Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Elezioni 2022. I conti in tasca ai partiti. Un antico casato loanese (i Rocca) versa 50 mila € a Calenda che attrae contributi di rilievo da imprenditori


Chi non ha avuto la fortuna o la possibilità di conoscere la storia di antiche famiglie loanesi (c’è Piazza Rocca) forse non è interessato a quanto pubblica l’Espresso di fine luglio. “I conti in tasca ai partiti”. Si può leggere che Gian Felice Rocca, patron dell’Humanitas, ha versato un contributo di 50 mila € a Carlo Calenda. Si apprende anche che il Pd è quello che beneficia di più del 2X1000.

I Rocca della prima e seconda generazioni sono stati  munifici benefattori della Città natia.

La sorte ma anche le capacità imprenditoriali hanno fatto della famiglia Rocca (siamo alla quarta generazione) un cognome che si identifica anche con l’industria metalmeccanica a livello mondiale e un colosso della sanità privata italiana come il gruppo Humanitas

E’ qui che ha svolto una lunga ed intensa attività il prof. Lorenzo Spotorno prima e dopo aver lasciato l’ospedale Santa Corona. Il ‘re delle protesi all’anca‘ lo descrivevano le cronache di allora. E’ qui che svolge la sua attività, uno dei più stretti collaboratori del compianto primario, il prof. Guido Grappiolo &Group. E qui che da anni la maggioranza dei pazienti del savonese e dell’imperiese si sottopone alla protesi all’anca. C’è chi stima che siano almeno 10 mila i pazienti liguri che si sono rivolti all’Humanitas. Manco chi ricorre al privato sono pochissimi, in netta maggioranza pazienti a carico delle Asl di competenza e dunque a carico del bilancio Sanità della Regione Liguria.

Nel resoconto giornalistico di 6 pagine chi si appresta ad una campagna elettorale sobria  per penuria assoluta di risorse è il tesoriere della Sinistra Italiana che possono disporre di appena 200 mila euro da dividere con  gli alleati dei Verdi. “Abbiamo risorse limitatissime  e non facciamo come Calenda e Renzi  che accettano soldi da imprese. Partiti come il nostro vivono  solo con il 2X1000 (500 mila euro lo scorso anno) e  tesseramento.

C’è Silvio Berlusconi  che è il principale creditore  del suo partito. Suoi sono 92 dei 100 milioni di passivo dopo l’estinzione dei mutui. Il paradosso? Uno degli uomini più ricchi d’Italia ha uno dei partiti più poveri d’italia.  In Forza Italia si rompono i salvadanai per capire come finanziare  la campagna elettorale che vedrà il ritorno del suo fondatore in senato a quasi dieci anni dalla decadenza dopo la condanna per frode fiscale. In banca ci sono 157 mila euro  necessari per pagare gli stipendi di una decina di dipendenti (erano 80 qualche anno fa) e l’affitto nel centro di Roma di una sede già rimpicciolita oltre ogni limite.  Il partito ha dibiti come detto per 100,9 milioni, di cui 92,2 verso il capo Berlusconi. Ogni anno Forza Italia accumula interessi passivi verso Berlusconi. Poi ci sono altri 5,3 milioni da restituire  alle banche. Le entrate sono basse: 2,7 milioni tra donazioni e 2X1000. Nella prossima legislatura, se i sondaggi fossero confermati, i parlamentari forzisti sarebbero circa un terzo  degli odierni 129. L’articolo scritto quando ancora non era ufficiale l’uscita dei ministri Brunetta e Gelmini e della Garfagna.

 


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