Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Pietra Ligure e la Val Maremola: pietà per i liquami non depurati e che finiscono in mare. Sono trascorsi 16 anni


Pietra Ligure e Valmaremola: la depurazione che non viene fatta ma che viene richiesta in pagamento come se lo fosse; pur avendo dimostrato che le bollette gonfiate di costi per servizi inesistenti sono illegittime, nessuna istituzione  è intervenuta per far cessare lo scandalo di questa ingiusta vessazione.

GRUPPO CONSILIARE INDIPENDENTE

Consigliere Mario Carrara

Ora sono i cittadini stessi che devono far valere i loro diritti ed i loro interessi.

L’ineffabile e longevo sindaco De Vincenzi: da 20 anni la città attende il Piano Regolatore e da 16 la depurazione completa e totale allaccio al depuratore consortile

Dopo quasi un anno che abbiamo sollevato il caso della depurazione non fatta delle acque fognarie della zona di Pietra Ligure e della Valmaremola, la situazione  appare oggi ben chiara e definita. Tutto è nato quando il Sindaco di Pietra Ligure De Vincenzi e gli altri della vallata minacciavano  di fare “fuoco e fiamme” legali, conferendo un incarico ad un avvocato di “chiara fama“, il prof. Cuocolo, affinché tutelasse la posizione dei Comuni nei riguardi della “Servizi Ambientali“, inadempiente circa la costruzione del canale di collegamento tra le fognature di Pietra Ligure e del suo circondario con il depuratore biologico di Borghetto S.Spirito. Collegamento, allora, come oggi, ancora inesistente.

Questo incarico legale veniva attribuito in virtù del fatto che i Comuni avevano già compiuto consistenti investimenti al riguardo senza che le società gerenti i servizi idrici, “Ponente acque” prima, e “Servizi ambientali” poi, avessero almeno attuato le procedure per realizzare l’opera.

Infatti, ad oggi, Gennaio 2024, la situazione è tale e quale la stessa di sempre: il 70% del territorio di Pietra Ligure ed il 100% della Valmaremola, NON HANNO le loro fognature depurate! Infatti, le scaricano  nell’impianto di Pietra, che è vecchio di circa 40 anni e che fa solo la “stacciatura” dei liquami; che cos’è la “stacciatura”? Secondo la Presidente di Servizi Ambientali, Balbo, nella sua risposta ad una mia interrogazione, sarebbe: “la grigliatura grossolana, grigliatura fine e disoleatura” dei liquami. Con parole semplici, questi ultimi vengono tritati, lavati e compattati.  Ma liquami sono e restano: tali e quali. Hanno solo una “forma diversa” dall’originale. Ma nulla di più. Per questo tipo di “trattamento”, che, a ben guardare, non è neanche primario, e che di certo NON è depurazione, NON si deve pagare alcun corrispettivo come “depurazione” perché, appunto, depurazione NON è. Lo dicono chiaro sentenze ripetute della giurisprudenza. Eppure il 70% di Pietra Ligure ed il 100% della Valmaremola pagano per quello. Invece, si deve pagare la depurazione quando essa è completa: fatta in un depuratore biologico, cioè: i liquami entrati in depurazione devono uscirne come “acqua pulita”. Acqua che possa essere riutilizzata, ad esempio, per scopi irrigui o anche finire in mare, ma andandoci pulita.

Invece, il prodotto della stacciatura dell’impianto di Pietra Ligure, scarica nel Mar Ligure una massa di liquami che ha solo cambiato forma ma che è rimasta tale e quale con tutto il suo carico inquinante. La Presidente di Servizi Ambientali, con dei fumosi giri di parole, afferma che, in realtà, tutta la fognatura di Pietra Ligure e vallata andrebbe già oggi al depuratore di Borghetto e che soltanto quando l’attuale vecchia tubazione che attraversa Loano non è in grado di sopportarne il carico, il presunto esubero si scaricherebbe in mare. Tuttavia, Servizi Ambientali NON ha mai chiarito in che percentuale, sul totale della massa, i liquami siano scaricati in mare; questo è un dato fondamentale perché se la percentuale sul totale fosse irrisoria o bassa, ciò renderebbe inutile la necessità di costruire il nuovo tanto sospirato collegamento tra Pietra ed il depuratore di Borghetto perché l’infrastruttura esistente sarebbe già bastante. Se, invece, fosse una percentuale rilevante di una massa di liquami scaricata in mare, ciò confermerebbe ancora una volta la necessità, anzi: l’indispensabilità della costruzione del nuovo collegamento. Ma, tant’è… Le risposte che vengono date sono volutamente “ambigue“, scritte in “politichese“, in modo che esse vogliano e possano significare tutto ed il suo contrario. Ma,  soprattutto, cerchino di giustificare, in qualche modo, il fatto che nelle bollette dell’acqua del 70% di Pietra Ligure e del 100% della Valmaremola venga continuamente richiesto il pagamento della depurazione IN MODO COMPLETO dei liquami. Cosa che incide in modo pesante sulle bollette stesse andando a gravarle per oltre il 40% del loro totale.

Ma TUTTI sanno che non è così e che la realtà è un’altra.

Le società gerenti i servizi idrici hanno continuato a chiedere in bolletta e lo continuano a fare tuttora, il pagamento della depurazione senza averne diritto, ma, anzi, andando scientemente e consapevolmente direttamente “contro” sentenze consolidate della giurisprudenza ai massimi livelli che: 1) Escludono categoricamente che si debba pagare la depurazione quando non viene fatta; 2) Escludono che si possa richiedere il pagamento della depurazione se i liquami hanno solo un trattamento “primario”, come può essere la “stacciatura”, perché essa non è depurazione; 3) Qualora i cittadini-utenti abbiano pagato lo stesso la depurazione quando non dovevano farlo, essi hanno diritto ad ottenerne la integrale restituzione; 4) La restituzione di quanto hanno pagato ingiustamente, non avendo i pagamenti effettuati natura di tributo ma di corrispettivo contrattuale tra la società ed il cittadino-utente, può andare indietro nel tempo fino a dieci anni, con la maggiorazione degli interessi legali. (Corte Cost. Sent.335/2008; Corte Cass.Sent.10958/2010; Corte Cass.Sent.14042/2013; Corte Cass.Sent.9500/2018; Corte Cass.Ordin.4 Agosto 2023).

Il collegamento tra Pietra Ligure/Valmaremola ed il depuratore di Borghetto NON c’è; il fatto che “si farà ” è solo in un programma di belle intenzioni propagandistiche; con i presupposti che ci sono, per cui i soldi che dovrebbero essere impiegati per questo fine vengono continuamente dirottati per altro, c’è da pensare che NON si farà.

Infatti, come scrive in risposta ad un’altra mia interrogazione la Presidente Balbo, l’unico mutuo acceso è quello del 2008 presso il notaio Firpo di Savona pari a 22,5 milioni di euro con un pool di banche composto da Banca Nazionale del Lavoro e Banca infrastrutture Innovazione e sviluppo, “finalizzato alla realizzazione dell’impianto di depurazione e delle opere connesse nei Comuni da Ceriale fino a Borgio Verezzi e relativo entroterra.

Fino ad oggi 2024: niente, dopo 16 anni.

Ed il mutuo, come si legge, ha la sua scadenza del rimborso nel 2028! Poiché in questi 16 anni sono state fatte moltissime chiacchiere, specie anche dai Sindaci che facevano dichiarazioni roboanti contro le inadempienze delle società idriche, per poi fare nulla di concreto contro di loro, ma, anzi,  sostanzialmente “reggendo loro il sacco” forse per interessi di equilibri politici. Sembra squallidamente non vera e falsa l’ormai celeberrima  dichiarazione del sindaco di Pietra Ligure Luigi De Vincenzi che in consiglio comunale ha dichiarato che: “La depurazione per legge bisogna pagarla lo stesso…..! …  e ancora La depurazione va pagata e andrebbe pagata addirittura se ci fosse soltanto il progetto del depuratore…” prendendo le parti delle società idriche e andando contro i propri concittadini, visto che gli si chiedeva di prendere posizione a favore della sospensione in bolletta del costo della inesistente depurazione… E lui disse di no!

E che dire del fatto che il 29 Aprile 2021 fu concordato e redatto un “Protocollo d’intesa” tra i Comuni di Pietra Ligure e Valmaremola con le società dei servizi idrici, nel quale fu stipulato che (finalmente) si sarebbe fatto il tanto atteso collegamento tra il territorio pietrese con depuratore di Borghetto investendo la cifra di €.5 milioni, necessaria per far l’opera. Questa somma sarebbe stata conseguita tramite l’accensione di un nuovo mutuo di €.1.500.000 ed euro 3.500.000 da conseguirsi tramite l’aumento delle tariffe dell’acqua.

Ebbene: il mutuo NON è stato acceso perché, secondo quello che scrive la Presidente di servizi Ambientali, Balbo, non si sono trovate banche che lo concedessero, visto che i bilanci della stessa società erano in passivo. A questo punto, visto che era stato stipulato che gli aumenti tariffari sarebbero stati  preordinati (col nuovo mutuo) a raggiungere la cifra necessaria per fare i lavori di collegamento E BASTA, rigore di logica avrebbe voluto che, visto che  il mutuo non si poteva accendere, anche le TARIFFE NON avrebbero dovuto essere toccate! Invece: NO! Le tariffe furono aumentate subito, applicandosi anche vari conguagli per gli anni passati, e furono aumentate del 53% solo per motivazioni amministrative della società.

Avete sentito o visto interventi di De Vincenzi o di qualche altro Sindaco che si sia lamentato, che abbia manifestato la propria indignazione, che abbia opposto la propria contrarietà di fronte ad un atteggiamento del genere che era solo indirizzato a tartassare di più ed ingiustamente i cittadini? Avete letto di qualche loro formale protesta per questo “inadempimento contrattuale” visto che il mutuo da accendersi e le modalità di raccolta dei fondi necessari tramite gli aumenti tariffari erano previsti espressamente dal “protocollo d’intesa” solo per realizzare l’opera del collegamento che, tuttavia, la società “Servizi ambientali” NON RISPETTAVA, ma usava per far altro (gli aumenti tariffari del 53%)?

Avete letto di De Vincenzi e degli altri Sindaci che abbiano impugnato la clausola per cui, in caso di inadempimento delle società dei servizi idrici, i Sindaci avrebbero potuto denunciarne il comportamento, effettuando “richieste di risarcimento per equivalente…” essendosi le parti contraenti assunte reciprocamente degli obblighi giuridicamente vincolanti (art.9)???

No. Nessuno ha letto niente del genere, perché, a parte lo “sciaratto” dei titoli sui giornali per farsi propaganda, iniziative giuridiche e giudiziarie non ne sono state prese. E la situazione va avanti così. Nel SILENZIO! Perché adesso, della questione depuratore, depurazione, bollette ingiuste, MENO SE NE PARLA, MEGLIO È.

Ciò vale per chi ne ha interesse a tenere le cose nascoste o almeno “addormentate“. Ma non vale per noi che non abbiamo né condizionamenti politici, né interessi da difendere, né ci lasciamo mettere “il bavaglio”.

Sono i cittadini stessi a doversi difendere dalle vessazioni  e dai soprusi; nel caso delle bollette ingiuste, richiedendo la restituzione di quanto hanno ingiustamente pagato in questi anni per una depurazione che non c’è mai stata. I Sindaci, lo si è visto, in questo non li aiutano: quando potevano farlo, non l’hanno fatto.

La “Servizi Ambientali” pur cosciente di quello che sta facendo, di propria iniziativa la sospensione della depurazione dalle bollette o, peggio, la restituzione ai cittadini degli indebiti soldi percepiti per la depurazione non effettuata, NON lo farà mai. Lo farà se costretta.

Per cui chi lo vorrà potrà intraprendere questa azione di recupero dei propri denari, pagati quando non si doveva; fanno meglio all’economia delle proprie famiglie che non nelle casse di chi non se li merita.

Mario Carrara

Consigliere comunale di opposizione

18/1/2024


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Carrara

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