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Amministrative 2024 in 15 comuni lista unica. Il primato del sindaco Balestra al suo settimo mandato


La prossima tornata elettorale prevista per l’8-9 giugno vedrà 40 comuni della provincia di Savona (su 69) impegnati nella scelta della nuova amministrazione.

di Franco Astengo

Il sindaco Balestra e il vice sindaco Scrigna, a Milano, con Liliana Segre

Una tornata importante che, alla vigilia, presenta una particolarità significativa: in 15 di questi comuni non ci sarà competizione, nelle urne si presenterà un solo candidato sindaco e una sola lista.

L’incognita a quel punto sarà rappresentata dalla partecipazione che dovrà superare il 40% degli aventi diritto (verificheremo anche quanto “effetto – traino” riuscirà a suscitare la contemporaneità con le elezioni europee) e quanto la riduzione della percentuale del “quorum” riuscirà ad impedire l’annullamento del voto.

Nel 2019 fece scalpore la presenza di un solo candidato in un comune importante come Albissola Marina.

Adesso il fenomeno appare sicuramente in crescita e comprende: Arnasco, Bardineto, Bormida, Cosseria, Dego, Erli, Giustenice, Magliolo, Mioglia, Orco Feglino, Plodio, Urbe, Vendone, Vezzi Portio, Villanova d’Albenga (dove si ricandida l’eterno Piero Balestra, 67 anni, se riconfermato. come tutto lascia credere, al suo settimo mandato).

L’elenco comprende un insieme di comuni dell’entroterra fra i quali centri importanti come Cosseria, Dego (un ricordo per il sindaco Genta, personaggio d’altri tempi), Mioglia, Urbe, Giustenice (un tempo feudo del “ras” della Coldiretti, il cav. Bolla) che erano sedi di accanite battaglie elettorali.

Si tratta di un segnale da non sottovalutare: si intrecciano decadenza del sistema politico e spopolamento, con abbandono da parte di chi ha ha scelto di vivere altrove dal luogo natio e non sente (come avveniva un tempo) il richiamo per impegnarsi a favore del proprio paese.

Preoccupa la decadenza del sistema politico e la vacuità di senso civico che si esprimono in questa occasione: decadenza del sistema politico che coincide con l’abbandono del territorio da parte dei partiti politici, fenomeno che ha avuto origine da diverse cause e che prosegue nel tempo.

Non esiste neppure la tensione rivolta ad essere presenti nel consiglio comunale come minoranza per far valere le proprie idee e le proprie posizioni. Soprattutto però è assente il tessuto economico sufficiente a giustificare le presenze politiche, ed è questo il dato sul quale riflettere maggiormente.

Inoltre la dismissione di ruolo da parte dell’amministrazione provinciale in deficit di ruolo dopo la trasformazione in ente di secondo grado e il venir meno della capacità di coordinamento incide fortemente quale altro fattore negativo.

Naturalmente il tema dello spopolamento e della crisi delle vocazioni politiche si accompagna alle difficoltà dei servizi, dei trasporti, delle comunicazioni.

Un segnale di decadenza complessiva verso la quale ciò che rimane delle forze politiche dovrebbe prestare maggiore attenzione: un punto di ulteriore distacco dalle istituzioni che si collega con altri pericolosi fenomeni di vera e propria difficoltà democratica.

Franco Astengo


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F.Astengo

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