Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Per una sanità ligure migliore. Bozza di Piano socio-sanitario 2023-2025. Osservazioni del Comitato Amici ospedale San Paolo


Il piano socio sanitario ligure approvato dalla Giunta regionale con atto N° 255/2023 nella seduta n° 3796 del 23 marzo 2023 (vedi bozza piano socio sanitario). Brevi osservazioni del Comitato Amici dell’ospedale San Paolo.

Trattasi di un documento di quasi 200 pagine di non agevole valutazione tanto più che non è noto il contenuto della lettera con cui la Giunta Regionale Ligure chiede al Ministero della salute le deroghe alla legge Balduzzi (DM70/2015). Pare che queste deroghe siano ben cinquanta e quindi profondamente incisive nel disegnare il futuro della sanità regionale. Perciò al momento una valutazione complessiva non è possibile.

Da una prima rapida lettura emergono comunque alcune semplici osservazioni che elenchiamo schematicamente con essenziali note esplicative:

  • Trasposizione del modello lombardo nel tessuto della sanità ligure: erogatori di prodotti (ospedali) – acquirenti di prodotti (Asl ; da noi i distretti).
  • Prevenzione salute e sicurezza ambienti di lavoro. Questa è una funzione prevista dalla Legge con una struttura complessa (PSAL); ciononostante il Piano sembra non dare  direttive in questo momento  quando gli infortuni sul lavoro mietono vittime.
  • Il Piano sembra non dare direttive per programmi di educazione sanitaria ed di informazione rivolta alla popolazione e agli operatori del settore. Le attività ispettive debbono essere coniugate con preventive attività formative ed educazionali . (parte terza, punto 10)
  • Case di comunità: incongrua destinazione: al finalese (57.000 abitanti) sono assegnate due strutture, mentre non se ne prevede neanche una nell’area con vasto entroterra Celle ligure-Varazze-Stella-Pontinvrea-Mioglia-Sassello-Urbe, dalla viabilità complessa (parte seconda 2.1)
  • IRCSS San Martino- Ospedale Villa Scassi : scorporo dall’Asl3 e gestione integrata dei due ospedali in attesa della trasformazione dell’ospedale di Sanpierdarena in RSA e lungodegenza all’apertura di quello degli Erzelli  (parte quarta,4.2 ). Al di là delle scelte organizzative è indispensabile ridurre il rischio di smobilitazione dell’esistente per non andare ad intasare il pronto soccorso del San Martino a tutt’oggi in note  gravi difficoltà.
  • Modello di transizione e modello compiuto : Saggio riflettere su come arrivare al modello compiuto, considerando che la costruzione degli stabilimenti ospedalieri richiede per esperienza decenni, mentre deve essere comunque curata la popolazione sempre più anziana con difficoltà di mobilità. Certamente con la lontana prospettiva di tre nuovi ospedali pubblici (La Spezia,  Erzelli , Arma di Taggia) e due nuovi ospedali convenzionati (Gaslini, Galliera) cambieranno  gli scenari  dovuti anche alla  probabile ulteriore diminuzione di popolazione (parte quarta, 3.2)
  • Modello hub and spoke: questo modello teorico, ripreso dalla letteratura internazionale in contesti geomorfologici sovente diversi da quelli italiani ed in particolare liguri, mal si attaglia ai bisogni di risposta sanitaria in emergenza/ urgenza. Per capirci: servizi di chirurgia vascolare, gastroenterologia con servizio endoscopico , pneumologia con servizio endoscopico e chirurgia toracica indispensabili per l’emergenza /urgenza debbono essere distribuiti negli ospedali dotati di pronto soccorso di primo livello allo stesso modo dei centri ictus e di cardiologia interventistica (come emerge lodevolmente nel documento), forzando la disposizione della legge Balduzzi e/o  prevedendo strutture semplici con professionisti di queste specialità.

Esemplificando, sia l’ospedale Sanremo-Imperia, sia il S. Corona, sia il San Paolo di Savona debbono essere dotati  di  tutte queste specialità.

Le distanze e la viabilità sono troppo rilevanti per ragionare con il modello hub and spoke.Una riflessione che non è considerata in questa organizzazione è il futuro professionale dei medici specialisti che lavorano nelle periferie: la concentrazione delle casistiche a livello hub non permette  ai medici  a livello spoke  di fare importanti esperienze con conseguente continua crescita professionale. Viceversa il centro Hub non è sovente in grado di assorbire tutte le richieste della regione.

  • Punti nascita: per la provincia di Savona il piano ne prevede due con la richiesta pare di due deroghe: uno per il S. Corona, ospedale come giustamente dice il piano dove sono assenti numerose specialità fondamentali ,che mai avrà per poterlo classificare DEA2, e uno per il S. Paolo che serve il capoluogo di Provincia, Savona, e un comprensorio di oltre 160.000 abitanti – e dunque con diritto e necessità del punto nascite, senza bisogno di deroga. Ma il fatto stesso di chiedere la deroga per Savona mette in dubbio illogicamente il suo diritto e la necessità di tale servizio, con il rischio che la deroga per Savona non venga concessa dal ministero!

C’è solo da aggiungere che il bacino servito dal San Paolo travalica potenzialmente i confini dei due distretti savonese e valbormidese se diventa nuovamente attrattivo con la parto analgesia oggi assente per mancanza di anestesisti, ma fino a poco tempo fa funzionante.

La componente politica nell’area del S. Corona fa la differenza – come sempre- alla faccia dei numeri, dell’epidemiologia e della logica. 

  • Nodi della rete ospedaliera. sistema emergenza urgenza. mission degli ospedali liguri.

Le scelte politiche relative alla classificazione degli ospedali della provincia di Savona dilaniano da decenni le istanze delle popolazioni e vengono risolte a favore delle sedi dove la componente politica è più rilevante indipendentemente dal colore dei partiti in gioco.

La dichiarazione nel piano è eclatante: Per l’Ospedale Santa Corona, privo di alcune specialità (peraltro già presenti a livello regionale), si provvede a garantire l’offerta adeguata al cittadino attraverso misure organizzative, i.e.  I.R.C.C.S. diffuso, équipe itineranti, sinergie organizzative con DEA I livello presente all’interno dell’ASL2.”

Ci permettiamo di proporre una soluzione più logica, corretta e coerente con le esigenze delle popolazioni:

Ospedale di Santa Corona e ospedale San Paolo 

Il Piano necessariamente prende atto che il S. Corona per essere classificato DEA di II livello manca di specialità essenziali, molte presenti nel S. Paolo, il quale però  è classificato DEA di I livello. E chiede pertanto la deroga per il DEA II livello a Santa Corona.

Parrebbe invece più corretto chiedere una deroga che, mettendo insieme le specialità presenti o nell’una o nell’altra struttura, consenta un DEA di II livello diffuso fra l’ospedale di santa corona e l ‘ospedale san paolo.   I due ospedali già oggi lavorano sinergicamente mettendo in comune le rispettive specialità e ciò permetterebbe una reciproca integrazione non solo del San Paolo nei confronti del S.Corona (come dice la tabella del piano )  ma anche viceversa.

Nell’ambito di questa integrazione viene giustamente  citata la possibilità di impiegare equipes itineranti che pur richieste negli anni insistentemente non si sono mai rese operative preferendo trasferire i pazienti con i relativi rischi.

Per una valutazione compiuta manca la conoscenza del contenuto della lettera con la  richiesta delle deroghe. 

Ospedale di Albenga: ospedale di base secondo la legge Balduzzi che potrebbe  prevedere una medicina, una chirurgia, una traumatologia, servizi e il pronto soccorso. Sul numero di bacino occorre una deroga, visto che la popolazione oscillante legata alla stagionalità rientra nella stessa logica di altre richieste di deroga. Il volume dell’immobile permetterebbe comunque anche la presenza della casa della salute e dell’ospedale di Comunità già lodevolmente previsto nella bozza e approvato nel pnrr sanità.  E infatti il precedente Piano Regionale 2017-2019  per l’ospedale di Albenga prevedeva: attività di elezione a media complessità, – specialità ad ampia diffusione territoriale,  – PRONTO SOCCORSO. Quindi nell’attuale bozza si rileva una diminuzione di servizi erogati nel bacino d’utenza.Fra l’altro il bando di gara del 2018  per l’appalto ai privati  prevedeva le  sottoelencate specialità comprensive del pronto soccorso. Si rimane perplessi constatando  come  la visione programmatica  della regione sia profondamente cambiata in pochi anni.

ALLEGATO C) OSPEDALE SANTA MARIA DI MISERICORDIA – ALBENGA ATTIVITA’ DEGENZA

ORDINARI DAY SURGERY, DAY HOSPITAL, ATTIVITA’ AMBULATORIALE.

Chirurgia Generale, Chirurgia Vascolare, Oculistica, Ortopedia, Ostetricia e Ginecologia, Otorinolaringoiatria, Urologia

SPECIALITA’ Dermatologia, Medicina Interna, Lungodegenza, Terapia Semi-Intensiva, Cardiologia, Dialisi, Pronto Soccorso, RRF, Radiologia, Patologia Clinica.

Ospedale Cairo Montenotte: Anche per questo presidio ospedaliero si segnala che la visione organizzativa della regione è profondamente cambiata sia dal precedente piano 2017-2019, sia da quanto stabilito dal bando di privatizzazione del 2018  in senso profondamente negativo.  

Ospedale di Cairo Montenotte: Il precedente piano così legiferava: 

Pronto Soccorso –   ospedale di riferimento per il Distretto delle Bormide (ospedale area disagiata)

–   specialità ad ampia diffusione territoriale1

–   attività ad elevata integrazione territoriale

Ed ecco il bando: OSPEDALE SAN GIUSEPPE – CAIRO M.TE

ALLEGATO C) PROGRAMMATO ATTIVITA’ DEGENZA ORDINARI, DAY SURGERY, DAY HOSPITAL

ATTIVITA’ AMBULATORIALE. Day Surgery Multidisciplinare di cui: Chirurgia Generale *

SPECIALITA’ Ortopedia, Medicina Interna, Recupero Rieducazione Funzionale, Oculistica, ORL, Dialisi, Dermatologia, Pronto Soccorso.

* comprensiva di chirurgia vascolare con attività diurna.

In considerazione dei dai acquisiti non ci si può stupire che le popolazioni di questi bacini di utenza con i loro rappresentanti elettivi rappresentino il loro malumore cercando di tutelare la sanità del territorio.

Centrale 118 (pag.126) : Trasferimento ad Albenga dalla città di Savona  capoluogo di provincia, sede della Prefettura e dei Comandi della Capitaneria di porto, Comando dei carabinieri, Questura, Finanza e dei Vigili del fuoco, Protezione civile

Questa notizia non è contenuta nel piano ma ventilata sui media.

Dal punto di vista tecnico una centrale telefonica la si può mettere  ovunque : sul Beigua, sul Saccarello, sul monte Fasce, ecc.  Nulla cambia nella funzione.

Ma allora perché spostarlo andando incontro a costi, perdita di posti di lavoro a Savona, spese di nuovi impianti ecc ecc.?

Inoltre  il  118 dovrebbe stare nel capoluogo di provincia visto che è un anello fondamentale del Comitato Prefettizio sulla sicurezza come il comando dei Carabinieri, Questura, Finanza, Capitaneria di porto, Protezione Civile, Vigili del fuoco.

Inoltre ha un valore identitario poiché  il 118 savonese è stato uno dei primi in Italia preso come esempio per replicare.

Dopo la Cassa di risparmio, la port autority, la camera di commercio, il carcere, la banca d’Italia, la centrale del latte, le industrie delocalizzate….ecc ecc…la città di  Savona viene privata di un altro pezzo della sua identità.

Tabella 13: Articolazione della rete emergenziale ligure e bacini di utenza. 

Si rimane stupiti nel leggere i numeri di questa tabella che  risulta difficile comprendere da quali dati reali o prospettici discendono.

Gaslini diffuso – Dipartimenti materni infantili –DIAR materno infantile.

Nell’osservare la realtà attuativa della legge regionale sul Gaslini diffuso, mal condivisa nella generalità, si osserva per ora una scarsa RIDISTRIBUZIONE DELLE RISORSE IN PERIFERIA e uno scollamento con i dipartimenti  Materno infantili delle pediatrie gestite ormai extra asl. Si riscontra una difficoltà a mantenere le organizzazioni di pronto soccorso pediatrico già preesistenti .E’ auspicabile  un maggiore coordinamento fra le diverse anime del dipartimento.

CONCLUSIONE- Queste poche note del Comitato certamente non esaustive  debbono essere lette come contributo di idee per concorrere ad una sanità migliore nella nostra Regione.

Savona, 28 marzo 2023, il Presidente, Giampiero Storti


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