44 Boötis B. Esopianeta Spes. Un’ultima chance per l’umanità.
di Antonio Rossello
La sinossi integrale del volume pubblicato da Tommaso Badano con In Riga Edizioni nel 2022.
Nel campo per definizione aleatorio delle scienze sociali capita talora di leggere lavori di autori che, aldilà dei buoni propositi iniziali, paiono di aver scritto di fantascienza; già noto ai nostri lettori, ne è ben consapevole, Tommaso Badano che sul tema si avvale direttamente di una formula assai in voga di questo genere letterario, il romanzo distopico. Gli esiti sono lusinghieri e, nel consigliare vivamente al pubblico la lettura del volume, ne pubblichiamo la sinossi integrale su gentile concessione da parte dell’autore.
Spes, inserito a livello di narrativa nel filone della fantascienza, è però un romanzo distopico con forte critica sociale e teso alla ricerca di una quinta dimensione, quella di una soluzione armonica ed organica ai problemi dell’umanità basata su quell’unica fonte di energia che l’uomo non è mai riuscito ad ammalorare – come disse Albert Einstein in una lettera alla sorella – ovvero l’amore. È la ricerca di un’alternativa alla filosofia autodistruttiva del presente neoliberismo finanziario, volto sempre più a utilizzare il pianeta Terra come fonte e opportunità di reddito anziché come fonte e opportunità di vita, come è sempre stato da quando la vita vi è comparsa. Parimenti è alla ricerca di un equilibrio tra la nostra necessità di essere e il nostro bisogno non solo biologico ma anche sociale di avere, in uno scontro tra cuore e ragione che risale agli albori delle nostre tante civiltà della storia e dell’attualità.
I protagonisti sono una coppia di ricercatori con la loro bimba: si trovano in una situazione di limbo, invisi ed esclusi ma nello stesso tempo necessari alla società cui appartengono in un rapporto di rifiuto e dipendenza reciproci. La società è sofferente, con un’economia che langue su di un pianeta malato, abitato da un’umanità in stato precario, tenuta sotto controllo da un potere centrale espressione di un “Consorzio” che vorrebbe essere unione di popoli ma che in realtà è mera espressione di una classe dominante omologante, di fatto opprimente e quasi invisibile.
L’ambientazione è spostata di qualche decennio nel futuro, dapprima in Germania, tra la Selva Nera e la città di Darmstadt; quindi, sul pianeta appena scoperto che potrebbe rappresentare un’alternativa – non è ben chiaro per chi e per quanti – una volta collassata la Terra.
Il pianeta, chiamato Spes, è stato già visitato velocemente da un equipaggio tecnico, ostentando una vegetazione primordiale incontaminata e l’assenza di vita animale, apparendo quasi come un’inaspettata terra promessa. Ma i primi due visitatori lo abbandonano in fretta, presi da un panico incomprensibile. Il Consorzio, intenzionato ad approfondire, cercherà qualcuno idoneo a capire se il pianeta sia abitabile e individua nei due protagonisti – una biologa ed un agronomo – i soggetti ideali. Dopo lo studio, fatto in prima persona, dei campioni di suolo portati dal remoto pianeta e la scoperta di alcune interessanti particolarità (la vita animale esiste), Theodor e Clara accettano di partire, a condizione che venga con loro anche la figlia Daphne, una bambina di soli sette anni, peraltro già abituata a vivere sola in un bosco coi genitori. Il figlio più grande invece, già inserito in un college per essere allontanato dai genitori “non allineati”, resterà sulla Terra a studiare. Durante la preparazione della spedizione gli scontri non mancano, ma il giorno della partenza arriva con tutti i suoi dilemmi irrisolti. L’astronave è idonea al trasposto di poche persone, ma non ha grossi limiti in tema di materiale, comprese le semenze e tutte le specie vegetali arboree che si spera di far attecchire su Spes. Chi vi andrà dovrà trovare il modo di sopravvivere, e non è detto che sarà cosa facile.
Arrivati sul pianeta, i protagonisti subito si adoperano allo studio dell’ambiente per scoprire che stabilirvisi non sarà per nulla facile dato che, oltre a non essere presente vita animale superiore, neppure vi sono specie vegetali idonee all’alimentazione umana. Sarà una corsa contro il tempo per produrre il proprio cibo partendo da colture erbacee a fecondazione anemofila, con la piccola Daphne che insiste per avere anche piante da fiore, entomofile, certa com’è già dal primo giorno che tutto andrà bene.
Dopo i primi giorni di delusione Daphne si rinfranca subito ed inizia a girovagare felice dichiarando di giocare tutti i giorni con qualcuno, fatto che vede ovviamente i genitori meravigliati e preoccupati per l’equilibrio mentale della figlia, trascinata su di un pianeta disabitato e privata di ogni rapporto sociale al di fuori dei genitori, ora apparentemente costretta ad inventarsi frequentazioni impossibili. L’apprensione dei protagonisti si affianca dapprima ad alcuni fenomeni inspiegabili; quindi, ad alcune scoperte che li lasciano allibiti.
Le sorprese non mancheranno, perché gli eventi porteranno anche i genitori di Daphne dovranno a loro volta affrontare una realtà inaspettata e confrontarsi faccia a faccia con il loro passato, unica via percorribile per far capire loro la verità del pianeta su cui sono scesi.
Un romanzo di fantapolitica e fantascienza, con tanta introspezione psicologica e tanto sentimento, idealmente in linea con i lavori di grandi scrittori quali Aldous Huxley, George Orwell e Jean-Christophe Rufin.