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Liguria e Basso Piemonte

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La cementificazione della costa e l’incolumità pubblica. 2/Peste suina tra Liguria e Piemonte: inutili recinzioni


Liguria, una delle Regioni d’Italia a più alta densità di cementificazione. Secondo un esperto della materia “la fascia costiera ha dal 60% all’80” di seconde case mentre la Svizzera ha posto il limite del 20% e l’Alto Adige del 10%”!

di Franco Zunino*

La Regione  Liguria ha approvato il nuovo regolamento che prevede la possibilità di costruire anche su molte delle aree inondabili del versante marino delle montagne (quelle a minor rischio)! E con l’approvazione dell’Autorità distrettuale dell’Appennino settentrionale (già Autorità di Bacino): non si capisce questa decisione… Che ci sia qualcuno a cui la possibilità di farlo evita l’impedimento precedente?! Ed il colmo è che è stato dichiarato che ciò lo si farebbe per “tutelare l’incolumità pubblica”!

Come ciò sia possibile lo hanno spiegato le autorità con i soliti giochi di terminologie di cui pare siano campioni in questa Regione (eclatante il Piano di gestione della Riserva dell’Adelasia, dove tutto è proibito e nel contempo tutto è consentito!). Si vedrà alla prova del nove (leggasi futuri disastri alluvionali) se quanto deciso reggerà nelle aule giudiziarie qualora dovesse succedere anche in Liguria quello che è successo in Romagna, anche là non sempre o solo in zone ad alto rischio esondazione!

Alluvioni e cambiamenti climatici: fatti e inziative

  1. Si sa, i politici non sono sempre gli esperti della materia che poi trattano in Parlamento: sono semplici cittadini che hanno fatto carriera politica, e magari finiscono anche per trovarsi ai vertici del potere, quindi non dovrebbe meravigliarci quando, costretti a prendere posizione sui tanti argomenti che coinvolgono la gestione della Società e del Paese, magari finiscono per dire anche non poche castronerie. Va bene, ci sta. Ma certe volte se almeno utilizzassero la logica prima di fare certe dichiarazioni, magari certe gaffe se le potrebbero evitare.
  2. Prendiamo l’esempio dell’ex Ministro del Turismo Massimo Garavaglia, che l’altro giorno così ha detto durante un intervista su Radio 1: “nel1994 se Alessandria ha potuto superare indenne la disastrosa piena del Tanaro è stato grazie alla diga di Osiglia”! Boom! La diga di Osiglia è sì un bacino di una certa estensione, più noto per la sua attrazione turistica che non per le emergenze idriche. Peraltro anche dichiarata (e qui ci vuole un altro boom!) SIC (Sito di Importanza Comunitaria: per dire come nei SIC gli ambientalisti italiani ci hanno infilato di tutto!). Ora, tornando a Garavaglia, il bacino idrografico alla cui foce c’è Alessandria è quello del Fiume Tanaro: ed è vastissimo e comprende praticamente gran parte della Provincia di Cuneo (che è la più estesa d’Italia!), Val Bormida ed Valle dell’Erro comprese. Il che vuole dire non meno di 8.000 km quadrati di territorio. Il bacino o lago di Osiglia raccoglie l’acqua della minuscola Valle Bormida di Osiglia (non più di 30 Km quadrati). Ora, come questo bacino possa da solo aver impedito l’allagamento di Alessandria dove confluiscono le acque di tutto il bacino del Tanaro (Valli Bormida ed Erro comprese), è un mistero che solo l’ex Ministro Garavaglia ci potrebbe spiegare! Quasi come la nota iperbole di chi vuole vuotare il mare con un secchio! E questo perché? Ovvio, per favorire la costruzione di dighe ed invasi, il che vuole dire lavori, finanziamenti pubblici ed appalti! E allora si capisce tutto! Peccato che non sia così che si mette in sicurezza l’Italia dal rischio inondazioni!

La peste suina è esplosa, tra Piemonte e Liguria, all’incirca 20 (venti!) mesi or sono. Si sarebbe dovuto intervenire subito con una drastica eliminazione o almeno riduzione dei cinghiali (perché eliminarli veramente tutti non sarebbe stato possibile per ovvie ragioni) presenti in una vasta area circostante i primi casi. Si sono subito opposti gli animalisti, che hanno proposto alla politica il palliativo delle recinzioni, ed i politici hanno abboccato. Così come non fu fatta la logica immediata messa in sicurezza degli allevamenti di maiali, che avrebbe dovuto essere il primo provvedimento e non già lo stanziamento dei soldi per le inutili recinzioni!

Ora, si ripete, a distanza di circa 20 mesi, dopo la fallimentare realizzazione dell’inutile e costosissima recinzione, il Commissario straordinario (nel frattempo cambiato) ha infine deciso le suddette operazioni. Peccato che sia tardi o quasi, perché se prima si doveva agire su un’area di qualche centinaio di ettari, oggi si parla di decine di migliaia di ettari: un’operazione quasi impossibile! Ma non solo questo! Se ne sono inventata un’altra (sperando che non siano stati i soliti anticaccia a proporla!): “un monitoraggio dei cinghiali con i droni”, ed hanno anche creato una nuova figura (certamente stipendiata!), il “bio-selettore”!

Ecco cosa si è dovuto leggere su La Stampa dello scorso 18 maggio: «Mentre non si arresta la diffusione della peste suina africana, è stato varato un piano di eradicazione che prevede un monitoraggio dei cinghiali mediante l’uso di droni in appoggio al personale a terra con un piano di abbattimento coordinato attraverso la figura del bio-selettore, una persona addestrata per eliminare gli ungulati dopo le catture. Si tratta di componenti di squadre selezionate che saranno presto attive anche nel Savonese. Dopo la Coldiretti, anche la Cia (Confederazione italiana agricoltori) ha incontrato il nuovo commissario straordinario nazionale alla peste suina, Vincenzo Caputo. Il dialogo con il nuovo funzionario è stato ritenuto costruttivo, “ma sono urgenti misure concrete per tutelare le aziende agricole e la filiera collegata” è il messaggio lanciato dalla Cia. Il Presidente regionale e quello savonese hanno ribadito a Caputo che serve una gestione concreta dell’emergenza in atto, attraverso tutte le forme di eradicazione dei cinghiali attuabili e possibili. “Un nuovo piano – ha detto Sandro Gagliolo, presidente Cia Savona – che punta all’eradicazione dei cinghiali nelle zone rosse, un programma di abbattimenti pronto a partire entro 15 giorni e che auspichiamo possa rappresentare una svolta per risolvere l’emergenza”. Inoltre è prevista una logistica sanitaria semplificata. Per lo smaltimento delle carcasse sarà attivata la filiera della carne di cinghiale.» E poi c’è chi dice che non bisogna denigrare gli italiani con il classico e famoso detto (molto in auge all’estero!): i soliti inconcludenti italiani.

Segretario Generale AIW – Franco Zunino


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