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Liguria e Basso Piemonte

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Le vicende storiche di Lu (Svizzera) sono le stesse dell’intero Monferrato Casalese


Leggendo la notizia (30 dicembre 2022) ci imbattiamo in un toponimo italiano: LU, dal GALLICO *IUOS “TAXUS BACCATA” vedi “DE BELLO GALLICO”, ma che non ha niente da vedere con Luzern (Lucerna) cantone della Svizzera, e uno dei quattro Waldstätte (cantoni forestali), assieme a: Uri, Untervaldo e Svitto. È situato al centro della nazione. La capitale cantonale è Lucerna.

di Alesben B.

Il Canton Lucerna si trova nella Svizzera centrale. È attraversato dal fiume Reuss e dal Kleine Emme. Parte del territorio si affaccia sul Lago dei Quattro Cantoni. Il territorio del cantone giace sulle colline pedemontane settentrionali delle Alpi svizzere. Il territorio del cantone confina con il Canton Argovia a nord, con il Canton Zugo e il Canton Svitto a est, con il Canton Nidvaldo e il Canton Obvaldo a sud e con il Canton Berna a ovest. La vetta più alta del Canton Lucerna è il Brienzer Rothorn con 2350 m. La superficie del cantone è di 1493 km². Una particolarità del territorio del Cantone di Lucerna è la divisione su tre sponde del Lago dei Quattro Cantoni, apparentemente non contigue.

Il Canton Lucerna era composto da territori acquisiti dalla sua capitale, Lucerna, e fu il quarto cantone ad entrare nella Vecchia Confederazione, nel 1332. Dopo la Riforma il cantone rimase sempre cattolico; per questo motivo qui venivano reclutate le guardie svizzere destinate a servire la Repubblica di Lucca. Ancor oggi le guardie svizzere del Vaticano vengono reclutate in questo cantone. Il cantone fu poi parte della Repubblica Elvetica dal 1798 al 1803. Dopo questo periodo il cantone riacquistò la sua indipendenza all’interno della Confederazione Svizzera. Il cantone in un primo tempo perseguì una politica di separazione, ma venne sconfitto dalle truppe della Confederazione nel corso della guerra del Sonderbund, in cui era appunto schierato dalla parte dei cantoni cattolici separatisti. Il Canton Lucerna si riunì alla Confederazione nel 1848 come membro a pieno titolo.

«Il tasso >(ivin in bretone) è l’albero dell’immortalità perché sempreverde [come la tassa] e di una longevità straordinaria. I cimiteri bretoni senza <tassi> non sono veri cimiteri. Ha anche la fama di essere il più antico degli alberi. La mazza del dio druido Daghda era di tasso così come la sua ruota. Si scrivevano incantesimi in ogham su legno di tasso. Quest’albero ha anche un simbolismo militare: si facevano scudi e aste di lancia con il suo legno.»

Il nome del comune ha dato luogo a una serie di tradizioni con cui si è tentato di giustificare un nome così strano (LV come Lega Quinta, Legio Quinta, 55º miglio ecc.), priva tuttavia di fondamento. L’analisi storica, toponomastica e linguistica è ormai giunta alla conclusione che il nome di Lu derivi dalla contrazione di Lucus, termine latino con cui i Romani chiamavano genericamente i boschi sacri alle divinità, che spesso racchiudevano un tempietto-sacrario dedicato agli dèi.

Nei primi documenti storici, per fare riferimento alla collina su cui sorgeva l’attuale Lu si fa riferimento a nomi come Lugo, Castrum Lugi, Luh, Luco, Luno. Quindi è molto probabile che “Lu” [(Lu in piemontese, pronuncia IPA /ly/)], [vedi fonetica dizionario piemontese – italiano] sia una contrazione di questi nomi; che da Lucus derivi Lu non deve apparire strano, come ha dimostrato Franco Zaio, come normale evoluzione del suono latino nel suono piemontese (e come confermò anche Camillo Brero, cultore della lingua piemontese). Visto che generalmente il termine latino Lucus viene associato ad un contesto locale (Lucus Maricorum per Bosco Marengo ad esempio) e che il luogo sorga in cima ad un colle e non in un luogo piano e boscoso un’altra possibile origine potrebbe essere quella che il toponimo derivi dalla divinità gallica Lúg, come suggerirebbero anche i nomi Lugi, Lugo, Luh con cui in passato è stato riportato il luogo il cui nome veniva letto proprio “Lu“. Al Dio venivano consacrati i colli come testimonia ad esempio la collina del Fourvière a Lugdunum, l’odierna Lione ed è comune a diversi centri diffusi in Spagna, Francia e Italia settentrionale (vedi Lugo).

La preistoria di Lu deve essere ricercata lungo il corso del torrente Grana, dove sorgeva (secc. I-IV) la Villa Romana dei Metilii (da cui deriverebbe il nome Mediliano). Gli scavi archeologici condotti presso la Pieve di San Giovanni a Lu Monferrato hanno cominciato a riportare alla luce i resti di un’antica villa romana.La villa risultò essere stata di proprietà della illustre famiglia romana dei Metilii che, a partire dal 417-416 a.C. fornì parecchi tribuni della plebe.

I Metilii assursero a grande potenza politica alla fine del I ed all’inizio del II secolo d.C. Con la testimonianza di numerose epigrafi sappiamo che già verso la fine del primo secolo d.C. i Metilii erano disseminati in un territorio vicino a Lu Monferrato. La collocazione della villa era quanto di più favorevole potesse desiderare una potente famiglia romana come quella dei Metilii.

Essa si trovava in una zona collinare al centro di un territorio fertile a circa 15 chilometri a nord della via Fulvia, a circa 30- 35 chilometri a nord-ovest della via Postumia, ad altrettanti dalla via Aemilia Scauri e ad una ventina di chilometri dalla Augusta Taurinorum Laumellum (Torino – Lomello). Il periodo di massimo splendore si ebbe dall’Età Flavia fino alla fine del III secolo d.C. Durante il regno di Costantino I erano stati posti a guardia della rete stradale romaèna presidi di guerrieri Sarmati, che con la loro differenza di lingua provocarono disagi e contrasti.

Si assistette ad un progressivo abbandono delle campagne dovuto alle numerose guerre di successione, alle invasioni barbariche ed al diffondersi della malaria. Nel V secolo d.C. gli abitanti della villa la abbandonarono per rifugiarsi in un posto meglio vivibile e meglio difendibile, individuando il luogo ideale nel colle discretamente scosceso su cui fondarono l’abitato di Lu Monferrato.

Le campagne di scavi superficiali intraprese nel 1990-1991 hanno portato alla luce frammenti di laterizi e ceramiche comuni.


La villa, appartenente ad un ramo dell’illustre famiglia romana dei Metilii (della quale fu prestigioso antenato Aulo Metilio, detto l’Arringatore), fu al centro di un’attività agricola e artigianale nella falda sulla destra del Grana, dove il torrente si svincola dai meandri collinari per sboccare nell’aperta pianura.

Un’area funeraria cristiana, con almeno un recinto o un piccolo mausoleo, sorse poco lontano dalla villa romana. Un’iscrizione funeraria, risalente a non prima del V secolo, conserva in formulario cristiano il nome di una defunta, Livarna: è la più antica epigrafe cristiana fin qui restituita dall’estesa zona del Piemonte meridionale tra Chieri e Tortona.
Nel sito dell’area funeraria cristiana fu innalzata la pieve di San Giovanni dì Mediliano, la più meridionale tra quelle appartenenti alla diocesi di Vercelli, forse nell’ambito di una vasta riorganizzazione della regione a sud del Po promossa dall’episcopato. La pieve aveva giurisdizione parrocchiale sulla bassa Valle Grana.

In epoca preromana i Liguri occupavano l’attuale Liguria, il Piemonte a sud del Po, le Alpi Marittime che si trovano anche nell’area geografica italiana e parte della costa nord-occidentale della Toscana. Sul più alto dei colli sovrastanti la pieve di Mediliano sorse il centro di un’azienda agricola organizzata, la curtis di Lu (curtis Lugus; forse dal latino lucus, “bosco sacro”), che un documento del 1028 attesta appartenere, con il locus et fundus di Mediliano, ai marchesi aleramici di Monferrato. I beni della curtis Lugus comprendevano anche due cappelle: San Pietro e, a nord-ovest del colle, San Benedetto.

Il centro curtense, fortificando le difese, diventò il castrum di Lu (castrum Lugi) attestato in una carta del 1156, deposito agricolo e baluardo militare. Avendo il marchese di Monferrato ceduto in pegno il castello luese per finanziare la partecipazione alle crociate, la popolazione, esclusa dall’uso del castello ora riservato al signore, vicino costruì il proprio ricetto, poi il palazzo comunale e, davanti alla parrocchia di San Pietro, la pubblica piazza, mentre si aprivano due ali insediative, con le nuove parrocchie di San Nazario e San Giacomo, il tutto chiuso da una nuova e più ampia cinta muraria.

La pieve di San Giovanni di Mediliano, da cui le tre chiese sul colle traevano dignità parrocchiale, assurse a canonica, sede di una collegiata.

In questa zona è stata rinvenuta un’area funeraria paleocristiana (secc. V-VIII) da cui è emersa la più antica epigrafe cristiana tra quelle riaffiorate nel Piemonte meridionale. Recenti studi archeologici hanno sottolineato l’importanza della pieve carolingia di San Giovanni di Mediliano (secc. IX-X). In quella stessa zona, secondo la tradizione, avvenne il miracolo del campo di grano maturo in gennaio: da allora il vescovo martire san Valerio è diventato patrono del paese.

Le vicende storiche di Lu sono le stesse dell’intero Monferrato Casalese: insediamenti celtici, romani, franchi, seguiti poi dal dominio degli Aleramici, dei Paleologi, dei Gonzaga, dei Savoia. La prima attestazione del paese è del 1028, dove compare con il nome di Lugo. Circa nove decimi della superficie totale di Luzerna sono composti da terre produttive. L’agricoltura è la più importante delle fonti di entrate, ma anche l’industria è sviluppata. I principali prodotti agricoli sono cereali, frutta e allevamento del bestiame. L’industria si concentra su tessile, meccanica, carta, legno, tabacco e metallurgia.

Il turismo è di grande importanza. Il Canton Lucerna è un punto di passaggio per le località di villeggiatura delle vicine Alpi, e gran parte del traffico di passaggio tra Germania e Italia attraversa il cantone.

Il Canton Lucerna è diviso in sei Wahlkreise, unità elettorali e statistiche che dal 2013 hanno sostituito i precedenti cinque Ämter (i quali già nel 2007 avevano perso ogni valore amministrativo), ricalcandone tendenzialmente i confini, con qualche eccezione, la più rilevante delle quali è stata l’inserimento di Lucerna in un distretto a sé stante. A differenza degli Ämter, solo due Wahlkreise hanno ancora un proprio capoluogo:

L’attuale paese di Lu nasce come curtis (azienda agricola organizzata) nei secoli XI-XII sul più alto dei colli circostanti, successivamente (sec. XIII) diventa un vero e proprio castrum (deposito agricolo e baluardo militare) e infine (sec. XIII) un borgo con piazze, rioni e chiese (San Pietro, San Nazario, San Giacomo), il tutto racchiuso da un’ampia cinta muraria. Per la sua posizione strategica (la più alta collina del basso Monferrato Casalese e la posizione di guardia rispetto alla pianura alessandrina) fu possesso ambìto dai vari nemici che si affrontarono su queste terre, provocando spesso distruzioni e miseria (come il conflitto tra Paleologi e Marchese di Saluzzo nel Trecento, ed il conflitto franco-asburgico nel Cinquecento). Nonostante le distruzioni dei vari predoni (antichi e moderni), la struttura urbana si è mantenuta abbastanza integra fino ai giorni nostri, e dà modo di riconoscere strade, palazzi, contrade e chiese citate nei documenti antichi.

È attraversato dal fiume Reuss e dal Kleine Emme. Parte del territorio si affaccia sul Lago dei Quattro Cantoni. Il territorio del cantone giace sulle colline pedemontane settentrionali delle Alpi svizzere. Il territorio del cantone confina con il Canton Argovia a nord, con il Canton Zugo e il Canton Svitto a est, con il Canton Nidvaldo e il Canton Obvaldo a sud e con il Canton Berna a ovest. La vetta più alta del Canton Lucerna è il Brienzer Rothorn con 2350 m. La superficie del cantone è di 1493 km². Una particolarità del territorio del Cantone di Lucerna è la divisione su tre sponde del Lago dei Quattro Cantoni, apparentemente non contigue.

Alesben B.


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