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Liguria e Basso Piemonte

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Savona e provincia: economia & povertà. E flop ‘aria di crisi complessa’. Allarme occupazione femminile e lavoro nero


Savona: una provincia dalla struttura economica fragile, con settori facilmente esposti alle incursioni dello sfruttamento e del lavor nero, in deficit industriale, in forte calo demografico, con un “ritiro” dell’occupazione femminile.

di Franco Astengo (Associazione “Il Rosso non è il Nero”)

Una provincia che si avvia verso la marginalità (anche rispetto alle grandi contraddizioni della modernità sia negli aspetti positivi come quelli dell’innovazione tecnologica, sia al riguardo degli aspetti problematici come quelli dell’immigrazione), con un’area centrale isolata dal punto di vista infrastrutturale e un territorio ex-industriale da bonificare e recuperare.

I dati che in parte saranno citati di seguito sono stati gentilmente forniti da Livio Di Tullio derivanti da una elaborazione del responsabile economico della CGIL genovese, Marco De Silva.

I dati sono stati presentati nel corso di un seminario per volontari e attivisti della Camera del Lavoro, dello SPI e dell‘Auser di Savona e sono desunti da fonti ufficiali come INPS, INAIL, ISTAT, Ministero del Lavoro e altri.

Come si possono commentare ?

a) se ne desume una incidente crescita dei dati di impoverimento complessivo che riguarda la nostra provincia;

b) si rilevano categoria particolarmente colpite e del tutto dimenticate nel dibattito pubblico, in particolare da quello in corso tra i soggetti politici;

c) appare evidente l’acuirsi di contraddizioni come quello dell’invecchiamento della popolazione, che porta la nostra Provincia al primato italiano, e del deficit demografico: temi che pure, nell’elaborazione da noi presentata in occasione delle elezioni comunali di Savona, erano state poste al centro della discussione assieme a quello dell’isolamento del capoluogo e delle “diversità” economico – sociali del territorio;

d) in questa occasione si rileva ancora una volta il deficit di presenza industriale, ormai denunciato da anni: non ha sicuramente funzionato l’area industriale di crisi complessa; appare del tutto irrisolta la questione della bonifica delle aree industriali dismesse; per quel che riguarda l’area centrale della provincia (ormai assimilabile alla Valbormida che l’ISTAT qualche anno fa definì come “area triste”) si paga ancora quella fase di scambio tra speculazione edilizia e deindustrializzazione e la scelta di fare del capoluogo una cittadina di servizi e di turismo, soluzione fin qui risolta al ribasso con l’avvento delle crociere.

Questi i dati di maggior interesse rilevati dallo studio in questione, tra questi risalta il dato relativo all’occupazione. Sta in questo dato il segnale più evidente della strutturalità della crisi economica della provincia di Savona. L’occupazione cresce in settori fragili dove imperano sfruttamento e lavoro nero e diminuisce ancora (dopo i colpi subiti negli anni precedenti) nel settore decisivo dell’industria. Altro segnale d’allarme è la perdita di occupazione femminile (in questo caso però il riferimento al settore terziario e all’immersione nel lavoro nero può rappresentare una notazione non fantasiosa), dimostrata anche dalla percentuale di disoccupazione.

Altro tema di grande interesse toccato nell’analisi quello della differenza tra comuni interni e costieri, così come tra città maggiori e piccoli centri, è un elemento ricorrente nell’offerta di servizi rivolti ai minori. Oltre alla diffusione della rete internet ultraveloce, deve essere affrontata la condizione dell’edilizia scolastica, confrontando la presenza di scuole vetuste. Va approfondito il tema della raggiungibilità dei plessi per gli studenti e la capillarità della rete di servizi prima infanzia sul territorio ligure.

Questo un resoconto parziale dei dati ricevuti:

DECREMENTO DEMOGRAFICO- Tra il 2010 e il 2022 la popolazione della Liguria è calata del 7%: meno 112.886 unità; la provincia di Savona del 7,24% (-20.849); il Comune di Savona del 6,5% (-4.054 abitanti)

INVECCHIAMENTO- Savona è l’unica provincia d’Italia a toccare i 50 anni come età media della popolazione; gli ultra 65enni sono quasi il 30% del totale

PIL PRO-CAPITE- In Liguria nel 2020 calo del 7,5% sul 2019. Pil pro-capite di 30.357 euro sotto i livelli del 2008.

PERDITA DI VALORE AGGIUNTO- La differenza (negativa) del valore aggiunto per occupato in provincia di Savona rispetto alla media ligure nel 2019 era del 7,1% (nel 2000 era – 1,8%, nel 2011 – 2,4%, nel 2016 -3,5%). Il valore aggiunto per abitante nel 2019 aveva un gap del 10,6% (2.985 euro)

POVERTA’ ED ESCLUSIONE SOCIALE- In Liguria nel 2021 oltre 1 persona su 5 è a rischio di povertà o di esclusione sociale. In due anni si è passati dal 17,5% del 2019 al 19,8 % del 2020 e al 21,6% del 2021: è il dato più alto del Centro – Nord. In Liguria tutti e tre gli indicatori: povertà; severa deprivazione; bassa intensità lavorativa nel 2021 sono peggiorati sia rispetto al 2020 sia al 2019.

MINORI- Quota di Minori (0-17 anni) che si trovano a rischio di povertà o di esclusione sociale (dati Eurostat). La Liguria dopo aver ridotto di 17 punti tale indicatore tra il 2015 e il 2019 schizza al 26,9% nel 2020. Nel 2021 la percentuale dell’Italia è salita ulteriormente al 29,7% (5,3 punti sopra la media UE)

POVERTA’ RELATIVA- Se la povertà assoluta classifica le famiglie in base alla capacità di acquisire determinati beni e servizi, la misura di povertà relativa, definita rispetto allo standard medio della popolazione, è legata alla disuguaglianza della spesa per consumi e individua le famiglie povere tra quelle che presentano una condizione di svantaggio rispetto alle altre. Viene infatti definita povera una famiglia di due componenti con una spesa per consumi inferiore o pari alla spesa media per consumi pro-capite. In Liguria l’indice nel 2021 passa dal 6,7% al 7,1% contro una media nazionale dell’11,1%.

REDDITO E PENSIONE DI CITTADINANZA- Tra l’aprile 2019 e l’agosto 2022 i nuclei familiari richiedenti Reddito e Pensione di Cittadinanza in Liguria sono stati 112.026 di cui 17.578 (il 15,7%) in provincia di Savona. La provincia di Savona rappresenta circa il 17% dell’intera popolazione ligure.

OCCUPAZIONE- L’occupazione a Savona nel 2021 (102.570) aumenta dell’1% (1.024 unità) ma rispetto al 2019 la distanza è di ben 4.793 occupati (-4,5%). Nel terziario è occupato il 75,8%del totale della provincia ed è aumentato del 3,7%.L’agricoltura (-11%) e l’industria (-6%)risultano in calo rispetto al 2020. L’occupazione dipendente a Savona rappresenta il 67,6% (la percentuale più bassa della Liguria) ed è in aumento dell’1,2% sul 2020 mentre i lavoratori autonomi che sono il 32,4% del totale crescono soltanto dell’0,6%

OCCUPAZIONE DI GENERE- Gli occupati maschi rappresentano il 56,6% del totale e sono in aumento del 4%, le femmine perdono 1.214 addette (-2,7%) e scendono in percentuale al 43,4%.

RICERCA DI OCCUPAZIONE- In Liguria le persone in cerca di occupazione nel 2021 sono state 53.906 in lieve aumento (più 1,1%) sul 2020, ma in calo di 9.500 unità sul 2019.

TASSO DI DISOCCUPAZIONE- Il tasso di disoccupazione in Liguria si attesta all’8,4% (media nazionale 7,9%): femmine al 9,5%, maschi al 6,0%. Genova 7,5 (in calo), Savona 7,6% (aumento), 9,8% La Spezia, Imperia 11,2% (unica provincia al Nord a superare il 10%).

PERSONE TRA I 15-29 ANNI NON OCCUPATE NE’ INSERITE SCOLASTICAMENTE O IN UN PERCORSO DI FORMAZIONE- Liguria 2020: 20,1% (più 2,4%); Imperia 31,2 (più 7,6%), La Spezia 22,4% (più 3,4%) Savona 17,7% (più 4,00%) Genova 17,3% (meno 0,1% unico dato in controtendenza).

GIORNATE RETRIBUITE- Savona ha il maggior calo di giornate retribuite tra il 2015 e il 2020 ( anche in questo caso si ricorda però l’eventuale incidenza del lavoro nero n.d.r). Genova da 246 a 229; Imperia da 225 a 204; La Spezia da 241 a 221,5; Savona da 233 a 211,4. Liguria da 241 a 222.

REDDITO DICHIARATO- Tra il 2013 e il 2020 a Savona appare in costante calo la classe tra i 15-26.000 euro (-12,6%). Il 37% dei contribuenti dichiara meno di 15.000 euro annui.

Franco Astengo 


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