Trucioli

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Emergenza energetica: una via sicura, definitiva e ottimale. A Vado Ligure la centrale a ciclo combinato causa danni a salute e ambiente


Fuori dalla pandemia energetica e dalle bollette pazze con le tecnologie pulite. No alla nuova dipendenza dal GNL. Si all’autonomia del H2.

di Giovanni Maina

Purtroppo solamente in teoria, per questo scopo, è universalmente riconosciuta la necesssità di utilizzare in modo esclusivo e ragionevole, le fonti naturali sostenibili e rinnovabili: sole, vento, acqua, geotermia. Di fatto invece, ovunque negli ultimi 3 secoli questa regola è stata abbandonata per seguire la via dello sfruttamento intensivo delle risorse globali più impattanti, limitate e non distribuite equamente e pertanto causa di conflitti permanenti e devastanti: carbone, petrolio, gas, uranio.

Benché l’Italia sia ricca  delle prime ecologicamente virtuose,  ha utilizzato il modello tecnologico compatibile con il sistema socio-economico dominante, imposto geopoliticamente da chi possiede le seconde, scarsamente disponibili sul nostro territorio ponendosi nella condizione di estrema dipendenza dall’estero. Per  giunta, anche la filiera delle utilizzazioni è tutt’altro che ottimale, bensì caratterizzata da sprechi e tecnologie energivore soprattutto nei settori della mobilità e della climatizzazione edilizia.

In sintesi, il nostro modello energetico è basato in grandissima parte su tecnologie insostenibili ecologicamente e per giunta a bassa efficienza, che sprecano oltre il 50% dell’energia.

Infine se si considera che il costo di tutte le merci che acquistiamo contiene una quota rilevante dovuta all’energia per produrle e trasportarle, ecco spiegato il “pandemonio socio economico” che sta minando la vivibilità del paese. Quindi è indispensabile una svolta immediata per abbandonare tutte queste tecnologie. Tanto più che la “pandemia energetica” in corso offre un’opportunità da non perdere poiché la transizione tecnologica verde, è diventata più conveniente anche economicamente: il kwh pulito ed efficiente costa, quanto o anche meno di quello  impattante e/o mal utilizzato.

Premesso che i criteri di riferimento secondo direttive UE per la svolta strategica sono: No a nuovi investimenti negli impianti della filiera del metano. Si agli impianti per produrre e utilizzare H2 verde. Una semplice analisi dei sistemi attuali e dei loro costi-benefici consente di valutarne o meno la proponibilità

Centrali elettronucleari a fissione anche se di ultima generazione: hanno costi insostenibili di costruzione e di dismissione a fine vita ( circa 2 e 5 MLD ). Anche i costi di funzionamento e manutenzione sono proibitivi: i primi per l’uranio ed i secondi causa i tempi estremamente lunghi, tanto da limitare molto i tempi di effettivo funzionamento. Il combustibile è raro e non disponibile in Italia e si creerebbe un’altra dipendenza estera. Non sono proponibili nemmeno a breve poiché richiedono un iter di costruzione di 10 anni. Il problema delle scorie è tuttora irrisolto, per la pericolosità millenaria delle radiazioni e la produzione di ordigni nucleari. La presunta sicurezza decantata è simile a quella disastrosa delle precedenti generazioni di Chernobil e Fukuschima. L’efficienza effettiva è la più bassa di tutti gli impianti produttivi di qualunque altra tecnologia, anche nei brevi periodi di normale attività, data l’enorme dispersione di calore necessaria con acqua di raffreddamento. Nel medio e lungo periodo si riduce ulteriormente. Infine l’impianto in se è un pericolo enorme data la vulnerabilità rispetto ad attentati o missili impazziti o intenzionali. Come dimostra la preoccupazione espressa in questi giorni nelle cronache mondiali relative alla centrale di Vaporizhzhia.

Centrali termoelettriche a gas. Sono numerose, dotate di turbine e producono il 35% dell’elettricità, con una efficienza del 40%. Solo alcune, come quella di Vado Ligure, sono a ciclo combinato che recupera il calore di scarico e  hanno un rendimento del 60%. Inquinano molto meno di quelle a carbone, ma le loro emissioni causano secondo calcoli UE su centrali da 800MW (Vado), danni alla salute e ambientali superiori a 50 MLN/anno.

A carbone sono tuttora funzionanti le 2 grandi centrali di Brindisi e Civitavecchia che producono il 6% di energia elettrica, con rendimenti del 40% circa e pesanti emissioni, che causano secondo UE, danni alla salute e ambientali molto più gravi.

Filiera del GNL. Impianti necessari- Il metano liquido degli USA viene proposto dal Governo Draghi per sostituire in gran parte il 38% di quello naturale importato dalla Russia. Il gas (1)estratto negli USA, viene (2) liquefatto per raffreddamento a -162 °C, così (3) trasportato  su navi con serbatoi criogenici a 25 strati di coibentazione, pompato e riscaldato in un (4) impianto di rigassificazione in Italia a terra o su nave e (5) rimesso nella rete dei gasdotti per essere distribuito.

Esistono già 3 rigassificatori, a Rovigo e Livorno (mare) e a Spezia ( terra). Un quarto è previsto a Piombino o a Ravenna dal costo di 1,5MLD. E’ evidente che il costo del GNL non può che essere molto maggiore di quello del metano russo o di altra provenienza. Infatti le tre fasi intermedie 2-3-4 sono aggiuntive rispetto alla filiera del metano dei gasdotti dall’Asia e Africa, e sono tutte molto energivore e funzionalmente costose. A ragion veduta, è insensato costruire nuovi impianti. Semmai si possono utilizzare quelli già esistenti e solo per il periodo di transizione, il più breve possibile.

Obiettivi a breve medio e lungo termine- Azzerare le emissioni entro il 2050 secondo gli accordi internazionali. Realizzare l’autonomia energetica e l’indipendenza totale da tutte le importazioni. Azzerare l’importazione del gas russo e la speculazione.

Valutazioni conclusive delle Tecnologie dei mezzi e metodi a disposizione per raggiungere tali obiettivi.

L’Italia è immersa in una situazione energetica disastrosa che sta demolendo l’economia del Paese, deve compiere subito una scelta strategica tra: 1)mantenere la filiera del metano sostituendolo con GNL disponibile sul mercato non conduce all’ indipendenza, raddoppia i costi strutturali e funzionali che comportano bollette dell’energia insostenibili da tutte le componenti socio-economiche nazionali, è contro le direttive UE e le urgenze ecologiche globali. 2)passare dal metano all’idrogeno verde conduce all’indipendenza-autonomia energetica totale entro il 2050, con inizio graduale ma immediato, abbassando sempre più il costo dell’energia, contemporaneamente al completamento di  ciascun nuovo impianto della filiera riduce i costi funzionali in quantità progressivamente maggiore, fino a costi della bolletta minimali per tutta la durata dell’impianto (alcuni decenni) il kwh elettrico, o da idrogeno,  sarà prodotto da un combustibile a costo zero (sole,vento, acqua, geotermia); dunque l’energia costerà quanto la quota di ammortamento dell’impianto, più i costi di esercizio relativi agli stipendi del personale. I tempi di realizzazione di questa transizione verde sono brevi, poiché la componentistica tecnologica degli impianti a H è già disponibile.  I costi dei danni alla salute e ambientali sono nulli.  

PROPOSTA PARADOSSALE DA EVITARE– Il problema non è solo il gas russo. Purtroppo in realtà, approfittando della guerra  le bollette sono in alcuni casi decuplicate. Ma la causa principale sta nella speculazione, infatti il gas russo è già stato sostituito in gran parte in questi giorni da quello di altri paesi. (Oggi l’importazione russa è ridotta al 9%). Tuttavia dalla maggior parte degli enti istituzionali che gestiscono l’energia, emerge la proposta forte e chiara  di  rafforzare proprio le strutture del modello attuale, che sono state la causa di questa contingenza drammatica. Viceversa un programma di uscita definitiva da questa “pandemia energetica”esiste: COSA  FARE SUBITO. Insieme con un breve periodo di risparmio energetico, secondo il pacchetto di misure del Governo, occorre una immediata serie di iniziative strutturali virtuose, per sempre: A) Riduzione dei consumi nazionali a parità di servizi coibentazione edilizia (super bonus 110 %).Consente un risparmio immediato e graduale fino al 15%. Illuminazione stradale flessibile. La smart-grid della rete elettrica a led, riducendo la luminosità a seconda delle situazioni, consente un risparmio notevole. ( alcuni studi dicono che in Italia l’inquinamento luminoso consuma il doppio di energia della media UE, alterando persino i normali ritmi circadiani). Trasporto merci da gomma al ferro. Il treno con efficienza del 90% contro quella dei TIR del 35%Il risparmio energetico nazionale sarebbe circa del 10%, se questa transizione verde fosse di metà delle merci oggi al 95% su TIR. Internet Li.Fi e fibra di vetro.Internet 5G basato sulle microonde, è un sistema fortemente energivoro,causa il notevole raffreddamento indispensabile che assorbe circa il 90% della corrente. Viceversa con la rete in fibra ottica e la sostituzione del Wi.Fi. a microonde, con il quello a segnali di luce lungo la rete elettrica esistente e le lampade a Led, l’energia necessaria è minimale. Studi accreditati hanno calcolato che entro il 2030, con l’incremento attuale della telefonia mobile a 5G a microonde saranno necessarie 5 centrali come quella di Vado Ligure. Con la tecnologia a segnali di luce sarebbero ridotte a 1B) Riduzione dei costi di produzione e di utilizzazione dell’energia. TIR da gasolio a idrogeno (H verde). E’ una direttiva UE. Si noti che i TIR sono il 2% dei mezzi circolanti ma producono il 20% dell’inquinamento con i costi di salute e ambiente (50MLN ogni 800MW di potenza dei mezzi) che sarebbero annullati. Inoltre in tempi brevissimi il costo dell’idrogeno verde sarà sempre più ridotto rispetto al gasolio, precisamene fino al livello della sola quota di ammortamento e di funzionamento dellimpianto che lo produce. Questo poiché la fonte energetica (sole, vento, acqua)  che lo produce è a costo zero. Transizione delle centrali termoelettriche da gas metano a idrogeno. E’ tecnicamente possibile sostituire in tutte le centrali a turbogas senza modifiche sostanziali, il 15% del metano con idrogeno verde, ottenendo un incremento di potenza del 25%. L’H2 necessario è ottenuto aggiungendo alla centrale un impianto di produzione dell’idrogeno verde, con accumulo. Gli impianti aggiuntivi sono: elettrolizzatore alimentato da pannelli fotovoltaici, eolici, termici e/o da impianti idroelettrici, scelti a seconda dei diversi casi ambientali.Usando il fotovoltaico o l’eolico i tempi di realizzazione della filiera aggiuntiva  H, sono circa di 2 anni. Installazione di impianti fotovoltaici con accumulo in prossimità di centri di consumo.industriali, ospedali, artigianali, commerciali, villaggi, condomini, di potenza proporzionata al consumo. Installazione- ampliamento di parchi eolici già esistenti. Installazione di pannelli solari con accumulo per acqua sanitaria nei centri sportivi, stabilimenti balneari, alberghi, fabbriche, case unifamiliari (l’acqua sanitaria assorbe circa il 6% dell’energia e l’impatto  paesaggistico è limitato date le piccole dimensioni dei pannelli). Si noti che le ultime 3 tipologie impiantistiche sono di rapida attuazione e con ammortamenti immediati sebbene graduali.

 ATTUALI PROPOSTE  DA NON REALIZZARE PERCHE’ PEGGIORATIVE  E/O IMPEDISCONO QUELLE VIRTUOSE. Costi sproporzionati ai benefici. Gli investimenti molto consistenti sostengono tecnologie antiecologiche, transitorie di breve termine, meno convenienti delle alternative e talvolta a vantaggio di imprese straniere.

  1. No a nuovi rigassificatori. I 3 già esistenti sono utili solo per le emergenze durante il periodo di transizione verde dell’energia. Infatti sono impianti della filiera del metano, sebbene liquefatto, contrari alle direttive UE. Pericolosi poiché per riportare allo stato gassoso il GLN, lo riscaldano da -162° C, un operazione a rischio di esplosione e quindi giustamente contrastati dalla popolazione.

Molto costosi strutturalmente ed energivori funzionalmente, ultimo anello di una filiera che produce gas metano di importazione a costi molto elevati e che consolida aggravandola la dipendenza energetica del paese, forse la sua principale causa fallimentare . Il governo propone la costruzione di 3 impianti al costo complessivo di circa 4MLD, un investimento inopportuno, antieconomico e antiecologico, che molto più virtuoso sarebbe se fosse mirato all’indipendenza energetica basata su impianti che utilizzano fonti rinnovanili e sostenibili, idrogeno compreso.

2. No ai termovalorizzatori dei rifiuti. Ai rifiuti per essere inceneriti dentro un grande forno, bisogna aggiungere una grande quantità di combustibile fossile, per poter raggiungere la temperatura utile a produrre energia elettrica. Dunque sono caldaie altamente inquinanti ( diossine in primis ) a bassa efficienza (40%) e costosissime e inducono l’aumento dei rifiuti. Si risolve il problema dei rifiuti urbani modificando la filiera del trattamento (alcuni esempi): Ridurre la produzione, a monte della raccolta differenziata, con divieto dei contenitori in plastica monouso e a componenti multipli. Generalizzare la catena del Riuso, e del vuoto a rendere di lattine, bottiglie di vetro, recipienti e  cassette della frutta in plastica e altri contenitori riutilizzabili, senza che confluiscano ai cassonetti ma che ritornino a chi confeziona le merci tramite i negozi e magazzini.Uno studio ha dimostrato che riutilizzando almeno 50 volte una bottiglia si risparmia quasi tutta l’energia per produrla ( si noti che i forni per il vetro lavorano a 1200°C e non a caso, l’industria vetraria italiana sta per chiudere causa bollette decuplicate). Generalizzare il sistema Porta a Porta a tassazione individuale computerizzata del rifiuto conferito, metodo che di per se riduce la quantità del 30% e migliora la qualità della raccolta differenziata eliminando le intrusioni di materiali estranei alle diverse tipologie  selezionate e riciclabili.

In sintesi: Sistema INCENERITORI: Comporta alti costi , spreco di energia, profitti privati, una Tari pesante.Riduce il senso civico e aumenta i rifiuti. E’ antiecologico. Modello RR: Riduce i rifiuti, le bollette e l’inquinamento dell’ambiente. Risparmia molta energia.  Aumenta il  civismo e la collaborazione dei cittadini per una città pulita.

3. No a parchi eolici offshore. Tra le proposte positivamente mirate al superamento della crisi energetica, quella delle pale eoliche in alto mare a distanza di decine di chilometri, comportano costi di costruzione, manutenzione e funzionamento, decuplicati rispetto a quelle terrestri di pari potenza. Va da se che il conseguente  numero maggiore di pale a disposizione, se distribuite in zone diverse, garantisce una maggiore probabilità di intercettare i venti. Inoltre la maggiore altezza necessaria delle pale, sia galleggianti che fissate al fondale, comportano strutture tubolari di dimensioni eccezionali di produzione non italiana. Pertanto i notevoli investimenti producono prevalenti benefici e posti di lavoro stranieri. Dunque poiché i siti idonei in Italia sono notevoli sui rilievi alpini, degli appennini e lungo gli 8000 km di coste, la tipologia terrestre parrebbe essere la priorità dei nuovi parchi eolici.

WARNING CONCLUSIVO: Soltanto realizzando una totale e rigorosa Transizione Verde si  risolve definitivamente la Pandemia Energetica, azzerando così la principale causa dei dissesti idrogeologici che distruggono la vivibilità del Pianeta.

Giovanni Maina


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