Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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La sfida in Liguria. Quei piccoli borghi montani e rabdomanti anti-sprechi. Un sindaco: in Regione si pensa molto agli arenili e meno ai torrenti


Risorse idriche. Convegno sul clima pazzo, lo sviluppo sostenibile, possibili finanziamenti per intervenire con efficacia. Parte dalla Valnervia la sfida della Liguria per la gestione di un grande patrimonio naturale a rischio per siccità, dispersioni e indifferenza delle istituzioni.

di Angelo Verrando

QUEI PICCOLI BORGHI CHE FANNO I RABDOMANTI ANTI-SPRECHI –

Il sindaco di Pigna Roberto Trutalli

Il caso di Pigna: tanta acqua ma rete colabrodo, che ha invertito la tendenza nonostante gli scarsi finanziamenti. Il sindaco Roberto Trutalli “Rete di distribuzione rifatta e ora rendiamo i torrenti più sicuri”.

Confrontarsi su dati e piani di lavoro sull’acqua potabile in autunno e non di fronte alle emergenze estive, è a dir poco rivoluzionario. E lo stesso vale per la pulizia di rii e torrenti in Liguria da sempre motivo di grandi dissesti e rovinose sciagure. Lo stanno facendo alcuni organismi regionali per dotare il nostro territorio montano – affascinante e così così fragile – degli strumenti necessari di tutela delle popolazioni che resistono al di là della costa. Vediamo nel dettaglio.

Esperienze a confronto sull’acqua, dalla progettazione alla concreta realizzazione dei progetti, sarà il leit-motiv dell’incontro ospitato a Pigna l’11 ottobre (dalle ore 10), nel quale si parlerà di “buone pratiche” con il sindaco Roberto Trutalli in nome dei piccoli borghi alpini; con un rappresentante del Parco naturale delle Alpi liguri per dibattere sulla riduzione dei consumi delle risorse nelle attività economiche di montagna; con un esponente di Agrigeo21 sul ruolo delle risorse idriche per la tutela e riqualificazione del territorio.

Il confronto segue quello dello scorso 3 ottobre nel quale si è parlato di consumare acqua in modo responsabile da parte di residenti e turisti da una parte; impegno e investimento economico dei Comuni per progettare ed eseguire fondamentali opere di raccolta e distribuzione idrica verso le utenze finali, dall’altra.

Progetti ambiziosi, oltreché impegni epocali e culturali profondi, quelli lanciati dalle Giornate di Formazione “Adattamenti ai cambiamenti climatici sul territorio ligure. Strategie e sfide” promosse da Interreg,  Alpimed e Alcotra. Moderatrice Daniela Caracciolo di Arpal. Importanti i temi: azioni regionali ed europee per lo sviluppo di fronte agli sconvolgimenti da surriscaldamento globale; analisi delle azioni realizzate con il progetto CLIMA; vocazione dei territori e costi da sostenere per le strategie di adattamento ai cambiamenti climatici.

Questo il quadro – ambizioso – nel quale si muoverà l’importante confronto. Ma come passare dalle parole alla progettazione ai fatti, e ai benefici per le comunità montane di riferimento? Dire che la provincia di Imperia – ma un po’ tutta la Liguria – sia molto arretrata, è poco. E non solo per l’acqua potabile. Anche la messa in sicurezza dei numerosi corsi d’acqua. C’è “sete” di interventi mirati ed efficaci contro le devastazioni. Arretratezza, cominciando proprio dalle risorse economiche con bilanci comunali asfittici, finanziamenti regionali con il contagocce, programmazione territoriale quasi assente, una scarsa considerazione generale.

Quindi come tramutare le tante parole che si sentiranno in fatti tangibili? Difficile a dirsi. Probabilmente, per mettere un po’ di fieno in cascina, bisognerà innanzitutto verificare quanta “massa critica” si riuscirà a mettere in campo per riuscire ad operare rivolti a un futuro con minori criticità idriche e dissesti idrogeologici, e maggiori certezze per i residenti. Ossia quante voci dei borghi montanti si faranno sentire per puntare i riflettori su problemi annosi come la prevenzione, la cultura del rispetto dell’ambiente, contro le piaghe dell’emergenza e dei disastri fin troppo previsti e annunciati.

Nella sola provincia di Imperia ci sono ben 26 comuni inseriti nella “riserva unica” di salvaguardia delle risorse idriche. Una politica vera per la montagna, in grado di rendere più sicura anche la costa sulla quale si riversano i corsi d’acqua. Questa dovrebbe essere la linea degli amministratori regionali, locali e pure nazionali, anche se non paga in termini di voti immediati. Un sogno nel cassetto da estrarre al più presto. Con forza.

Pigna è una di queste “voci” che – fatti alla mano – tenterà di farsi ascoltare anche ai piani alti della politica. Il villaggio dell’Alta Valnervia ha sviluppato un progetto che, già nell’estate più torrida, ha consentito di affrontare e ridurre l’emergenza siccità.

Come? “A Pigna – dice il sindaco Roberto Trutalli – abbiamo sostituito 270 metri di condotte, recuperando fino a 53-54 metri cubi di preziosa acqua potabile al giorno nel periodo più siccitoso. Nella frazione Buggio, rifatti altri 100 metri di tubazioni e quindi limitate altre gravi dispersioni a favore dei consumi domestici e delle aziende turistiche e artigiane”.

Con quali risorse? “Con un mutuo da 120 mila euro, ma anche attingendo dal nostro avanzo di bilancio per 100 mila euro, e pure recuperando crediti in sospeso dall’Aamaie di Sanremo per 30 mila euro”.

La sua amministrazione proseguirà su questa strada? “Certo. Con i fondi del Piano di sviluppo rurale della Regione che ha stanziato 450 mila euro, abbiamo in progetto di recuperare altri 700 metri cubi di acqua che ora va ancora dispersa. Insomma: rilanciamo con decisione il risparmio idrico a monte del consumatore finale. Pigna è ricca di risorse e intendiamo sfruttarle tutte. Ci sono cinque acquedotti diversi, e soltanto la sorgente di Colla Melosa (900 metri di altitudine, ndr) consente di ottenere 164 metri cubi in vasca tutto l’anno”.

Sindaco, negli ultimi mesi abbiamo sentito tanti appelli anti-sprechi rivolti alle famiglie, ma il problema sembra essere nelle condotte. “Anche. Correnti galvaniche, tubi in ferro vecchi di decenni con perdite vistose e inammissibili, sorgenti non utilizzate. I problemi si sommano tutti. Così abbiamo cominciato ad affrontarne qualcuno e i risultati si sono visti bene la scorsa estate, quando le famiglie hanno fatto la loro parte responsabilmente”.

Dall’acqua potabile alla messa in sicurezza dei torrenti, il passo è breve. “E’ un’altra nota dolente – dice Trutalli -. Se vado in Regione a parlare di regimazione delle acque, non trovo solo tanti sordi ma anche grande indifferenza. Pensano agli arenili, alla costa, al turismo balneare, ma non considerano che la sicurezza deve partire dalla montagna. In soldoni: per la pulizia dei rii abbiamo chiesto 30 mila euro e ne abbiamo ottenuti 8 mila per ripulire l’ansa di Prato Giaira proprio davanti al paese, invaso da ottomila metri cubi di materiale alluvionale. Inoltre abbiamo oltre sei chilometri di torrente Nervia tra Buggio e Pigna interamente intasati da materiale roccioso proveniente da una frana attiva che insiste sulla gola dell’Incisa sul monte Toraggio. Inoltre, possiamo contare su 250 mila euro dalle schede dell’autunno 2019 per la messa in sicurezza del rio Rastello, affluente del Nervia. Tra Pigna e Buggio esistono ancora i resti di 26 frantoi ad acqua per la molitura delle olive, da sempre in grado di rallentare di molto il defluire delle acque in caso di forti piogge. Oggi abbiamo la necessità di realizzare interventi idraulici in grado di fare lo stesso lavoro per prevenire ed evitare rovinose turbolenze. E, naturalmente, trovare adeguati mezzi finanziari. Per Pigna, circondata da torrenti e rii di diversa portata, si tratta di fare opera di mitigazione tutt’attorno al paese, in vista di future estati sempre più torride”.

ARTICOLO DEL SECOLO XIX DEL 5 OTTOBRE 2022


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Angelo Verrando

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