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Liguria e Basso Piemonte

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Liguria, nuove costruzioni sulle aree inondabili. L’ing. Cuneo: E’ tradizione del governo regionale di destra o di sinistra. Il dr. Scarpati: Manca studio completo di aree a rischio. Il divario con la Toscana


La Liguria – terra fragile, vulnerabile e di cementificazione- ha tre problemi principali. Li riassume l’ing. Roberto Cuneo (Italia Nostra) al quale abbiamo chiesto un commento sul nuovo regolamento approvato dalla Regione. Il Secolo XIX ha titolato: ‘In Liguria si costruirà su aree inondabili’. Riflessione: la tragedia che ha colpito l’Emilia Romagna cosa insegna, oltre all’urgenza di interventi strutturali. Una ‘cultura del rischio’. Con fiumi e torrenti che esondano, colline che franano. Vittime e danni per miliardi.

L’ing. Roberto Cuneo.

  • Un consumo di suolo nella fascia costiera di gran lunga superiore a tutte le regioni italiane, con grave impoverimento dell’aspetto paesaggistico;
  • Un patrimonio edilizio smisurato, spesso di bassissima qualità (la fascia costiera ha dal 60% all’80% di seconde case mentre la Svizzera ha posto il limite del 20% e l’Alto Adige del 10%);
  • I piani di bacino registrano diffuse situazioni di pericolo in tutti i corsi d’acqua liguri e il rischio reale sulle aree esondabili è storicamente superiore alle previsioni.

Questa norma va a peggiorare i tre problemi enunciati.

La imprevedibilità dei fenomeni alluvionali, che sono in fase di peggioramento, fa ritenere ridicola la ipotesi di prevedere l’altezza della esondazione: sbagliamo la previsione sulla periodicità dell’esondazione (abbiamo avuto in pochi decenni molte esondazioni anche nelle zone rosse valutate con rischio cinquantennale) e ci vogliono far credere di essere in grado di prevedere se sarà di 30 cm e la velocità minore di 1m3/sec?!

Siamo nella perfetta tradizione del governo della regione che di destra o di sinistra pensa solo allo sfruttamento degli spazi e a soddisfare il piccolo egoismo dei cittadini.

Ci vorrebbe un addendum:” Quando ci sarà l’alluvione non venite a chiedere indennizzi!!!”

DA ALASSIO IL GEOLOGO DR. ALESSANDRO SCARPATI –

Il dr. Alessandro Scarpati geologo

Concettualmente il discorso non sarebbe sbagliato. In un’area allagabile, se il tirante d’acqua è molto basso, 20-30 cm, anche la pericolosità è bassa. Analogo discorso per la velocità della corrente. Però per quante aree inondabili in Liguria sono a disposizione studi tiranti/velocità di questo tipo? Pochissime. E pertanto una simile normativa avrebbe dovuto giungere dopo uno studio completo che avrebbe dovuto redigere/coordinare la Regione su tutte le aree inondabili liguri.
Però, al di là degli aspetti normativi sulle aree inondabili, una Regione attenta a questi temi dovrebbe intervenire sul territorio con opere idrauliche che riducano estensione e pericolosità delle aree inondabili: interventi che sono sempre troppo pochi rispetto alle reali necessità.
Dovrebbe altresì strutturare i propri uffici regionali e provinciali, con personale adeguato per fare fronte alle necessità che presenta un territorio fragile come il nostro. E’ dagli anni ’90, con la soppressione dei Geni Civili, seguita poi dalla abolizione delle Comunità Montane, che l’architettura istituzionale in materia Difesa del Suolo regionale continua a subire riduzioni, tanto da essere diventata oggi largamente insufficiente a gestire le problematiche in essere. Basta fare un confronto tra le strutture della Difesa del Suolo della Regione Toscana con quelle della Liguria per comprendere l’enorme divario che si è creato negli anni. Tutto ciò risulta ancora più grave per il fatto che entrambe le regioni, Liguria e Toscana, fanno parte della medesima Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale.
La differenza tra aree esondabili e inondabili è lessicale: il fiume esonda, e la sua esondazione inonda un’area.
Alessandro Scarpati


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