Alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Imperia e Savona e pc Sindaco di Savona, Storia Patria Savona, Consulta Culturale Savonese.
di Paolo Forzano
Come privato cittadino mi interesso di alcuni aspetti della comunità savonese, tra cui il Priamar. In questo periodo vedo che la manutenzione della fortezza, trascurata da troppi anni, presenta lacune che potrebbero essere colmate prima che diventino problemi più grandi: ad esempio chiazze di pavimentazione in mattoni mancanti, piante che stanno diventando alberi e che quindi stanno aprendo crepe importanti nei muri.
Credo che l’onere dovrebbe essere a capo del Comune, ma se così fosse, vedrei con piacere un sollecito da parte della Sovrintendenza.
Da molti anni il Comune ha peraltro smesso di essere parte attiva nel processo di valorizzazione del Priamar,
processo che dopo alcuni anni di progetti, di interventi di restauro portati a termine, si è fermato da tempo.
Riporto un eloquente intervento di Pasquale Gabbaria Mistrangelo al convegno “Emergenza Priamar: quale futuro per Savona?” Palazzo degli Anziani, 22 novembre 2003.
“Non credo che il completamento del restauro della Fortezza, al punto in cui siamo, richieda grandi contributi di idee di composizione architettonica, ma ne richiede sul piano della gestione, della manutenzione e della interazione tra soggetto pubblico e soggetti privati da coinvolgere per occupare di vita il Priamar ed evitare che muoia una seconda volta”.
Una frase che esprime il “dolore” da parte di un professionista che ha dedicato buona parte della sua vita a questa eccezionale struttura, dalla tesi di laurea a tre decenni di lavoro sul campo, “dolore” nel vedere disperdere quanto fatto per abbandono ed incuria.
Dal 22 novembre 2003 sono passati vent’anni e sono stati, purtroppo, altri vent’anni di declino.
Posso solo aggiungere il mio “dolore” a quello di Pasquale Gabbaria Mistrangelo e di tutti quei savonesi che vedrebbero volentieri tornare a vedere quella attrattività e frequentazione che il Priamar meriterebbe, e che solo forse in una occasione ebbe: 1987 manifestazioni della Festa dell’Unità con il festival de “L’Unità / Cinema”.
In tale occasione si costruì un bellissimo scalone in legno che permetteva l’accesso dai giardini del prolungamento agli spalti del Priamar. C’era “vita” dappertutto! Probabilmente il momento più bello della vita del Priamar, momento che ha segnato però anche un culmine limitato e la discesa verso l’abbandono.
Io spero, ed ogni tanto scrivo!
Spero che il Sindaco e la Sovrintendenza vogliano riprendere i fili della vita del Priamar!
Recentemente ho risollevato un paio di problemi nell’ambito Priamar che avevo sollevato una decina di anni fa.
– ripulire il Priamar ad ovest in modo da dargli respiro e visibilità, e contestualmente demolire quella piscina che deturpa grandemente la fortezza, nonché l’asilo e quelle costruzioni improprie nel contesto.
Per la piscina esiste un’ipotesi di restauro, che io credo debba essere bloccata in questo preciso momento.
– ricollocazione di 11 cannoni che stanno in una galleria alla base della fortezza, e che con un modesto impegno economico potrebbero essere ricollocati al loro posto.
Credo che questi cannoni storici dovrebbero essere sotto la tutela della Sovrintendenza, pertanto chiedo sulla base degli elementi trasmessi e delle ulteriori informazioni in proprio possesso, se codesta Soprintendenza ravvisi l’esistenza di un interesse archeologico, e l’opportunità di porre questi cannoni sulla fortezza del Priamar.
Peraltro l’attuale posizione non è certamente la migliore per la loro conservazione.
La fortezza aveva un potenziale di 237 cannoni, anche se non superò mai i 100 cannoni.
Molti altri cannoni sono ancora cementati nei moli, dove in passato erano utilizzati come bitte. Ma questi 11 sono disponibili senza nessun intervento, se non qualche operazione di leggero restauro.
Paolo Forzano
