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Coldiretti: nell’entroterra servono agevolazioni per giovani. Ma a Pieve di Teco si ‘cancella’ il nuovo asilo per ospitare la ‘Casa di Comunità’. E la città plaude al nuovo parroco, don Enrico


L’allarme della Coldiretti in base ai dati Istat sul saldo demografico negativo: «Un
pericolo per l’86% dei paesini, ma l’ambiente rurale è bello».«Agevolazioni ai giovani per far vivere i piccoli borghi». Intanto a Pieve di Teco si ‘cancella’ il nuovo asilo. La minoranza protesta. La città ha accolto con entusiasmo il nuovo parroco don Enrico Giovannini e donato una targa di riconoscenza a don Sandro Decanis dopo 23 anni al servizio della comunità.

Gianluca Boeri presidente regionale Coldiretti

Tutti ci vogliono andare in vacanza, ma viverci diventa ogni giorno più difficile, e Coldiretti lancia l’allarme e un appello: «le istituzioni offrano ai giovani le agevolazioni e incentivi per tornare ad abitare e a vivere alcuni degli scorci più belli e incontaminati della nostra terra, altrimenti i nostri splendidi borghi sono destinati a morire». È davvero un paradosso quello che vede al centro molti piccoli paesi del nostro entroterra, sempre più attrattivi per i turisti e sempre meno per i residenti, al punto da rischiare di essere destinati a morte precoce. Un pericolo che secondo l’Istat riguarda l’86% dei borghi rurali italiani che secondo le previsioni nel 2031 metteranno assieme complessivamente non più del 16 % della popolazione. E naturalmente gli splendidi borghi del nostro ponente non fanno eccezione ad una regola decisamente spietata.

«Il problema riguarda purtroppo anche il nostro entroterra – spiega il presidente regionale Coldiretti Gianluca Boeri – Tutto ciò acuisce la situazione di solitudine delle aziende agricole, aumentando la tendenza allo smantellamento non solo dei servizi, ma anche dei presidi e delle forze di sicurezza presenti sul territorio». Un problema storico, che però a cavallo del millennio sembrava far registrare una frenata, se non un’inversione di tendenza, risultata però illusoria. È una situazione irreversibile?
«Nonostante il saldo demografico critico e il progressivo depopolamento dei nostri entroterra siano certamente preoccupanti, siamo ancora in tempo per trovare delle soluzioni concrete ricreando opportunità e occasioni per i giovani, per farli restare o tornare nelle aree interne della nostra regione. Diversi studi certificano che la qualità della vita in ambiente rurale è migliore: anche per questo, dobbiamo creare opportunità di sviluppo e crescita del comparto agricolo, lavorando in sinergia con le istituzioni per concedere ai giovani le agevolazioni e incentivi necessari e sufficienti a far scegliere loro, alla fine, di tornare ad abitare e a vivere alcuni degli scorci più belli e incontaminati della nostra terra».
PIEVE DI TECO- Ex Caserma Manfredi, Asilo Nido, Casa di Comunità: Il Comune ha speso molti soldi per ospitare 12 bambini arredando anche i nuovi locali. Ora decide di utilizzarli per la ‘Casa di Comunità’.

COMUNICATO STAMPA – L’opposizione consiliare: il Sindaco Alessandri ha dimostrato ancora una volta di avere le idee molto confuse. Prima vengono ultimati  i lavori del nuovo asilo nido nella ex caserma Manfredi, essendo quello vecchio,  ubicato in via Eula, non più adeguato ai tempi, con spazi molto stretti, per soli 12 bambini. Di recente, per la nuova collocazione, vengono  pure  acquistati, con una ingente somma, gli elettrodomestici, i nuovi arredi  e tutto ciò che serve all’uopo.  Ora si cambia rotta sostenendo  che il nuovo asilo  non serve più, decidendo di dare questi locali, gratuitamente,  all’ASL 1 per collocarvi ambulatori e studi medici, chiamati “Casa di Comunità”. Dire che noi siamo contro questo progetto, come leggiamo sul comunicato del Sindaco,  è assolutamente falso. I dubbi sulla bontà del  progetto  semmai sono stati espressi da alcuni della maggioranza, visti i precedenti della chiusura della dialisi e di alcuni ambulatori. Nel consiglio comunale di mercoledì 21 settembre,  noi consiglieri di minoranza,  Renzo Brunengo, Alessandro Belmonti e Camilla Molinari, abbiamo evidenziato che siamo  pienamente favorevoli a concedere all’ASL 1  locali per ampliare l’offerta sanitaria, ma  riteniamo insensato concedere  proprio quelli del nuovo asilo, dove il Comune ha speso ingenti somme per ultimarlo e arredarlo.

Abbiamo  suggerito diverse  soluzioni così da non dover  rinunciare a nulla e non sprecare soldi.  Nella ex caserma ci sono ampi spazi, quasi tutti inutilizzati. Dai sei appartamentini ristrutturati  negli anni del 1980, al piano ammezzato,  ai  locali del piano terra, solo parzialmente occupati dalle maschere di Ubaga,  a quelli dove era collocata la scuola di Ragioneria ora chiusa. Le soluzioni per riorganizzare e soddisfare pienamente tutte le esigenze ci sono. Inoltre l’ultimo piano del palazzo Borelli, dotato di ascensore,   è da tempo inutilizzato.

Alle nostre proposte per tutta risposta abbiamo ricevuto solo attacchi arroganti e boriosi dal Sindaco,  dicendoci che non accetta da noi lezioni. Infatti le nostre non sono lezioni al Sindaco, che non ci interessano,  bensì  proposte concrete nell’interesse della comunità. Noi ribadiamo con convinzione che la sua  scelta,  oltre ad essere sbagliata,  ha ipotecato il futuro. La politica nazionale e regionale spinge con cospicui finanziamenti per le scuole per l’infanzia e gli asili.  Con questa  miope visione con quale possibilità di successo, in futuro, il Comune  potrà chiedere sostegni?    Se ora chiude la porta?  Spiace dirlo  ma quelli del Sindaco, avallati superficialmente dalla maggioranza, non sono gli interessi di Pieve di Teco e della Valle. Sarà il tempo, purtroppo, a dire chi ha ragione.

LE DICHIARAZIONI STAMPA DEL SINDACO ALESSANDRI

CHE ACCUSA LA MINORANZA – 

“Istituire a Pieve di Teco la Casa di Comunità è un risultato straordinario, dichiara il sindaco Alessandro Alessandri. La struttura infatti, permetterà di avere ambulatori multidisciplinari, studi medici, il servizio di guardia medica, il punto vaccini e il punto prelievi. Avremo quindi un medico 24 ore su 24 e l’intera struttura rappresenta quindi un punto di primo soccorso fondamentale e strategico per tutta la Valle Arroscia. Sono previsti non solo ambulatori, ma delle soluzioni organizzative che permetteranno la fruizione di un hub di prossimità per le cure primarie e parallelamente anche per il supporto sociale e assistenziale. Un luogo dove si cureranno le persone non solo dal punto di vista strettamente medico, ma anche dove verrà data attenzione a tutte le dimensioni di vita dei cittadini. La Casa di Comunità  rappresenta un vero e proprio modello rivoluzionario che permetterà l’upgrade dei servizi per gli abitanti e mi preme ringraziare l’ex dg di Asl 1 Silvio Falco e l’attuale dg Luca Filippo Maria Stucchi per l’impegno profuso in questa iniziativa che per noi tutti è di grande significato. Unica nota stonata, durante la seduta del civico consesso, il voto contrario della Minoranza. Sono veramente dispiaciuto – aggiunge il primo cittadino Alessandri- che la Minoranza si sia espressa con voto contrario. Durante il dibattito in aula ho provato più volte e per molto tempo a spiegare le importanti ragioni a fondamento di questo progetto e tra tutte spicca la possibilità di avere 24 ore su 24 un medico qui a Pieve di Teco: ciò permetterà di avere una risposta concreta alle esigenze della popolazione. Purtroppo, però nonostante abbia cercato di unire negli intenti – visto la delicata tematica- le forze politiche, la Minoranza in modo ostinato ha votato contro l’istituzione della Casa di Comunità presso i locali dell’ex caserma ‘Manfredi’, senza offrire un’alternativa o una proposta. Ho messo tutto me stesso, ma alla fine la Minoranza è rimasta sulle proprie posizioni. Tutte le pratiche sono state votate favorevolmente, tranne questa che – a mio avviso – rappresentava il punto all’ordine del giorno più importante dove si sarebbe dovuta mettere da parte ogni ragione politica e al contrario occorreva concentrarsi esclusivamente sulle necessità e sui bisogni della nostra comunità. Posso dire quindi, con grande orgoglio, che grazie alla Maggioranza, a Pieve di Teco – conclude il sindaco Alessandri-  sorgerà la struttura che costruirà per tutti i cittadini percorsi sanitari, sociali e relazionali e nel contempo darà una pronta risposta medica in modo continuativo”.

LA ‘CITTA” TITOLO RICONOSCIUTO A PIEVE DI TECO PLAUDE, CON IL SINDACO, ALL’INGRESSO DEL NUOVO PARROCO, DON ENRICO GIOVANNINI. 52 anni, laureato in Farmacia, volto noto nell’imperiese e savonese, resta titolare di altre 4 parrocchie dell’alta valle: Cosio D’Arroscia, Mendatica, Montegrosso P.L., Rezzo.

Il can. don Sandro Decanis

Lascia la parrocchia di Pieve, dopo 23 anni, don  Sandro Decanis, 75 anni, ordinato sacerdote nel 1973, mantiene la parrocchia di Lavina (Rezzo). Finora aveva questi incarichi come documenta il sito della Diocesi:  ParrocoPieve di Teco, Antica collegiata s. Giovanni Battista,ParrocoLavina, s. Antonio, Amministratore parrocchialeCalderara, s. Giorgio, Amministratore parrocchialeCenova, Nostra Signora Assunta, Amministratore parrocchialeNirasca, s. Michele, Amministratore parrocchialeVessalico-Lenzari-Siglioli, s. Maria Maddalena e ss. Processo – Martiniano – Matteo. Canonico di Capitolo cattedraleAlbenga, San Michele Arcangelo – Cattedrale. Un sacerdote che è sempre stato apprezzato per la dedizione pastorale e al quale il sindaco ha consegnato un attestato di riconoscenza.

Il vescovo Guglielmo Borghetti ha commentato: « Un momento storico, in questa bella, grande parrocchia, la principale di tutta la vallata. Don Enrico è il nuovo parroco ma non un parroco nuovo, è di casa e certamente oggi si assume una bella responsabilità perché lui già è vicario forano di questa zona e adesso diventando parroco di Pieve di Teco, si assume anche un po’ la supervisione a maggior ragione di questo bellissimo territorio». E don Enrico: “Partiamo con questa nuova avventura e naturalmente chiederò tutto l’aiuto possibile dal cielo per essere all’altezza di questo compito. Progetti in cantiere ce ne sono soprattutto per quanto riguarda i più poveri e i più bisognosi e qualche idea l’abbiamo non voglio anticipare troppo ma prepareremo qualcosa e non li lasceremo soli».

Una cerimonia emozionante, dove non sono mancati momenti emozionanti come la consegna delle targhe da parte dell’amministrazione sia al sacerdote uscente con cui tanto si è condiviso in 23 anni   ma anche al nuovo parroco con cui spiega il sindaco «ci sarà modo di collaborare in futuro. «C’è questo passaggio di consegne importante e che non capita tanto spesso-  ha ricordato il sindaco Alessandro Alessandri–  Noi abbiamo pensato come amministrazione di fare due piccoli presenti, uno a Don Enrico che entra e l’altro a Don Sandro che ci lascia come parroco ma non come cittadino. Abbiamo scritto “Con riconoscenza e stima, per il prezioso servizio prestato alla comunità pievese ed esempio di impegno e devozione, sinceramente grati”.


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