Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Pieve di Teco. ‘Tenuta Maffone’ compra un edificio a Muzio per grandioso emporio e cantina


Una ottima notizia dal comparto dei produttori vitivinicoli della Valle Arroscia. La storica ed affermata ‘Tenuta Maffone’ di Acquetico ha acquisito un edificio in frazione Muzio di Pieve di Teco. Un’ampia struttura rimasta ‘scheletro di cemento’ da oltre 20 anni e inizialmente destinata mobilificio. Ora l’acquisto da parte dei coniugi Eliana Maffone e Bruno Pollero.

L’edificio, con area verde, di frazione Muzio, acquisito dalla ‘Tenuta Maffone’ di Acquetico e destinato con la ristrutturazione a grande emporio- moderna cantina

Una volta ultimati i lavori potrà ospitare un emporio di vendita e una moderna cantina. Valorizzando, manco a ricordalo, quando già offre il ‘panorama’ della produzione vinicola in vallata. Un motivo di richiamo, rilancio, di concreti investimenti dell’impreditoria agricola privata, di potenziale fiducia nel tessuto economico che ha indubbiamente bisogno di una riscossa, di essere agevolato ed incoraggiato a investire, rinnovarsi. Si aggiunga che in valle è già uno dei comparti più dinamici. Si pensi alle acquisizioni di vigneti in quel di Pornassio da Peq Agri di Andora e che si era già aggiudicata l’azienda Lupi (vedi Trucioli.it….).

La struttura, da 20 anni rimasta ‘scheletro’, si trova sulla statale Albenga-Pieve di Teco e all’ingresso della frazione Muzio. Pare una causa tra confinanti avesse bloccato i lavori. A Muzio opera già l’azienda agricola (vini D.O.C.) di Paolo Patrone titolare anche dell’agriturismo ‘A Ca du Paipèru’, casa indipendente con 6 posti letto.

Un ‘messaggio’ alla politica, agli amministratori regionali, provinciali e locali, perchè accelerino l’impegno nelle infrastrutture pubbliche e nei servizi. Si pensi  al traforo Armo-Cantarana, allo stato della ‘statale 28’, all’inadeguatezza di parcheggi (un’attesa di anni) nella stessa Pieve di Teco, alla mancata valorizzazione di un tesoro storico abbandonato. Il complesso di Sant’Agostino voluto da papa Sisto IV, savonese, di proprietà comunale (vedi Trucioli.it del 15 settembre 2022…).

Un investimento importante per il marchio ‘Tenuta Maffone‘ forse il più affermato e conosciuto sul mercato dei vini prodotti in Valle Arroscia. Ma non è un tema di classifiche e medaglie. Semmai del dinamismo che caratterizza da tempo la sofferente economia della vallata, in particolare dei piccoli paesi, la continua fase di spopolamento, di invecchiamento della comunità, la crisi del vecchio e sempre più malandato patrimonio edilizio, il mercato immobiliare che langue, i ‘magri’ bilanci dei Comuni. La chiusura di attività e punti di aggregazione (fanno eccezione le Pro Loco e alcune manifestazioni di richiamo). Il futuro delle resilienti giovani generazioni. La grave sorte e attesa ripartenza della seggiovia di Monesi di Triora (una tempo vero e proprio volano), la maledetta mega frana che ha colpito e ‘desertificato’ Monesi di Mendatica, la natura che non aiuta da qualche anno per rare nevicate.

Pieve di Teco resta pur sempre la ‘piccola capitale’, punto di richiamo, con un certo dinamismo del settore commerciale e artigianale. Proprio da qualche giorno alcune indiscrezioni, peraltro attendibili, parlano della compravendita di un intero ‘isolato’ (antico edificio) attiguo al popolare bar-ristorante Sport. L’immobile, da ristrutturare, confina con via Ponzoni (portici) e via Piave. Comprende magazzini al piano strada e alloggi ai piani superiori.

UN RECENTE ARTICOLO DE IL SECOLO XIX E LA STAMPA EDIZIONE IMPERIESE

Il coniugi Eliana Maffone e Bruno Pollero infaticabili e lungimiranti nella promozione- innovazione vitivinicola della loro azienda

SI LEGGE DAL SITO INTERNET DELLA ‘TENUTA MAFFONE’ -Un piccolo lembo di terra stretto tra ripidi versanti boschivi, un luogo magico dove la tradizione del vino e dell’ olio buono il dono di madre Natura agli uomini che da sempre lavorano con passione tra questi declivi .

E’ qui nell’ alta Valle Arroscia – in provincia di Imperia – che Bruno ed Eliana conducono un’ azienda familiare che incarna la storia di un piccolo angolo di Liguria. L’ azienda è giovane. Nasce nel 2009 quando Bruno decide di lasciare il lavoro per dedicarsi ai vigneti. Una scelta coraggiosa che ha cambiato la vita di entrambi.

Il comune è Pieve di Teco, la frazione Acquetico , tra i 500 e i 700 metri di quota, dove il sole e i venti miti del Mediterraneo regalano ai vigneti le condizioni migliori per maturare le uve.

Uno scenario più alpino che agricolo – dove si possono incontrare cinghiali e caprioli – definito da Mario Soldati “l’optimum” ossia il massimo “per la qualità delle uve e del vino”.

I vigneti di proprietà della famiglia hanno dai 60 ai 100 anni e la scelta è quella di mantenerli e coltivarli in modo tradizionale, non usando diserbanti e concimi chimici. Nel vigneto viene seminato orzo e favino che poi si trita e si interra per azotare il terreno.

La posizione particolarmente favorevole dei vigneti , molto areati in altitudine e ben esposti al sole ci permette di fare pochissimi trattamenti e di non usare antimuffe – si conduce quindi una coltivazione dell’ uva con grande rispetto per l’ ambiente e la natura che ci circonda – non è strano infatti in estate trovare nidi di uccellini ben nascosti nelle foglie delle viti.

E’ la patria dell’ Ormeasco, vitigno autoctono coltivato in un ristretto areale dell’ imperiese che, assieme al Pigato – altra varietà indigena di assoluta qualità – costituisce il vanto e l’ orgoglio di Tenuta Maffone.

Il Pigato coltivato a 500 m. slm, vinificato con criomacerazione e lungo batonage prima dell’ imbottigliamento si differenzia molto nei profumi e nella struttura da quelli coltivati più vicino al mare .

L’ Ormeasco viene vinificato 5 modi diversi – si parte dallo Sciac-trà – un rosato naturale derivato da una vinificazione in bianco – l’ Ormeasco classico , macerazione sulle bucce con vinificazione in acciaio – L’ Ormeasco Superiore , raccolta tardiva di uve selezionate a mano nel vigneto più vecchio , macerazione sulle bucce e un passaggio di circa 6 mesi in botte grande di legno – L’ Ormeasco Passito , una piccola produzione con uve appassite sui graticci fino a gennaio e poi sgrappolate a mano e pigiate nel vecchio torchio .

Nel 2012 Bruno decide di portare avanti un progetto sul quale studiava da un po’ di tempo – spumantizzare l’ Ormeasco .

Queste uve di montagna che nessuno aveva mai provato a vinificare in modi diversi da quelli della tradizione che però bene si prestano all’ invecchiamento e ce lo dimostrano gli ormeaschi superiori o passiti che abbiamo modo di assaggiare magari anche ritrovati in vecchie cantine dimenticati da molti molti anni .

Ebbene si comincia questa nuova avventura !Seguendo alla lettera le indicazioni dell’ enologo, Marco Biglino, si parte a vendemmiare l’ ormeasco nei primi giorni di settembre – con oltre un mese e mezzo di anticipo rispetto alla vendemmia classica .

Queste uve ancora molto indietro nella maturazione vengono vinificate in bianco , quando il vino è fatto viene messo in bottiglia seguendo i dettami della vinificazione degli spumanti Metodo Classico e poi le bottiglie vengono riposte nella vecchia cantina del nonno a riposare per almeno 30 mesi .

Nel 2014 la prima sboccatura è un successo !! Il Metodo Classico di uve Ormeasco al quale è stato dato il nome “Dueluglio” – primo ed unico al mondo – è diventato realtà , viene subito apprezzato e si pensa già a come sarà dopo 48 o 60 mesi e quindi la produzione continua con rinnovato entusiasmo .


Avatar

Trucioli

Torna in alto