Lo abbiamo già scritto tante volte, in Italia ormai gli “esperti” della specie lupo sono quasi tanti quanto sono i lupi! È sufficiente avere uno straccio di laurea in biologia ed essersi letti un poco di libri sulla biologia ed etologia di quest’animale (peraltro quasi sempre tutti scopiazzati l’un l’altro!) per sostenere di essere esperti della specie Lupo.
di Franco Zunino*
La prima e più vistosa disinformazione rimpallata è quella che dai 100 lupi del 1070, oggi in Italia esistano SOLO 3.300 lupi (ma fino a pochi anni fa si scriveva e parlava ancora di poche migliaia!). Un dato che rappresenta un calcio nei denti alla matematica e alla stessa biologia del lupo! Altro dato ritenuto assodato per principio (senza un minimo di senso critico!) è che dall’Appennino i lupi si siano moltiplicati e siano giunti fino in Francia: nessuna prova, ma vero perché così DEVE essere! Ed anzi, sebbene se non prove almeno indizi esistono di un processo inverso, ma su cui nessuno ha mai indagato e tanto meno vuole farlo: meglio ignorare gli indizi e fingere che non ci siano mai stati perché non sono state fatte reintroduzioni in forma ufficiale (come se ciò fosse prova di mancati rilasci… “extragiudiziali”!).
La popolazione lupina italiana si è ormai talmente imbastardita che più nessuno ne sa spiegare le ragioni. Da una parte si esalta la sottospecificità unica del Lupo Appenninico (Canis lupus italicus) e dall’altra non si sa spiegare come mai le Alpi siano piene di lupi che a tutt’altro ceppo appartengono. Come si possa conservare questa sottospecificità unica e nello stesso tempo mantenere ogni tipo di lupo presente in tutta Italia è un altro mistero: a meno che non ci si accontenti delle parole, e se poi le parole non corrispondo più ai fatti, non fa nulla. Il lupo non si tocca ancorché ibrido, bastardo e chi ne ha più ne metta!
Un tempo si parlava di almeno 3.000 cani inselvatichiti in Italia. Oggi di questi numeri più nessuno parla: spariti! Al massimo si parla di ibridi. E poi ci sono i tabù, e non sono pochi: è tabù sostenere che le prime colonie di lupi “alpini” abbiano verosimilmente avuto origine in Francia (cf. Commissione d’inchiesta del parlamento francese); tabù è sostenere che non 3.300 lupi ci siano in Italia, ma non meno di 7.000 (matematica e biologia dicit, ma anche la messa a confronto con le operazioni di reintroduzioni e loro sviluppo negli USA); tabù è sostenere che molti lupi del nord Italia siano diversi fenotipicamente dal lupo appenninico, e che quindi una ragione deve pur esserci; tabù è ritirare fuori i famosi 3.000 cani inselvatichiti, di cui da anni più nessuno parla (erano apparsi nei sacri testi appena cominciarono a crescere i lupi, poi sono improvvisamente spariti e nessuno ce ne ha mai spiegato le ragioni!); tabù è sostenere che non sia vero che i lupi possono aggredire anche l’uomo, ed anzi che vi siano prove di predazioni anche su bambini (cf. documento di 18 esperti internazionali in un Report ben tenuto celato allo stesso Ministero dell’Ambiente!) e che atti di aggressioni, o tentativi, ci siano stati un poco in tutta Italia (per quanto quasi sempre motivati da fattori scatenanti); tabù è sostenere che in fondo il lupo lo si può proteggere anche riducendone il numero, e che solo riducendone il numero si possono ridurre le conflittualità col mondo rurale; tabù è portare a prova le riduzioni che da anni si praticano (legalmente!) negli USA senza che per questo il lupo sia messo a rischio di estinzione; tabù è non voler credere che anche chi sostiene operazioni di controllo numerico del lupo non siano a scopo di sterminio, bensì proprio al fine di una sua protezione e della preservazione non già di un lupo qualsiasi pur che sia lupo ma, scientificamente e culturalmente, del Canis lupus italicus. Infine… tabù è sostenere che in Abruzzo i troppi lupi possono essere un rischio per i cuccioli dell’orso marsicano!
Franco Zunino segretario generale AIW
RICEVIAMO DALLA REGIONE LIGURIA – BOLZANETO, VICE PRESIDENTE PIANA: “OPERAZIONE POSITIVA DEL NUCLEO DI VIGILANZA REGIONALE CHE HA RIPORTATO UN LUPO ‘CONFIDENTE’ NEL SUO HABITAT NATURALE”.
GENOVA. “Ringrazio il personale del nucleo di vigilanza faunistico ambientale che è intervenuto prontamente questa mattina, nell’ex ospedale Pastorino di Bolzaneto, in cui si era introdotto un lupo particolarmente ‘confidente’, cioè un esemplare che si è avvicinato a luoghi abitati. L’intervento tempestivo ha permesso di gestire la situazione senza danni e senza particolari problematiche. L’esemplare -un maschio giovane, sui 30 kg circa-, è stato addormentato, munito di radiocollare e trasportato sulle alture per essere liberato nel suo habitat naturale. È apparso in buona salute, vedremo poi i risultati delle analisi, e fenotipicamente non è un ibrido. Con il radiocollare potremo monitorare i suoi spostamenti e avere una serie di informazioni utili al monitoraggio, come le fonti di attrazione che possiamo così evitare per continuare ad attuare politiche preventive”. Lo dice in una nota l’assessore all’Agricoltura Alessandro Piana.