, SOTTO IL GIUSTIZIALISMO NIENTE”. “Che barba, che noia. Ma davvero la casa Vianello del centrosinistra è quella vista oggi in aula? Oggi l’opposizione ha certificato il proprio ennesimo fallimento. Come peraltro aveva già facilmente previsto il governatore Giovanni Toti, è stata confermata la totale incapacità di Pd e compagni a confrontarsi sui temi e sui progetti, non sui pregiudizi. Insomma, sotto il giustizialismo niente. L’unico rammarico è per aver perso una giornata di lavori di consiglio. Comprendiamo che l’unico scopo della sinistra sia quello di fermare, di ingessare la Liguria. Lo hanno ripetuto come un mantra, come l’unico ritornello che conoscono. Siamo felici di aver dimostrato, ancora una volta, chi invece è in grado di andare avanti, chi è più coeso che mai. Chi non perde i pezzi”.

L.Cor.

 

 


L.Corrado

L.Corrado

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