Nel mentre imperversa l’inflazione e ci stiamo preparando per un inverno molto difficile, il sistema politico nostrano ed una legge elettorale nefasta, ci sollecitano a firmare una cambiale in bianco che condizionerà certamente il nostro futuro per gli anni a venire.
di Gian Luigi Taboga
La cambiale del voto richiesto agli elettori italiani da decine e decine di partiti è la contropartita del nulla: non se ne conosce l’importo e neppure il beneficiario, manca perfino la data di scadenza !
Perché preferire un partito piuttosto che un altro, quando i programmi elettorali sembrano la fotocopia di un libro dei sogni, stampato in serie per cittadini ingenui e creduloni ?
Partiti e candidati si soffermano su principi talmente ovvi e imprescindibili, perché radicati in una società libera e consapevole come la nostra, da lasciare sorpresi e irritati; la libertà, la correttezza, l’onestà, l’impegno, l’esperienza non possono essere motivo di autoesaltazione, sono condizioni indispensabili per aspirare a responsabilità di governo.
Il cittadino/elettore non ha solo bisogno di conoscere quali sono gli ambiziosi programmi degli aspiranti amministratori, deve anche essere informato su come e quando e con quali mezzi verranno realizzati.
Purtroppo mancando tali presupposti, lo scostamento dei cittadini dalla politica è destinato ad aumentare e specialmente nei giovani, e buona parte degli anziani, l’astensionismo assumerà dimensioni allarmanti.
Chi, come noi, impegnati nella tutela dei cittadini in quanto utenti e consumatori, ha in mano il polso della situazione non può esimersi da allertare chi avrà la responsabilità di governo, riguardo problemi quotidiani della gente comune da affrontare anche in sede locale.
Un riordino dei servizi pubblici essenziali (acqua, luce, gas, trasporti, scuola, sanità, sicurezza e tutela in genere) con la partecipazione diretta degli utenti e delle Amministrazioni locali è necessaria e indispensabile, per utilizzare al meglio le poche risorse disponibili, orientandole verso la gestione più economica e soddisfacente possibile.
La nostra Costituzione prevede il concetto di sussidiarietà, che purtroppo è disatteso, non solo nella sua realizzazione, ma del quale non si trova traccia nei programmi elettorali di tanti partiti e candidati.
Non ci stancheremo mai di sottolineare che senza la consapevole e attiva partecipazione dei cittadini, singoli e organizzati, alla gestione della “cosa pubblica” non c’è futuro per una vera democrazia.
Gian Luigi Taboga