Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Storia e leggenda dell’isola di Bergeggi e di Sant’Eugenio


L’isola di Bergeggi era chiamata in epoca romana “Insula Liguriae”, probabilmente approdo lungo la rotta di navigazione che da Ponente andava al porto di Vada Sabatia.

di Ezio Marinoni

Questa ipotesi sembra confermata dai ruderi di una torre circolare, da molti studiosi interpretata come un faro di segnalazione del vicino centro vadese. La natura del faro e la sua data di origine (IV secolo?) sono ancora fonte di dibattito e la struttura non è stata ancora indagata in via archeologica.

L’isola di Bergeggi si lega alla storia e alla leggenda di S. Eugenio, Vescovo di Cartagine dal 477, una delle più importanti figure dell’episcopato africano durante l’ultimo periodo della persecuzione dei Vandali, sotto il regno di Unnerico (1).

La personalità di Eugenio si impone per santità di vita, per la saggezza del governo e per larghezza di elemosine. Durante le funzioni battesimali dell’Epifania del 484 avviene un miracolo: un cieco, tale Felice, riacquista la vista, mentre Eugenio lo segna col “sigillum crucis”. Una feroce persecuzione si abbatte sui cristiani, in un periodo raccontato in prima persona nel 488 dallo storico Vittore di Vita, che assiste ai fatti (2).

A Eugenio tocca l’esilio, sul quale abbiamo due versioni: Gregorio di Tours lo segnala ad Albi, in Aquitania, dove sarebbe morto; una più tarda tradizione italiana lo vuole esiliato in Corsica e poi traslato a Treviso nel secolo VIII, per sottrarre il suo corpo ai Saraceni. La sua festa si celebra il 13 luglio.

Per quale motivo, quindi, Eugenio è ricordato e venerato, fra Noli e l’isola di Bergeggi? Qui entra in gioco la leggenda, o una secolare tradizione popolare, tramandata sino ad oggi.

Sulla sommità dell’isola, dopo la torre di avvistamento e difesa, viene costruita una chiesa dedicata proprio ad Eugenio (non è un caso è soprannominata “di Sant’Eugenio”).

La leggenda narra che l’isola sarebbe arrivata di fronte alla costa ligure, navigando sulle acque e portando su di sé Eugenio, Vescovo di Cartagine in fuga dai Vandali, e Vendemiale. Eugenio rimarrà sull’isola fino alla morte, mentre Vendemiale si dirige verso la Corsica (e qui storia e leggenda si incrociano di nuovo, come in un labirinto di specchi).

L’antica chiesa di San Paragorio a Noli

Dopo la sua morte, le spoglie di Eugenio vengono traslate a Noli, a quel tempo sede della Diocesi, nella chiesa di San Paragorio; da qui, i suoi resti tornano all’isola, come per miracolo. Non solo per questo motivo, nel 992 il Vescovo di Savona, Bernardo, fa costruire sull’isola un monastero in suo onore, affidato ai monaci di Lérins, per custodirne i resti, che poi saranno tumulati definitivamente a Noli.

Questa bella storia si interseca con la vera storia della Liguria.

Intorno all’Anno Mille, nella vita religiosa locale avviene una significativa innovazione: il Vescovo genovese Giovanni II introduce i Benedettini nella vecchia cattedrale di San Siro, ormai declassata a favore di San Lorenzo, che stenta a riprendersi da una probabile devastazione saracena e dal successivo abbandono. Con tale gesto, il prelato dimostra piena fiducia nell’opera dei figli di San Benedetto, di fronte al fallimento di altri tentativi, ed i monaci entrano nel cuore della struttura diocesana, allo scopo di potenziarla; le chiese ad essi affidate rimangono, comunque, sotto il controllo episcopale.

Un passo analogo viene compiuto anche dal Vescovo di Savona, Bernardo, con l’istituzione del cenobio di Sant’Eugenio sull’isola di Bergeggi (sopra citato in forma pseudo leggendaria). Il nuovo centro guarda a Lérins, sulle coste francesi, per l’esperienza di vita regolare, ma rimane anch’esso una emanazione del Vescovo, di cui sarà collaboratore nella riorganizzazione della vita religiosa locale.

In seguito, con la crisi dei cenobi tradizionali, vedremo un’apertura agli istituti benedettini riformati e osservanti: vengono ben accolti dal tessuto locale i Vallombrosani a San Bartolomeo del Fossato e a San Giacomo di Latronorio sui Piani d’Invrea e i Fruttuariensi a San Benigno di Capodifaro (per quest’ultimo luogo di culto, cfr. Trucioli del 16 novembre 2023: https://trucioli.it/2023/11/16/la-scomparsa-abbazia-fruttuariense-di-san-benigno-di-capo-di-faro-a-genova-i-reperti-visibili-nel-restaurato-chiostro-di-san-giuliano-dalbaro/).

Noli-Resti di Sant’Eugenio nella Concattedrale di San Pietro

Alcune pagine di storia fanno riferimento a questo luogo. Durante il suo periodo di “esilio” (fra il 1162 e il 1165), Papa Alessandro III visita l’isola. L’Arca con le reliquie di Sant’Eugenio (3) rimane qui sino 1239/40, quando viene trasferita nell’antica Cattedrale di San Paragorio, per la coeva istituzione della Diocesi di Noli da parte di Papa Gregorio IX.

Pochi anni dopo, nel 1245, il monastero lerinense di Bergeggi viene soppresso, sotto il pontificato di Papa Innovenzo IV (4).

Nel corso dei secoli l’isola ha avuto diversi proprietari: nei primi anni del Novecento arriva l’avvocato Alessandro Millelire Albini, uomo politico e consigliere di amministrazione della Ansaldo (5).

Nel 1958 sulla punta occidentale è stata collocata una scultura in ferro saldato raffigurante un uomo seduto che suona il clarinetto, opera dell’artista siciliano Giuseppe Consoli, che ha vissuto in Liguria alla fine degli Anni Cinquanta.

L’attuale proprietà si riconduce alla famiglia Zunino, titolare dell’omonima struttura alberghiera in Spotorno, che ne ha concesso l’utilizzo e la gestione alla Area Marina Protetta Isola di Bergeggi, nata nel 2007. L’ambiente rappresenta un grande valore ambientalistico, in particolare per i subacquei.

Ezio Marinoni

Note

1.Unnerico è Re dei Vandali dal 477 al 23 dicembre 484. Figlio maggiore di Genserico, sposa, per volere del padre, prima una figlia del Re dei Visigoti Teodorico I e, nel 456, la figlia di Valentiniano III Eudossia, che nel 472 fugge a Gerusalemme. Per timore di un conflitto con l’Impero d’Oriente si mostra dapprima benevolo verso i cristiani e perseguita i manichei. Alla fine del suo regno colpisce i cristiani con una terribile persecuzione.

2.Vittore è uno scrittore ecclesiastico originario di Vita nella Bizacena, autore di una Historia persecutionis Africanae provinciae (484), importante per la storia del cristianesimo africano durante l’invasione vandalica.

3.L’Arca di Sant’Eugenio è stata catalogata al nr. 0700021045 dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Imperia e Savona. Il manufatto si trova nella Concattedrale di San Pietro, in Noli.

  1. Con la bolla dell’8 dicembre 1238 Papa Gregorio IX manifesta l’intendimento di esimere Noli dalla dipendenza del Vescovo di Savona ed erigerla a Diocesi autonoma, ricavandone il territorio da una parte della Diocesi di Savona. Durante una solenne assemblea nella Cattedrale San Paragorio, tenutasi il 26 ottobre 1239, il Vescovo designato Guglielmo Contardi approva, insieme ai notabili della città e al delegato papale, la costituzione della nuova Diocesi, poi ratificata il 24 aprile 1245 da papa Innocenzo IV, che la rende suffraganea della Diocesi genovese, a differenza di Savona, da sempre suffraganea di Milano.

5.Per la famiglia Millelire Albini, cfr. Trucioli del 27 ottobre 2022: https://trucioli.it/2022/10/27/bergeggi-fresco-di-stampa-ricerche-di-una-famiglia-importante-millelire-albini-ieri-e-oggi-firmato-guendalina/

Il tramonto sull’isola di Bergeggi
L’isola di Bergeggi vista dalla passeggiata a mare

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Ezio Marinoni

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