Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Alassio, i miei ricordi. La chiamavano estate. E mio nonno Manuelin, titolare dei Bagni Benvenuto


E la chiamavamo estate, arrivava puntuale a metà giugno e ci abbandonava a settembre inoltrato, passando le consegne al malinconico autunno.

di Willy Olivero

La chiamavamo estate, giovani degli anni ’60 e ’70, perché ci faceva sentire l’esplosione della vita che si manifestava con tutti i suoi sogni, speranze, progetti che nella Riviera di Ponente trovavano nel mare l’ingrediente in più.

La chiamavamo estate perché, in particolare ad Alassio, la vivevamo semplicemente, muniti di fantasia e ancora incontaminati dalle diavolerie del progresso. Vicino agli stabilimenti balneari sorgevano le prime cabine telefoniche e per chiamare un amico non dovevi inviare un messaggio sperando che venisse letto. Era estate anche esternamente con la RAI, le altre TV non esistevano ancora, che iniziava la programmazione alle 17,45 e i cinema all’aperto , con a volte titoli sconosciuti soprattutto nel genere Western, godevano di grande popolarità così come i giornali della sera.

Mio nonno Manuelin, titolare dei Bagni Benvenuto, i penultimi prima di arrivare alla Cappelletta di Alassio, ogni sera con il suo motorino e con i soldi dei bagnanti si recava all’edicola del Borgo Coscia per comprare Stampa Sera, visto che molti turisti erano piemontesi.

E noi ragazzi, per favore non prendete già i fazzolettini, costruivamo in spiaggia il nostro palinsesto quotidiano che iniziava verso le 10 con la pista di sabbia dove poi nel pomeriggio ci sarebbero state le imperdibili sfide con le biglie dei ciclisti, tutti con la foto in bianco e nero all ‘interno. Poco lontano alcuni bagnini coprivano di sabbia bagnanti alle prese con dolori articolari e li sottoponevano sotto al sole alle sabbiature.

Il pediatra Stotter, di origine tedesca, diceva, con scetticismo di non credere a questa tecnica che però funzionava ad ascoltare i pazienti. Anche per loro il mitico Zanzarino, passando per le spiagge di Alassio, riservava le sue delizie ed in particolare i bomboloni, non proprio il massimo per chi dopo desiderava tuffarsi in mare.

Intorno alle 16 i mosconi e i mitici pedalò salpavano tutti, con bambini a bordo, per il largo. Tutti fermi, anche per diversi minuti, in grande attesa, ma non certo di qualche prelibatezza marina. Un rumore di aereo da turismo, con la scritta pubblicitaria, sbucava dalla Cappelletta. E i ragazzi, ma anche adulti, che si trovavano sui mosconi alzavano le braccia al cielo, come naufraghi reduci da una tempesta.

Ecco, svelato il mistero: dell’apparecchio con la coda, così chiamato dai bimbi, venivano lanciati i paracadutini dove erano appesi buoni per acquisti nei negozi, bottigliette di birra, creme solari, piccole bevande. Dovevate vederli quei bagnanti, tutti a remare forte, fortissimo per catturare più materiale possibile e tornare a riva contenti come i vecchi pescatori.

Si fa sera , ma la spiaggia a quei tempi veniva vissuta, diremmo oggi, h24. E nelle compagnie si trovava sempre, come per miracolo, un foresto munito di chitarra pronto con il repertorio, o americano o da cantautore, per accompagnare le grigliate di pesce, con lo stonato contorno di patatine e coca cola. Già quelle compagnie dove, quasi per incanto, trovavi la tua prima avventura, con la promessa di amore eterno destinato a svanire qualche giorno dopo.

Ed eccoli i ragazzi degli anni ’70 pronti alla Cerimonia di Chiusura dell’estate, quella che coincideva con i Fuochi di artificio. E se a ponente ci si radunava vicino al Torrione a Levante una nutrita compagnia di ragazzi del posto si dava appuntamento, come ogni sera, alla Terza Palma. No, non andate a cercarla nella sezione locali, non la troverete. E nemmeno nelle pizzerie perché la terza palma era veramente una palma, la terza appunto salendo dal marciapiede di Levante. Tutti pronti, sulle sedie a sdraio, ad assistere allo spettacolo, chi mano nella mano con il suo primo flirt, chi da solo, chi con gli amici conosciuti in spiaggia.

Eccoli quei fuochi, con gli applausi che arrivavano dalle spiagge. Era l’ultimo segno della nostra estate. E quei pedalò, mosconi, apparecchi con la coda, cinema all’aperto, giornali della sera, grigliate se chiudiamo gli occhi li vediamo ancora adesso in questi tempi smarriti dove un lungo inverno si è posseduto dei nostri cuori.

Willy Olivero


Avatar

Guglielmo Olivero

Torna in alto