Non mi capacito di come due forsennati giocatori d’azzardo, Salvini e Conte, siano arrivati lì. Come il terzo che ha sul gobbo tante contraddizioni, Berlusconi, li abbia sostenuti.
di Sergio Bevilacqua
Come chi aveva davvero interesse a fare cadere questo governo essendo sempre stato all’opposizione (la Meloni) non abbia messo becco e incassato il più grande regalo della storia repubblicana.
Siamo di fronte a degli imbecilli. Gente che ha confuso i codici del diritto con la mamma, gente che ha confuso il voto degli elettori con il porcellino dei risparmi per comprare tanti mojito, gente che ha confuso un Paese civile con un serraglio di corpi da sfruttare, fregandosene della natura di quei corpi che fanno l’unico corpo integrato della società italiana con l’organismo occidentale e quello europeo.
Ebeti, allegramente all’arma bianca contro le mitragliatrici. Una intelligenza da cani o da disgraziati. E ora vedrete, arriveranno le grane, a causa di questi bebè viziati orbi e nani.
Draghi era quasi una garanzia contro la perdita del patrimonio degli italiani, costituito dalle risorse del nostro Stato, le risorse di uno Stato nato come Regno nel 1861, rinnovato in Repubblica nel 1946, che ha fatto guerre ove si è versato sangue degli italiani e che ora rischia di dover sborsare 700 miliardi di debiti accumulati. Perché questo Stato, tramite un Parlamento di asini lebbrosi, ha dimostrato di non volersi gestire con coscienza e competenza, e di non aver alcuna comprensione dell’integrazione della nostra civiltà, economia e finanza con Europa, Occidente e Mondo. Ignoranti, imbecilli e opportunisti, ebbri di mojito, ideologie, personalismi, azzeccatori di garbugli giuridici per poltronizzarsi e dissipare il capitale, cosi faticosamente accumulato, della odierna democrazia italiana. Essa è gravemente malata ed è quindi necessario avere sani partiti che organizzino seri politici referenziati per avviare un corposo miglioramento.
Non servono siffatti dementi, i politicanti vergognosi di questo parlamento, nelle marce scatole vuote di sedicenti partitastri. Tutto da buttare, e con l’astuzia sadica dei vertici istituzionali di creare un dispositivo elettorale di enorme urgenza autodistruttiva, ridicolmente ferragostano, con il massimo di ostacoli a ogni nuova formazione che possa dare agli italiani una sufficiente capacità di rappresentanza intelligente.
E con il conseguente, nuovo lazzaretto parlamentare in ottobre… Allora vedrete come arriveranno davvero i lupi, gli avvoltoi e le iene (tre come troika), che non sono il serio rettilone volante a tre colori, pur con tutti i difetti che già all’inizio del suo volo segnalai, in epoca non sospetta Lettera aperta a Mario Draghi – WeeklyMagazine… Ben altra ferocia!
Ed eccoci nella gran confusione del prossimo orizzonte elettorale. Tutti gli addetti ai lavori sanno che si gioca sulla comunicazione. E altrettanto che la comunicazione agisce prevalentemente tramite i massmedia, e che i massmedia hanno dei padroni. Che i social possono qualcosa, ma è facilissimo confondere le acque, e che per ogni altro tipo di pubblicità servono soldi.
Qualunque sistema di comunicazione capillare (stampa, social, televisione), agendo prima di tutto sulle singole persone evita la critica organizzata e competente. Solo le redazioni, quando esistono, sono filtro a verità e bugie, a loro volta sempre combattute tra vitali introiti pubblicitari e funzione d’informazione corretta.
Il problema è particolare sui social media popolari, ove ciascuno è “redattore” e quindi può promuovere qualsivoglia visione, con esiti pubblici non basati su verifica di pari o di comitati scientifici, prima di divenire pubblici appunto. Rassicura un poco la responsabilità scientifica, professionale personale, anche se il commento è pubblicato senza la mediazione di redazioni o di comitati scientifici, perché una produzione giornalistica fuorviante può almeno indurre danni al divulgatore. Ecco un ottimo motivo per considerare il curriculum di chi scrive.
Facebook, quanto di più individuale sia stato inventato grazie al web figlio di internet, porta nel nome questa atomizzazione della funzione editoriale. Sull’onda, Instagram, Twitter, Skype, Telegram e altri hanno proseguito la strada, caratterizzandosi per diversi target di utenza e di licenza nella pubblicazione. È certo che si tratta di insidiose armi a doppio taglio in democrazia, perché il passo tra accettazione di opinioni diverse, anche contrarie, e danneggiamento della democrazia è abbastanza breve.
Ove la democrazia borghese, basata sul valore della varietà individuale non c’è, o perché le istituzioni sono verticistiche (Russia), o perché il valore di riferimento è il collettivo e non l’individuo (Cina, anche pre-comunista o attuale, pseudo-comunista), è abbastanza facile concepire campagne per spostare l’asse della coscienza civile in modo opportunistico.
Basta rivolgersi agli individui e riversare comunicazioni organizzabili a tavolino, magari costituite da elementi veri ad altri falsi. Ma, va detto che l’arma della comunicazione da sola non funziona senza contenuti. Soprattutto a fronte di battage avversi molto potenti. Chiaro che se si toccano temi come la vita (atomiche e guerra), il benessere (costi del gas, petrolio e conseguente inflazione) si solleva immediatamente l’onda della maggioranza silenziosa del quieto vivere. Questa maggioranza non è interessata particolarmente alla democrazia e nemmeno ne capisce il vero funzionamento, che non è sola scheda nell’urna ma anche acuta e complessa ingegneria istituzionale.
Ad esempio, l’attacco comune di Russia e Cina all’Occidente, per motivi opposti, è proprio sul punto debole dell’individualismo borghese. Che è punto debole oggettivo (non buono o cattivo, non vero o falso, ma semplicemente dannoso in questo periodo storico) e che va superato. Ma non come fatto storicamente dal Socialismo collettivista (che ha fallito per eccesso di astrazione teorica) ma dal Societarismo che è una declinazione organizzativa della sussidiarietà, del mutuo, consapevole e motivato aiuto reciproco e sana composizione sociale.
Dunque, occorre rafforzare la presenza istituzionale sul web, in modo da garantire una informazione più corretta a tutte le persone. Ed evitare che la libertà diventi occasione di penetrazione dell’oscurantismo. ad esempio quello russo, molto allettante, va detto, per perdenti, frustrati e menti stanche. Che sono numerosissime in Occidente, civiltà per tanti fastidiosamente competitiva.
Questo, cari amici, è ciò che l’Italia ha, l’Occidente ha, con i suoi pro e i suoi contro: la guida manovrabile e organica della Democrazia e un pilota piuttosto semi-automatico (che non vuol dire semplice meccanismo) che è l’Economia.
La democrazia, logica e organizzazione sovraordinata, implica rispetto almeno parziale di tutte le opinioni sensate (anche quelle che vanno contro il Governo democratico), ed ecco il penetrare però di visioni semplicemente filosofiche, utopistiche o ideologiche. La coscienza economica occidentale, che ha la vera esperienza dell’economia industriale, l’80% del benessere umano oggi, è il test di realtà della democrazia.
Democrazia e Sussidiarietà, col suo societarismo: questa è la via, la unica vera via politica del dopo Draghi. Retta da un Partito sano.
Sergio Bevilacqua