Il sentimento della vanità mi ha sempre fatto sorridere e chissà perché ho sorriso in questa occasione.
di Alberto Venturino
Alludo al ritorno a Celle Ligure del quadro: “Pesca in maschera” attribuito ad un ignoto bambocciante del seicento, si tratta di una composizione pittorica di maniera che effigia scene di vita quotidiana nei ceti sociali più umili come ad esempio in una locanda, come appunto è dipinto nel cartiglio in alto alla tela.
Si chiamavano bamboccianti perchè a parte il personaggio a sinistra con una canna da pesca mascherato con un naso lungo, un cappello piumato e un abbigliamento da viandante o mercante e una figura femminile in alto a destra da un’ampia scollatura, forse consorte dell’uomo mascherato, tutti i personaggi sono bambini e fanciulli. Fra questi mostra un particolare rilievo il ragazzo in primo piano dalle vesti semi stracciate e il ragazzo strabaccato per terra in basso a destra.
Il bianco della sua camicia e il rosso dei suoi calzoni risaltano sia con la manica del ragazzo al centro della composizione sia col biancore dell’abbigliamento dell’uomo mascherato, quasi a formare una diagonale discendente da sinistra a destra.
L’opera pittorica apparteneva all’ammiraglio Ramognino (o Ramognini) il quale nel 1939 la donò al Comune di Celle Ligure, il Comune per evidenti motivi sia di spazio (la tela misura cm.256 x 272) sia per mancanza di una sede museale adatta, lo depositava alla Pinacoteca civica di Savona.
Fu una decisione errata? A noi non sembra, l’opera infatti è sempre stata esposta alla fruizione di tutti con altri capolavori senza contare la corretta conservazione, la custodia e anche una rintelatura.
Che il quadro appartenesse al Comune di Celle Ligure lo conoscevano tutti i competenti e molti anni orsono un mio compaesano ha suggerito al Sindaco Zunino (che ricorderà) di scrivere al Sindaco di Savona di mandargli un catalogo della pinacoteca perché accoglieva la tela del Comune di Celle.
Quindi parlare di scoperta e con l’enfasi con la quale è stata strombazzata non può non far sorridere. Non solo, adesso che l’ampia tela (è ritornata a casa) può davvero dirsi che la sua situazione sia migliorata? Sarà fruibile come nella Pinacoteca di Savona?
E gli eventuali restauri non saranno più a cura del Comune savonese, bensì dei contribuenti cellesi. Ancora un’osservazione che scaturisce spontanea nessuno che io sappia era a conoscenza di questo “ritorno”, e al ricevimento del figliol prodigo sono intervenuti pochi eletti, non il volgo ignorante.
Che bella democrazia!
Alberto Venturino