Trucioli

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Importanza dell’esperienza sociatrica organalitica per il futuro della società umana


Non sono d’accordo con coloro che hanno interpretato l’affermazione di T. W. Adorno che “La filosofia è finita e che è già presente la sua alternativa: la sociologia”, come “morte della filosofia”.

di Sergio Bevilacqua

T. W. Adorno

Adorno intendeva dire che l’oggetto della filosofia, dopo la Psicoanalisi si è spostato sul sociale, cioè da Psiche a Orga. Così, tutta la Scuola di Francoforte.

Per accentuare la somiglianza con il ciclo euristico della Psicologia, va notato in Sociologia la grande, pervasiva importanza dell’elemento societario, delle Società umane, appunto: esso non è il general-generico “sociale”, ma una dimensione soggettuale intermedia, che ha natura e biologia appunto da soggetto, ma diversa dal soggettuale umano e dall’antropologico. L’elemento societario (Orga) vive di forme concrete, biologiche con caratteristiche sue proprie e riconducibili a tre dimensioni:

  1. Logico-operativa
  2. Psichica individuale
  3. Socioculturale.

Le Orga devono essere intese come soggetti a tutti gli effetti, salvo la trascendenza che determinate culture attribuiscono al soggetto umano. Infatti, l’assetto logico-operativo (tecnologie, procedure, statuti e regolamenti, tempi e metodi di lavoro, convenzioni, stilemi, sistemi informativi, ecc.) è particolarmente importante. Spesso le disfunzioni societarie stanno proprio in assetti logico-operativi non abbastanza efficienti, produttivi, efficaci. L’organalista interviene spesso adeguandoli ma, soprattutto, sviluppando saperi e convinzioni migliori negli umani parti di Orga. Gli umani non sono organi, anche se la loro presenza coincide più o meno con i veri organi di Orga, a seconda delle funzioni. Ogni organo di Orga contiene sia aspetti logico-operativi che psichici che socioculturali, in misura idonea alle sue funzioni.

Ogni Orga, società umana, diversa da ciò che definiamo organismo biologico, pur essendo essi stessi sistemi e aperti, è dunque dotata di organi che eseguono funzioni integrate in sistemi, cioè anche sottosistemi e sovrasistemi, fino a raggiungere la dimensione minima (il rapporto duale, che è già societario) o massima interna (il livello di specie, specie umana) o esterna (olistico, che include l’ambiente e le altre specie).

Tali sistemi aperti sono strutturati quindi in modo vario, ma riconoscibile ai nostri sensi ed esperienza, con il governo degli organi ovviamente sempre affidati almeno in extremis ad umani, pur supportati da strumenti, dal semplice uso dei sensi all’impiego di tecnologie di controllo sofisticatissime.

Nel caso di una famiglia, ad esempio, lo stato stazionario (non è equilibrio come nei sistemi chiusi, ma elemento dinamico…) viene mantenuto attraverso funzioni quali: 1. le funzioni economiche di sopravvivenza e benessere, riscontrabili in elementari bilanci di costi e ricavi nel tempo prodotti dai componenti e dalla “società familiare”, che è una Orga.

  1. mantenimento delle condizioni affettive, cioè i sentimenti reciproci, che comportano creazione societaria per principio, quali amore e amicizia, collante fondamentale delle società familiari.
  2. le funzioni societarie di cura degli appartenenti e di eventuale riproduzione che, se ben eseguite, sono un valore di sovrasistema, per esempio nel senso che riducono la domanda di servizi formulate dai singoli individui ai livelli socio-organizzativi sovraordinati tipici di istituzioni o delle amministrazioni pubbliche.

Importante considerazione deriva proprio dal fatto che non esiste solo il livello individuale e poi quello sociale generale. Tale errore, vera illusione, abbaglio contemporaneo, non era particolarmente errata 200 anni fa, e da allora alla notte dei tempi. Fino agli effetti della rivoluzione scientifica e di quella borghese, non esistevano ancora di fatto due enormi categorie di Orga, che, nel bene o nel male, hanno sconvolto gli equilibri olistici e di specie: le organizzazioni economiche industriali, basate sulle scoperte scientifiche e relative tecnologie, e gli Stati moderni, basati sulla esigenza di quei nuovi soggetti e sulla surroga di funzioni precedentemente proprie di Orga preesistenti e mutate, quali famiglie, corti e organismi economici artigianali di operatività e gestione.

Entrambe queste “nuove” tipologie di Orga (che hanno dato vento alle vele del Tertium datur oltre a Psiche e Pragma) si sono moltiplicate e specializzate in modo enorme. Oggi abbiamo, in virtù dello sviluppo di queste categorie di Orga, ad esempio in Italia oltre 10000 enti pubblici, che interpretano le funzioni degli Stati, e circa 1.000.000 di enti privati, tra partite IVA e altre forme economiche (vedi: ISTAT, Classificazione delle forme giuridiche delle unità legali). Fino al 1600 le numeriche degli enti con funzione pubblica possono essere ridotte di almeno due ordini di grandezza (diviso 100). In particolare, invece, la seconda categoria può essere certamente divisa per 1000.

La quadrivoluzione (globalizzazione, antropocene, mediatizzazione estrema e ginecoforia), poi, ha generato soggetti societari di tipologia ancora diversa, grazie soprattutto alla mediatizzazione estrema, le cui dimensione apolide rende difficile una adeguata contabilità, ma che certamente apporta un ulteriore fattore moltiplicativo.

Quanto descritto configura uno scenario di estremo cambiamento come ben sappiamo proprio degli ultimi 2 secoli e una due esacerbazione alla derivata negli ultimi 70 e poi 15 anni.

Va detto che Orga è nuovo. Che il suo impatto formidabile è proprio del giorno d’oggi e che quindi è vitale direi per l’umanità tutta creare velocemente una classe di professionisti che operino al fine di tenere sotto controllo gli Stati stazionari dei sistemi societari umani per evitare che producano disfunzioni sistemiche, ad esempio a carico di ambiente, specie umana e persone. Per questo scopo la presenza della Sociatria Organalitica con la sua cinquantennale esperienza e con la rilevanza della sua numerica applicativa è un punto di riferimento importantissimo.

E, per chiudere in leggerezza, l’amministratore delegato di Gucci, Marco Bizzarri, sottolinea in una recente intervista che “Gli uomini passano, i marchi restano”. Migliore prova di soggettualità autonoma non credo ci possa essere, a maggior ragione se citassimo casi considerati più seri, come i 500 anni dello Stato francese o i 2000 della Chiesa Cattolica.

Sergio Bevilacqua


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Sergio Bevilacqua

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