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Intervista al prof. Franco Montanari/ Il suo vocabolario di greco ha scalzato il mitico Rocci. ‘All’Università studenti sempre meno bravi, qualche fuoriclasse e livello medio in calo’


Originario del pavese, papà Renzo, licenza media, operaio poi commerciante di laterizi, mamma con la quinta elementare, studi superiori al Liceo classico “Ugo Foscolo”,  poi allievo interno alla Normale di Pisa con la laurea in Letteratura greca.

di Alberto Venturino

La passione per le materie umanistiche e in particolare il greco fin dagli anni dell’amato liceo di Pavia. Un’indicazione per i giovani: “Un grande liceo può dare una formazione completa, a tutto tondo, con la quale si può intraprendere qualunque strada”. Un allarme: “Tra i giovani, bravi ed esperti nell’uso degli strumenti informatici, sempre più rara l’abitudine alla lettura e alla cultura generale”.

Caro Professore, ci vuole parlare della sua famiglia?

Il prof. Franco Montanari

Vengo da una famiglia molto semplice, del paese di Sannazzaro de’ Burgondi in provincia di Pavia. Mio padre Renzo (1923 – 2008) aveva fatto la terza media, era operaio e poi – con l’aiuto di suo padre – si mise in proprio nel commercio di materiale da costruzione e da riscaldamento e divenne commerciante. Mia madre Maria, nata nel 1932 e ancora vivente, aveva fatto la quinta elementare. Sono stato quindi il primo membro della famiglia ha studiare fino all’Università.

La città della sua infanzia.

Sannazzaro de’ Burgondi era un paese agricolo della pianura padana, che negli anni Sessanta si trasformò profondamente a causa della costruzione di una enorme raffineria dell’ENI, tuttora in attività. Il paese raddoppiò il numero degli abitanti (da tremila a seimila) e conobbe uno sviluppo economico e edilizio impetuoso, e un inquinamento facilmente immaginabile. La città che ho amato di più è stata Pavia, dove ho frequentato il Liceo Classico “Ugo Foscolo”: un grande Liceo, al quale sono stato sempre grato, e lo sono ancora, per la formazione che mi ha dato. Ho amato molto Pavia anche per i suoi monumenti e le sue bellissime chiese romaniche e gotiche.

Quale il corso dei suoi studi? qualche insegnante le ha lasciato una lezione di vita?

Come dicevo, il corso dei miei studi superiori è iniziato al Liceo Classico “Ugo Foscolo” di Pavia: un grande Liceo, al quale sono stato sempre grato, e lo sono ancora, per la formazione che mi ha dato. Poi ho lasciato Pavia e mi sono trasferito a Pisa, avendo vinto un posto di allievo interno della Scuola Normale Superiore. Ho quindi completato di miei studi con la laurea in Letteratura Greca presso l’Università di Pisa e come allievo della Scuola Normale, presso la quale subito dopo la laurea ho avuto anche una borsa di Perfezionamento post-laurea (ora è assimilata al Dottorato di Ricerca). Ho sempre detto che gli anni e l’esperienza del Liceo influiscono sulla formazione e sull’orientamento di un giovane più dell’Università. Così è stato per me. Al Liceo ho avuto grandi insegnanti, fra i quali voglio ricordare in particolare Domenico Magnino, professore di Greco e Latino: lui è stato all’origine della mia inclinazione per le discipline umanistiche e per gli studi classici.

Com’è nata la passione per le materie umanistiche?

Praticamente ho già risposto: un grande Liceo, con grandi professori, ha influito in modo decisivo sulle mie inclinazioni. Devo dire però che al Liceo ho avuto anche un grande professore di matematica e fisica, e infatti al momento dell’iscrizione all’Università ho fatto un pensierino anche a queste materie. Poi però il fascino del mondo classico antico ha prevalso. Ma ho constatato per esperienza diretta come un grande Liceo dia una formazione completa, a tutto tondo, con la quale poi si può prendere qualunque strada.

All’Università è mai stato goliardo?

Assolutamente no.

Luci ed ombre della professione di docente.

La cosa più bella e stimolante della professione di docente è senza dubbio il contatto con gli allievi, cioè con i giovani che si avviano agli studi. La cosa peggiore, oltre alla carenza di finanziamenti, è la burocrazia, che oggi soffoca gli insegnanti a tutti i livelli. Ora che sono in pensione, posso dire che mi manca la prima cosa, ma non rimpiango per niente la seconda.

“Chiamo classico quel che è sano, romantico quel che è malato”. Come interpreta questo pensiero di Goethe?

E’ figlio del suo tempo e della temperie culturale in cui è nato. Non si può certo dire se sia vero o falso in assoluto: collocare ogni cosa nel suo tempo e nella sua cultura è sempre essenziale per capire.

Ci potrebbe fare un confronto fra la cultura greca e quella latina?

Si rischia di cadere in luoghi comuni, e bisogna fare attenzione. Non è vero che la cultura greca è stata la madre di quella latina e che l’ha preceduta in tutto. Certo, la cultura greca ha dato molto a quella latina, ma questa ha rielaborato il patrimonio culturale greco in forme originali e autonome. Questo ci hanno insegnato molti grandi studiosi e penso che sia vero.

Il suo è il vocabolario che mi ha accompagnato in questi cinque anni di liceo classico. Quali difficoltà ha incontrato durante la stesura?

Soprattutto la scelta dei collaboratori e l’organizzazione del lavoro fra i componenti del gruppo e la scelta di cosa inserire e cosa omettere. Poi un vero e proprio incubo, che ricordo ancora, è stata la rilettura finale prima di licenziare per la stampa.

Il suo vocabolario ha scalzato il benemerito manuale di don Lorenzo Rocci. Quali sono le differenze?

Dico sempre che tre sono i fattori che entrano in gioco nella realizzazione di un nuovo vocabolario e nella necessità di farlo: 1) i progressi nella ricerca per quanto riguarda la lingua da tradurre, cioè nel nostro caso il Greco antico; 2) l’aggiornamento della lingua di traduzione, nel nostro caso l’italiano: è ovvio che l’italiano dei traducenti e dei commenti deve essere al passo con i tempi, tenendo conto del fatto che le lingue moderne cambiano ed evolvono sempre più rapidamente; 3) il layout grafico: la presentazione a stampa di un testo soprattutto scolastico è cambiata enormemente dalla prima metà del Novecento, e cambia rapidamente.

Che pensa della didattica delle lingue classiche in Italia?

Non mi è facile giudicare, perché ho pochissima esperienza della scuola. A giudicare da quanto si insegna all’Università, mi pare che la didattica delle lingue classiche sia un continuo esercizio di equilibrio fra innovazione nei metodi e conservazione di valori che non devono essere eliminati e dimenticati. Ma sono convinto che un bravo insegnante sa trovare comunque la cifra giusta.

Nel corso degli anni quali cambiamenti ha notato negli studenti?

E’ una domanda alla quale è difficile rispondere. Posso avere un’opinione solo sugli studenti universitari, visto che non ho diretta esperienza di insegnamento nelle scuole superiori. Ho osservato che ogni anno frequentano alcuni studenti molto bravi: pochi, ma ci sono ogni anno, e qualcuno è un autentico fuoriclasse. Poi ci sono studenti con conoscenze e preparazione nettamente basse, difficili da recuperare. Quello che si vede ridursi sempre di più è il livello medio, cioè un certo numero di studenti che si collocano in una media né particolarmente alta né troppo bassa: questo è un tipo di studenti che si assottiglia sempre di più. Certo da qualche anno gli studenti sono particolarmente bravi e esperti nell’uso degli strumenti informatici e si vede che questo tipo di risorse è sempre più usata. Diminuisce invece e diventa sempre più rara l’abitudine alla lettura e la cultura generale, a parte casi rari e appartenenti al livello più alto evocato prima.

Un incontro memorabile.

Ne ho avuti tanti, ma forse posso ricordare quello con Bruno Snell, prima a Pisa e poi a Amburgo. Lo ricordo bene, Snell è stato uno dei giganti degli studi classici nel Novecento: studi classici con un aspetto filosofico ben pronunciato.

Un progetto che le sta a cuore.

Sono diversi e sono in corso con editori internazionali di primo livello. Ovviamente mi sta molto a cuore il vocabolario, che è arricchito da un progetto on line che si chiama Words in progress: esso ha lo scopo di raccogliere e mettere a disposizione sul web gli aggiornamenti di ogni tipo dei vocabolari di greco circolanti e costituisce un complemento importante anche del mio vocabolario (direi soprattutto rivolto agli studiosi, ma anche ai ragazzi dei Licei nella misura in cui contiene anche correzioni alla versione stampata circolante).

Chiarissimo Professore, grazie per la sua disponibilità. Sono orgoglioso, mi consenta di esprimerlo, di averla avuta compagno e guida nello studio della lingua greca in questo lustro.

Alberto Venturino

 


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