Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Pietra Ligure, assemblea pubblica. Depurazione che non c’è ma si paga. Il ‘bau bau’ dei sindaci e la diffida


COSTI DELLA DEPURAZIONE DELLE ACQUE, NON DOVUTI MA FATTI PAGARE LO STESSO. ORA È IL MOMENTO DI AGIRE! ASSEMBLEA PUBBLICA IL 29 MAGGIO A PIETRA LIGURE. COSTITUZIONE DEL PRIMO COMITATO CIVICO. Come dice il proverbio:Tanto tuonò, che piovve.

Polo di Centrodestra per Pietra – Lista Civica dei Pietresi

Gruppo Consiliare Centrodestra

Consigliere Mario Carrara

Dopo il tempo delle analisi e dei discorsi sull’incresciosa situazione delle bollette delle utenze domestiche dell’acqua, “gonfiate” di spese imputate ad una “depurazione” biologica attestata come in “pieno esercizio“, ma in realtà, NON FATTA, è venuto il tempo di passare alle azioni concrete.

Lunedì 29 Maggio, alle ore 20,30, nella sala del bar Giardino (gc), in piazza della Vittoria, a Pietra Ligure, si terrà un’

ASSEMBLEA PUBBLICA

al fine di esporre e relazionare sullo stato degli atti, confrontandosi direttamente coi cittadini-utenti circa le iniziative da intraprendere al riguardo.

Come abbiamo visto dall’analisi svolta in queste settimane, sono anni che gli utenti dell’acqua di Pietra Ligure, compresi tra lo svincolo autostradale di viale Riviera e i confini con Borgio, Tovo e Giustenice, quindi il 70% dell’intera popolazione pietrese, pagano in bolletta la depurazione che NON VIENE FATTA. Ad essi si aggiunge il 20% dei cittadini di Ranzi, per attestazione ufficiale del Sindaco in seguito a nostra Interrogazione con “risposta scritta“. In questo caso, tuttavia, siccome la risposta data dal Sindaco, in percentuali, è generica e non si riesce ad individuare “quali” tra essi o, almeno quali vie della frazione siano escluse dalla depurazione pur pagandola, abbiamo presentato una nuova Interrogazione per sapere questo dato importante. Importante perché, in quest’ultimo caso, questi cittadini non dovrebbero pagare un servizio che non viene effettuato.

Al 70% di Pietra Ligure ed al 20% di Ranzi si sommano i 100% di Borgio Verezzi, di Tovo San Giacomo, di Giustenice e di Magliolo.

È per questo che abbiamo invitato all’assemblea pubblica di lunedì 29 maggio le rappresentanze dei gruppi consiliari d’opposizione di quei Comuni, in particolare di Borgio Verezzi e di Tovo San Giacomo, affinché possa essere intrapresa un’auspicabile azione comune, nell’interesse delle nostre singole comunità e dei loro cittadini.

Che la “questione” sia ancora ben lungi dall’essere risolta è dimostrato dall’ultima presa di posizione dei Sindaci i quali hanno, nel corso del tempo, assunto atteggiamenti, tuttavia, sostanzialmente tutti accomunati dal non aver fatto concretamente nulla, nel senso di un’azione, un vero atto giuridico concludente, per la risoluzione della questione che sta affliggendo tutto il territorio.

Infatti, in questi ultimi quattro anni si è assistito più che altro a “prese di posizione” per lo più declamate per fare titoli giornalistici che in qualche modo “rassicurassero” l’opinione pubblica che il problema veniva “costantemente seguito“: ma più in là dei titoli giornalistici non si è andati. La riprova? Nel Novembre 2020 viene data notizia che è stato conferito un “mandato legale all’avvocato Lorenzo Cuocolo di tutelare le loro amministrazioni rispetto alla mancata realizzazione del progetto comprensoriale” (IVG art.27/5/2020). Mandato confermato a Marzo del 2021, dove in un altro articolo dei Sindaci si legge: “…confermiamo altresì il proseguimento dell’azione legale” (IVG art.9/3/2021).
Quindi, se “proseguiva“, per “proseguire” l’azione legale avrebbe dovuto essere almeno iniziata. Con quali altri atti, oltre al conferimento del mandato? Che fine ha fatto questo mandato legale? Cosa ha fatto poi il legale di chiara fama incaricato, al riguardo?

Ma, dopo aver fatto “fuoco e fiamme” minacciando le cause legali e le “chiamate in giudizio” per le inadempienze da parte delle società gerenti i servizi idrici circa la costruzione del canale di collegamento con il depuratore di Borghetto S.Spirito, i Sindaci giungevano ad esultare, con toni trionfalistici, nel Maggio successivo, per le rassicurazioni e le successive intese intercorse con le stesse società gerenti i servizi idrici, “Servizi Ambientali SpA” ed “Acque Pubbliche Savonesi SCpA“, formalizzate con la redazione di un atto ufficiale, denominato “Protocollo d’intesa“, con il quale venivano stabiliti tempi e modi di attuazione degli attesi lavori. Infatti, leggiamo in un titolo: “Collettamento della Valmaremola al depuratore di Borghetto. De Vincenzi: soddisfazione per i risultati raggiunti dopo la riunione in Provincia. Il Sindaco di Pietra Ligure si esprime anche per conto degli altri Sindaci coinvolti…” (Savonanews, art.30/4/2021).

Queste posizioni contrastanti, tuttavia, non erano destinati ad esaurirsi perché, dopo tutta questa soddisfazione per i brillanti (ndc) risultati“, neanche un anno dopo si legge: “Collegateci al depuratore. Protesta dei cinque Sindaci” (Il Secolo XIX, 24/7/2022). Quindi, si era ritornati al punto di partenza! Ed il tempo, gli anni erano passati senza che vi fossero stati risultati. Ora, il 18 Maggio 2023, qualche giorno fa, si legge che finalmente, dopo anni di “manfrina” e “tira e molla” inconcludente (perché non si è concluso niente…) i Sindaci si sono “svegliati” e intimano con una diffida a Servizi ambientali ed APS ad avviare il collettamento al depuratore di Borghetto, sennò agiranno in giudizio”. Alla buon’ora. Dopo anni di chiacchiere buone per i giornali, questo è il risultato: una diffida di minaccia ad agire in giudizio, non l’inizio di una vera azione giudiziaria. Siamo ritornati, sostanzialmente al punto iniziale, del Novembre 2020. Ma anche in questo caso, il trend è sempre lo stesso perché la dichiarazione “roboante” sembra chissà che cosa ma, di concreto non smuove la situazione di un millimetro.

Infatti, oltre al titolo “forte” sui giornali, sembra solo preordinata a mettersi a posto la coscienza con l’opinione pubblica facendo vedere di “farqualcosa“. Ciò perché, anche ammesso e non concesso che i lavori partissero “domani” occorrerebbero anni per il loro completamento. Lavori che come abbiamo già avuto modo di scrivere, non riguardano solamente la realizzazione del canale di collegamento delle fognature della Valmaremola con il depuratore di Borghetto (lavori mastodontici che andrebbero a sconvolgere tutta la via Aurelia di Loano per chissà quanto tempo), ma anche il potenziamento, l’allargamento del depuratore di Borghetto che, così com’è, non è adeguato per ricevere la nuova massa dei liquami provenienti da Pietra, Borgio e Valmaremola e relative masse turistiche. Lavori che, a tutt’oggi, non hanno ancora una fonte di finanziamento (di svariati milioni di euro) della quale si è ancora alla ricerca e, non essendoci ancora i soldi per fare l’opera, non ci sono, anzi, NON POSSONO ESSERCI neanche i progetti ESECUTIVI approvati ed i cronoprogrammi che stabiliscono i tempi certi dell’esecuzione delle opere.

Come si vede, oltre agli anni occorrenti se i lavori cominciassero DOMANI, occorre ancora altro, tanto tempo per completare tutte le procedure burocratiche sopraelencate, che sono, ovviamente, la premessa necessaria dei lavori. Tempi biblici, distanze temporali misurate in “anni luce”, da oggi.

Altro che “DIFFIDA ad adempiere…del 18 Maggio scorso“.

Ora, i Sindaci si sono “svegliati” facendo un “ululati di minaccia” di minaccia con una diffida che riguarda, però, come detto le sole opere pubbliche necessarie e non altro. C’è da chiedersi, visto che molti di loro sono già al secondo mandato e, comunque, erano già presenti in carica nel 2013 (ci fermiamo indietro di soli 10 anni…) quali “meditazioni”, quali elucubrazioni abbiano svolto in tutto questo tempo per arrivare ad un risultato così inconcludente.

Di certo, han fatto MENO CHE NIENTE circa la vessatoria e sconcertante imposizione nelle bollette delle utenze domestiche dell’acqua dei costi della depurazione che, non essendoci collegamento col depuratore, non essendoci il potenziamento dello stesso depuratore, non essendoci i finanziamenti per fare le opere, non essendoci progetti esecutivi approvati, non essendoci “cronoprogrammi” esecutivi che stabilissero tempi certi, NON POTEVANO, MAI E POI MAI, quei costi della depurazione essere inseriti nelle bollette delle utenze domestiche dell’acqua. Per di più sulla falsa attestazione del “servizio di depurazione attivo“, cosa che non è vera.

Non solo i Sindaci per questa ultima questione che interessa direttamente i loro cittadini non hanno fatto niente, o addirittura come nel caso del sindaco di Pietra Ligure Luigi De Vincenzi, hanno dichiarato che “si doveva pagare in ogni caso”, bastando, secondo lui, l’esistenza
di una -semplice- progettazione (cosa non vera), ma anche sono andati oltre; l’ultima “perla” l’abbiamo letta proprio nelle dichiarazioni rilasciate in seguito alla riunione dei Sindaci di una settimana fa, in cui, uno di essi ha dichiarato: “In tutti questi anni la Val Maremola, Pietra Ligure e Borgio hanno sempre onorato gli impegni economici,
i cittadini hanno sempre pagato IL DOVUTO (IVG. art.18/5/2023).

No, Sindaci, i cittadini, in tutto questi anni, NON hanno sempre pagato solo “il dovuto“, ma hanno pagato anche più del dovuto: HANNO PAGATO ANCHE QUELLO CHE NON AVREBBERO DOVUTO PAGARE..! Lo hanno pagato per anni, pur non essendocene i presupposti, e lo stanno continuando a fare.

Una dichiarazione così, oltre che improvvida ed avventata, dimostra due cose e, delle due, una: 1) o che essi, in questo settore, non hanno proprio un’idea di quello che amministrano e si lasciano andare a rilasciare dichiarazioni “in libertà“, pur di fare “sensazione” negli articoli (perché, se lo sapessero, non direbbero frasi così insensate). 2) o che essi, invece, ne sono ben consapevoli (cosa ben più grave) e sostengono la linea di Luigi De Vincenzi, secondo la quale bisogna “in ogni caso: pagare! E questo giustificherebbe la frase che i cittadini hanno pagato sempre il dovuto, ricomprendendo nel “dovuto” anche la depurazione che, invece, NON È DOVUTA.

È anche per questi motivi, visto che i cittadini non vengono “tutelati” dai loro organi rappresentativi istituzionali e devono tutelarsi da soli dalle vessazioni, che all’assemblea pubblica vi sarà la qualificata presenza di un avvocato, esperto nel diritto delle questioni “idriche”, che farà il punto della situazione sotto il profilo “legale”, soprattutto in considerazione proprio della tutela dei consumatori nei confronti di vessazioni come quelle cui sono stati e sono tuttora ingiustamente sottoposti e delle azioni proponibili a loro tutela e difesa.

Infatti: chiediamo da subito:

1) La sospensione del pagamento delle voci della depurazione dalle bollette delle utenze domestiche dell’acqua, che incidono per oltre il 40% delle stesse.

2) L’attivazione delle procedure di recupero dei soldi ingiustamente pagati in questi anni passati.

In questa stessa Assemblea pubblica annunceremo la costituzione del primo COMITATO CIVICO per la zona di Pietra Ligure, che coordinerà le iniziative di tutela dei cittadini-utenti della città e della frazione Ranzi e si rapporterà con gli avvocati per le iniziative che si riterrà opportuno intraprendere. Ovviamente, salve le azioni di accertamento delle responsabilità personali, fatte di azioni, comportamenti, omissioni, collusioni, connivenze con chi ha determinato il crearsi, il perdurare, il consolidarsi di una situazione come quella descritta.

Tutti i cittadini-utenti, interessati alla questione, sono invitati ad intervenire.

Per una migliore comprensione delle tematiche trattate, si consiglia di portare con sé una copia delle bollette.

Mario Carrara

25 Maggio 2023

 


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Carrara

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