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Asl 2 incredibile! Figli e figliastri. No Vax sospesi e non sospesi. 2/Albenga, ‘libertà di informazione a rischio’?


Al timbratore automatico accedono anche i novax guariti da oltre sei mesi, mentre i no vax che non si sono mai ammalati sono a casa senza stipendio per un anno. Vedi risposta a tamburo battente dui Asl2.  Leggi un secondo articolo di Eraldo Ciangherotti secondo il quale ad Albenga la ‘libertà di informazione è a rischio’.

di Eraldo Ciangherotti

“L’altra mattina, all’alba, ero già a Savona, negli uffici dell’Asl 2, in coda al Cup, per prenotare delle visite in urgenza per una paziente anziana, sola e gravemente ammalata che conosco, seguo e assisto da quando ero assessore comunale, quando, nell’attesa di arrivare al mio turno allo sportello, mi sono avvicinato al timbratore del cartellino dove transitano tutti i dipendenti amministrativi dell’Asl2 savonese. Davanti a me c’erano due persone, dipendenti dell’Asl2, non so dire in che ruolo, ma sicuramente amministrativi, che stavano parlando a voce alta, impossibile non ascoltare quel che stavano dicendosi.

Quello che ho sentito, a mio avviso, ha dell’incredibile. In pratica, nella pianta organica degli Amministrativi dell’Asl 2, ci sono persone che hanno rifiutato la somministrazione vaccinale contro il Covid e per questo, secondo le regole, sono state sospese dal servizio sino al 31 dicembre prossimo. Alcuni di loro, lo scorso gennaio-febbraio, si sono ammalati di Covid e, una volta guariti, hanno potuto riprendere la loro attività lavorativa per sei mesi. La guarigione dal Covid, infatti, per la burocrazia, e per la scienza, equivale ad una copertura vaccinale semestrale. Dopo sei mesi, però, per restare al lavoro, avrebbero dovuto vaccinarsi, cosa che, invece, non hanno fatto. Ed è proprio su questo punto che i due amministrativi, davanti al lettore badge, stavano discutendo, affermando che l’Asl 2, per evitare di non poter sbrigare le pratiche amministrative, stava facendo figli e figliastri, lasciando a casa i non vaccinati che non avevano preso il Covid e facendo andare al lavoro quelli non vaccinati che il Covid lo avevano preso 7 od 8 mesi fa e che quindi, per legge, avrebbero dovuto essere nuovamente sospesi.

Premesso che io sono lontanissimo dalle posizione no vax, ho vaccinato me e tutta la mia famiglia compreso i miei figli di 8 e 9 anni, ma mi chiedo se non sia possibile, a questo punto, azzerare le norme che regolano la sospensione dal servizio e fare tornare tutti al lavoro. Mi chiedo anche se l’anomalia dei dipendenti in servizio, anche se guariti dal Covid più di sei mesi or sono, è conosciuta (e derubricata) dai vertici dell’Asl 2 o se invece si tratti di un episodio di grave sciatteria di cui nessuno nella dirigenza apicale è a conoscenza.

Eraldo Ciangherotti

(capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale ad Albenga)

Riceviamo e correttamente pubblichiamo – Si respingono fermamente le osservazioni formulate, in quanto illazioni frutto di argomentazioni approssimative e sommarie; l’Azienda ha sempre effettuato le dovute sospensioni dal servizio di personale sanitario e non sanitario in applicazione delle norme vigenti.
Si ricorda che ogni posizione lavorativa deve essere valutata secondo le relative singole istruttorie e tenendo conto delle variabili che possono connotare ciascuna situazione documentata (ad es.: patologie, intervenute gravidanze, prenotazioni vaccinali in corso, ecc.), tutti elementi che possono incidere sulla tempistica dei provvedimenti da adottare, ovvero sulla eventuale revoca o ritiro di questi ultimi. Inoltre bisogna considerare pendenze o aspetti legali e/o processuali inerenti a possibili contenziosi in corso.

Al contempo, si ritiene offensiva l’insinuazione secondo la quale non meglio identificate esigenze di carattere amministrativo o burocratico possano indurre l’Azienda a non dare applicazione a norme nazionali in materia di obbligo vaccinale; uno dei valori fondanti dell’Azienda è il perseguimento della salute pubblica e la tutela dei propri lavoratori e lavoratrici secondo il vigente quadro normativo e contrattuale, una linea di condotta che è sempre stata perseguita tra numerose difficoltà anche riguardo all’evento emergenziale epidemiologico Covid-19 ed alle recrudescenze di quest’ultimo.

Corrado Gigliotti
Addetto Stampa Ufficio Comunicazione

ALBENGA LA LIBERA INFORMAZIONE E’ A RISCHIO-

COMUNICATO STAMPA – Albenga (19.10.22) “La libertà di espressione, per il sindaco di Albenga Riccardo Tomatis, dovrebbe valere solo per chi ‘non disturba il manovratore’. Con la luce del sole il primo cittadino di Albenga si riempie la bocca di parole come Libertà, Democrazia, Confronto, ma nell’ombra trama per silenziare l’opposizione con minacce e ricatti inaccettabili. Vorrebbe, insomma, che giornali e giornalisti parlassero solo di lui, della sua giunta, delle cose che l’amministrazione fa o, meglio, pensa di fare e che ignorasse l’opposizione. Pensa di poterlo fare perchè, probabilmente, non si è reso conto di come l’informazione sia cambiata.

Quando ho cominciato ad occuparmi di cosa pubblica, alla fine degli Anni ‘90, la comunicazione era solo cartacea e televisiva. C’era una sana competizione tra La Stampa e Il Secolo XIX, avevano uffici di corrispondenza, le notizie erano diverse sui due giornali, non c’era ancora la possibilità tecnica del copia e incolla, visto che internet e posta elettronica erano agli albori. Questo il sindaco Tomatis non può saperlo, per lui la politica è diventata un passatempo presenile. Oggi ai quotidiani cartacei si sono aggiunti quelli online, con sempre maggiore successo di lettori, mentre le televisioni tradizionali sono state ridimensionate di molto. In più, vent’anni fa, i giornali erano fatti da giornalisti professionisti, stipendiato bene dagli editori, e non pagati a pezzo, come avviene oggi (anche chi è assunto non ha certo gli stipendi di allora).

Ultimo appunto, non c’era un editore unico come succede oggi che Stampa e Secolo XIX sono dello stesso gruppo editoriale e, inevitabilmente, la concorrenza è sparita, o quanto meno si è di molto affievolita. In questo scenario il sindaco Tomatis non ha ancora capito che giornalismo e comunicazione sono due settori diversi, il primo fa informazione (che dovrebbe sempre essere libera e indipendente), la seconda fa promozione (e in questo caso si possono acquistare spazi pubblicitari sui giornali, sia cartacei che online). Le due cose, all’interno dei giornali, dovrebbero essere ben distinte, anche graficamente, ma visto che spesso questo non avviene per i più disparati motivi, ecco che il sindaco di Albenga spera di convincere i giornalisti a tacitare Ciangherotti e di farli parlare solo della sua amministrazione. Un fatto grave e pericoloso, non solo per la libertà di informazione, ma anche per la maggioranza. Ricordo a Tomatis il mito di Narciso, che vedendo riflesso il suo viso nello specchio acqueo di un laghetto si avvicinò all’immagine al punto di cadere ed annegare. Senza l’opposizione e la critica, caro sindaco, qualsiasi uomo di potere rischia di bruciarsi”.

Eraldo Ciangherotti, capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale ad Albenga.


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