Verso il governo, tra polemiche e promesse. Con una metafora, più si sentono cime, più promettono tortelli, ecco cosa fanno i nostri politici …
di Antonio Rossello
Sono ormai politici pressoché nati e cresciuti con l’euro, in un’Europa senza frontiere e confini: per i quali in fondo abituarsi a, o solo immaginare, uno scenario diverso sembra impossibile, anche quando si professano sovranisti.
E per questo non sono cime: senza Bruxelles non si batte ciglio. Ancora peggio, il loro armamentario retorico si potrebbe metaforicamente gustare anche a tavola, dal tanto si basa su promesse succulente come i tortelli. Ma non abbiamo l’anello al naso e sappiamo che spesso chi troppo parla meno fa.
Ebbene, le elezioni politiche del 25 settembre hanno sancito la vittoria della coalizione di centrodestra ed ora staremo a vedere.
Già i primi passaggi, mettono in crisi certe speranze della prima ora. Quelle promesse che davano per certa la stabilità politica, visto che lo schieramento formato da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati ha ottenuto 235 seggi su 400 alla Camera dei deputati e 112 seggi su 200 al Senato, garantendosi la maggioranza per governare il Paese.
Se ne sono già viste di belle in queste settimane, con il totoministri, con il teatrino intorno all’elezione del presidente del Senato, Ignazio La Russa, che ha persino pescato voti dall’opposizione, da anonimi destinati a restare ignoti.
Una falsa partenza, con lo strappo e gli strali dell’ex cavaliere, che non ha potuto mettere sulla sella ministeriale la (così sui giornali dicono, ma perché?) fedelissima Licia Ronzulli...
È andata meglio con Lorenzo Fontana alla presidenza della Camera, tutto da vedere da lunedì con le votazioni per le vicepresidenze dei due rami del Parlamento e le presidenze delle commissioni. Saranno nuovamente scintille e polemiche in una maggioranza nata purtroppo litigiosa?
Salvo sorprese, finito questo ulteriore travaglio, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella incaricherà il prossimo presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, espressione della coalizione di centrodestra, di formare un nuovo governo.
Anche in questo caso, le premesse non sono lusinghiere, se non ci mettono una pezza, c’è il rischio che la maggioranza salga al Colle per le consultazioni non con una delegazione unitaria, ma FdI e Lega da una parte e Forza Italia dall’altra.
Ma poi che cosa farà questa coalizione se andrà alla guida del Paese? Dalle tasse ai rapporti internazionali, dal caro bollette alla recessione, dal lavoro che manca all’immigrazione, passando per i diritti civili e il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), ecco una sintesi dei problemi contro i quali cozzeranno le promesse del programma di governo della coalizione vincente presentato per le elezioni del 25 settembre.
Racconteremo con il tempo, se queste cime avranno o meno soltanto promesso tortelli.
Antonio Rossello