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Murialdo, figlia di emigrante dona tutta la sua proprietà terriera all’AIW in memoria del padre


Ancora una donazione di terreni all’AIW! Davanti al Notaio Paola Orsero di Loano, lo scorso 24 gennaio, è stato stilato e sottoscritto l’atto di donazione all’AIW di 3,8 ettari di terreni boschivi in Comune di Murialdo. La donatrice è la più anziana aderente all’AIW, la signora Rose Cravea in Martorell.

di Franco Zunino*

Figlia di un emigrante murialdese, nata a Los Angeles (California), dove è vissuta gran parte della sua vita. Di professione cantante corale, da giovane ebbe l’onore di cantare in coppia con il grande e noto cantante, anche lui italo-americano, Frank Sinatra! Oggi la signora, che da oltre dieci anni sostiene l’AIW, vive a Millesimo, paese della Val Bormida poco distante da Murialdo. Appreso della possibilità di donare terreni per le finalità dell’AIW, con un nobile e filantropico gesto ha voluto donare tutta la sua proprietà terriera ereditate dal genitore trasferitosi in America agli inizi degli anni venti del secolo scorso e poi rientrato in Italia con la famosa crisi finanziaria del ’29.

La donazione comprende un totale di 22 particelle catastali, accorpate in 16 settori separati. A causa delle troppe strade boschive realizzatevi, la zona in cui sono siti i terreni purtroppo non ha più alcun valore di Wilderness, per cui essi sono stati solamente designati in 13 piccole Zone di Tutela Ambientale: nuclei di boschi cedui o ex coltivi in fase di rinaturalizzazione; prevalentemente castagneti cedui o ex alberi da frutto, che col tempo andranno probabilmente lentamente a morire dopo i molti decenni di abbandono e le mancate utilizzazioni boschive. Ora saranno lasciati al libero sviluppo ed evoluzione naturale della vegetazione boschiva, divenendo zone sperimentali di lenta evoluzione verso la foresta di specie autoctone quali furono un tempo: piccoli angoli di natura lasciata a sé stessa in un’area dove le utilizzazioni boschive sono la risorsa primaria per la collettività locale. Con lo stesso atto di donazione, le Zone di Tutela Ambientale sono state dedicate alla memoria del genitore della donatrice, Ferdinando Cravea, che visse del reddito di questi terreni per gli ultimi anni della sua vita, fino alla sua morte avvenuta negli anni ’50.

PARCO NAZIONALE DI PORTOFINO – Si ingarbuglia sempre più la vicenda dell’ipotetico Parco Nazionale di Portofino, un Parco “Nazionale” che avrebbe avuto valore di esistere per la bellezza del luogo, ma solo limitatamente a quella zona che nel 1935 stabilì il governo di allora (fascista!), creando un Ente Autonomo la cui legge istitutiva era, per assurdo, il fiore all’occhiello del protezionismo italiano e democratico! Peccato che poi con il successivo passaggio alla Regione Liguria (si noti bene, in epoca veramente democratica!), non lo si sia svilito con la sua trasformazione in Parco Regionale (e sua legge conseguente!). Ora lo si vuole ampliare a tutti costi e senza che ve ne sia alcun bisogno dal punto di vista ambientale, in quanto le aree che gli vogliono aggiungere non hanno alcun valore DEGNO DI UNA PROTEZIONE NAZIONALE! In realtà gli scopi principali per cui lo si vuole ampliare e nazionalizzare sono solo due: uno, chiudere alla caccia altri territori; due, godere di soldi statali (che finiranno per essere spesi per opere inutili o solo utili ad attività turistiche, ma non certo per la “Conservazione della natura”; che poi il fine primo di ogni Parco Nazionale degno di questa denominazione). Ma il vero scandalo non è questo: è l’antidemocraticità con cui lo si vuole istituire! Esistono infatti ormai diverse sentenze della Corte Costituzionale (che è il massimo nostro organo di controllo legislativo!) le quali hanno stabilito che senza l’assenso formale dei Comuni – deliberazioni dei Consigli Comunali – non si possono istituire aree protette. Eppure si incolpa la Regione Liguria di “sdegno per il comportamento pervicacemente ostruzionistico posto in essere sinora dall’Amministrazione” mentre invece la pervicacia è, caso mai, quella di quelli vogliono il Parco Nazionale ad ogni costo, anche quello di andare contro le regole democratiche e liberali stabilite dalla Costituzione! D’altronde sono gli stessi organi di stampa a confermarlo, là dove hanno riportato che «è stato il Ministero a varare un decreto calando dall’alto provvedimenti unilaterali, non condivisi, senza tener conto delle ragioni delle comunità locali. I comuni nell’agosto del 2021 si sono trovati davanti un Parco Nazionale imposto con un decreto ministeriale. Proprio dalla mancanza di ascolto e condivisione del ministero sono partite tutte le vicende giudiziarie». Quindi, si ricorra pure e si porti il tutto alla Corte Costituzionale per capire chi in questa storia abbia effettivamente ragione.

Ma vediamole le ragioni per cui si vuole “pervicacemente” questo inutile ampliamento di Parco Nazionale, e poi ci si chieda, ma, questa, è conservazione della natura o è solo una strumentalizzazione per altri fini? «…per colpa della Regione si continui a tenere fermo al palo un Parco che ha enormi potenzialità da un punto di vista ambientale e di sviluppo sostenibile del territorio. La Regione davvero intende continuare a sostenere solo i Comuni che non vogliono farne parte e zittire quelli che invece vogliono entrare nel Parco?». E ancora: si «tenga invece conto del grande volano economico che il Parco porterebbe al territorio». Ecco, non è per ottenere queste cose che si istituiscono Parchi Nazionali! Tanto più in una Regione che di benessere economico turistico già gode ampiamente grazie al suo stato ambientale, paesaggistico e sociale. Ma non solo, che il fatto stesso che esista un Monte di Portofino, Portofino stesso e la sua costa, sono ampiamente sufficienti per questa soddisfazione. O non è che oltre al solito divieto di caccia, al solito “tesoretto” di soldi romani, non ci sia dietro anche la voglia di un apparato pubblico dove inserire Presidenti e Consiglieri di nomina locale, magari anche ambientalista? Quindi, alla Corte Costituzionale l’ardua sentenza! E non sarà “pervicacia”, bensì democrazia!

LA QUESTIONE CINGHIALI – Chi ha mai sostenuto che i cinghiali siano “brutti e cattivi” e pertanto vadano sterminati? Per quanto noto nessuno lo ha mai fatto. Allora perché partire da questo presupposto per prendere le difese del cinghiale, quasi a voler dire che non li si debba toccare? I cinghiali come ogni specie animale può essere utile come dannosa: è solo una questione di quantità e di qualità. Infatti, se da una parte coni loro gruffolamenti favoriscono la rara farfalla Zerinthya cassandra, almeno in Puglia, dall’altro contribuiscono alla sparizione di rare specie di orchidee (e probabilmente anche di specie di piccoli animai terricoli). Ragion per cui entrambi i casi sono caso mai prova che i cinghiali vadano solo e comunque ridotti di numero. Tutto il resto è chiacchiera! Perché riducendone il numero si salvano le orchidee nello stesso tempo non si impedisce che facciano il loro lavoro per favorire la pianta Aristolochia (Aristolochia rotunda) che a sua volta favorisce la Zerinthya. Tutto qua.

LE CENTRALI EOLICHE –Secondo le ultime notizie di stampa in Italia è aumentato il potenziale di centrali eoliche installato, ma per assurdo è diminuita la loro produzione di energia elettrica; ma la cosa veramente irritante è l’ingannevole diffusione dei dati di ANEV quando riporta “I numeri del settore eolico in Italia”, dove viene citato solamente quelli che definiscono “benefici ambientali”, ovvero le “emissioni evitate”: 12 milioni di tonnellate. Che è cosa vera, se non fosse che ad essa andrebbe abbinata anche una voce opposta, ovvero, i danni ambientali arrecati al paesaggio! I quali invece non vengono citati. Come se in una guerra si riportassero soli i danni materiale ed i morti arrecati al nemico e non quelli subiti! Purtroppo, è la conseguenza negativa della democrazia, dove l’onestà intellettuale è lasciata al libero arbitrio dei cittadini. Ecco perché è bene che qualcuno lo faccia almeno sapere, con notizie come questa, che se fossimo in una dittatura ci verrebbe impedito. Ora, sulla bilancia vanno messi i due pesi, da una parte le emissioni evitate e dall’altra i danni inferti al nostro patrimonio ambientale e paesaggistico. Solo che se i primi sono facilmente contabilizzabili, purtroppo non lo sono i secondi essendo danni culturali e spirituali praticamente immateriali.

ANIMALISTI E LUPOFILI – Si stanno inventando di tutto, ovviamente gli animalisti ed i lupofili, pur che non si riduca il numero dei lupi: come se in Italia l’animale potesse crescere all’infinito! Ora stanno sperimentando, ovviamente sempre gente universitaria che del mondo rurale e naturale sa ben poco oltre a quello che hanno letto e studiato sui banchi di scuola, un cane elettrificato che dovrebbe spaventare i lupi. Eppure è ben vecchia la storia degli spaventapasseri sui cui gli uccelli finiscono per andarvi a defecare, avendo infine capito che sono solo uomini finti! Sarà meglio che la politica si svegli e cominci a lasciare perdere questa gente, se non si vuole mettere in crisi la filiera del bestiame e della pastorizia in genere con tutti i loro prodotti indiretti di economia agraria e alimentare! E facciano come da sempre stanno facendo i paesi con presenza di lupi: mantenerne basso il numero, ovvero quell’equilibrio che non è più possibile lasciare al libero sviluppo della natura, perché nel mondo se esistono ancora spazi di wilderness, quello che vale in quegli spazi non vale al di fuori!

Il libro Il patto coi lupi, scritto dal Presidente dell’AIW Giorgio Salvadori – nel quale sono inserite diverse pagine dedicate alla Wilderness, suo concetto di conservazione e associazione –, sarà nuovamente presentato a Grosseto il 4 febbraio prossimo, alle ore 17 nella Sala Eden del Centro Storico. Interverranno, oltre all’autore, anche il Sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna, la Funzionaria all’Attività Faunistica-Venatoria della Regione Toscana Giorgia Romeo, il Docente universitario in Ecologia Forestale Fioravante Serrani, l’Antropologo Paolo Pisani, e l’Editore Stefano Innocenti.

LA MORTE DI JUAN CARRITO – Come volevasi dimostrare. Dopo la morte di Juan Carrito, nessuno è andato alla radice del problema. E, come era stato previsto, già si sono sentiti di progetti per barriere stradali e sistemi di sorveglianza elettronica, per non dire della richiesta della salma per attività museale-turistica! Ecco, povero orso marsicano, rassegnati, sarai destinato a sparire. E l’assurdità è che ti porteranno alla sparizione quanti hanno dichiarato di amarti!

Franco Zunino (segretario generale AIW)

 


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