Nel numero de L’Ancora di domenica I maggio 2022, in prima pagina, un articolo che descrive la situazione della ferrovia del Turchino Genova – Acqui Terme – Asti, in particolare la tratta compresa tra Genova ed Acqui Terme. Il testo contiene affermazioni davvero commendevoli e condivisibili, cui mi preme aggiungere qualche piccola integrazione.
di Roberto Borri
L’aumento della larghezza della traccia oraria nominale per viaggi compresi tra Acqui Terme e Genova dai circa 55 minuti di un tempo ai circa 90 minuti attuali è frutto di molteplici fattori, tra i quali, ne spiccano due. Il primo è individuabile nella citata operazione di snellimento della rete ferroviaria, ingessando di fatto la circolazione e costringendo a gestire le linee, i cui impianti sono stati barbaramente mutilati, con un approccio di tipo tramviario o metropolitano, programmando treni esclusivamente locali, a breve percorrenza e con fermata assegnata in tutte le località, ignorando le possibilità offerte dal sistema ferroviario, in termini di eterotachia delle circolazioni.
Tuttavia, queste possibilità, non sono sfruttabili, poiché si arriva ad eliminare i binari di precedenza, non solo in linee complementari, ma anche in linee fondamentali a doppio binario, come, ad esempio, è successo in stazioni ben concepite, seppur nel loro minimalismo, con i due binari di corretto tracciato e due binari in deviata per le precedenze, binari poi smantellati quasi ovunque, ma si eliminano, specie nelle linee complementari, anche i binari d’incrocio.
Il risultato di questa mania di distruzione non è altro che un numero di treni inferiore con tempi di percorrenza superiori, dovendo istituire un cuscinetto di minuti per assorbire eventuali anomalie, da gestirsi, peraltro, in pochi posti superstiti e questo si traduce in un allungamento della traccia.
Il secondo fattore di cui parlavamo dianzi non è di natura tecnica, però ugualmente penalizzante nei confronti dell’utenza: con i vari pacchetti di liberalizzazioni, assolutamente da condannare nei servizi pubblici, e con la gestione degli stessi servizi su base Regionale, la Pubblica Amministrazione compera servizi da un’Azienda, la quale, quantunque di proprietà pubblica, è una Società per Azioni ed i contratti sono stipulati osservando le regole del Diritto privato.
Un’incresciosa situazione analoga capita anche in altri settori, ivi compreso quello della Sanità, con risultati quanto mai disastrosi: un’analisi più dettagliata sarebbe, sicuramente, opportuna, ma meriterebbe uno spazio a parte. Con i contratti dianzi enunciati, le Aziende eroganti il trasporto, in questo caso, le Ferrovie dello Stato, stabiliscono un catalogo di servizi e fanno pesare sulla fattura non solo il kilometraggio del treno, bensì anche e soprattutto i tempi di percorrenza di una determinata tratta e, da qui, l’interesse a tenere tracce dall’andamento tranquillo.
I Signori Viaggiatori chiedono, a ragion veduta, un’intensificazione del servizio, in ispecie nei giorni prefestivi e festivi, ma il solito Canellese, notoriamente ostile alle ferrovie, ha lamentato una carenza di materiale rotabile, che sarebbe, a suo dire, costosissimo da reperire dal lunedì al venerdì, mentre, nei giorni prefestivi ed in quelli festivi, ci sarebbe abbondanza di materiale non utilizzato.
Purtroppo, la diffusione di queste notizie false, volte ad ingannare l’utenza e candidamente digerite come verità dell’Oracolo di Delfi da molta parte della popolazione, non costituisce affatto una novità: infatti, già con il ripristino della tratta Casale Monferrato – Mortara, tratta sulla quale è possibile solamente un esercizio a spola, da Palazzo Lascaris giungeva voce in merito a presunti mezzi a trazione termica, non ancora disponibili, mentre ha solo tre giorni l’articolo pubblicato dal quotidiano La Stampa e contenente analoghi sproloqui, questa volta, riferiti al Piemonte settentrionale, dove, tra Santhià e Biella è giunta al termine l’opera di elettrificazione, ma, dall’Assessorato si vocifera circa una presunta penuria di mezzi a trazione elettrica per istituire qualche coppia di treni da e per Torino, senza rottura di carico a Santhià. Date certe sue predilezioni, la reazione dell’ill.mo Sig. Assessore ai Trasporti sarebbe stata diversa se qualcuno avesse proposto d’intensificare il servizio predisponendo delle autocorse.
Non si deve altresì dimenticare che, la ferrovia, grazie alla possibilità di esercire circolazioni eterotachiche, darebbe l’opportunità a chi si sposta tra centri di una certa importanza o su distanze maggiori di non doversi sobbarcare un estenuante viaggio con fermata in tutte le stazioni, a patto di avere una rete correttamente dimensionata e dei Dirigenti capaci di gestire la circolazione, spostando incroci o precedenze in funzione delle eventuali perturbazioni, al momento, in essere. Sulla coesistenza di treni lenti e veloci, a breve o lungo percorso, ho già avuto modo di dissertare anche in conferenza, fin dall’ormai lontano anno 2012 e la presentazione è liberamente scaricabile all’indirizzo: https://tinyurl.com/3tvvwy9w.
Nell’articolo, si fa costante riferimento alla tratta meridionale della linea, essendo quella più interessata dai movimenti tra l’alto Monferrato e la Riviera Ligure, ma la linea, come da progressive kilometriche, si estende fino ad Asti e trova naturale proseguimento nella linea che conduce a Chivasso, appositamente costruita per collegare il golfo Ligure con le Alpi Graie, terminando il viaggio a Pré-Saint-Didier.
Lo stesso Sig. Comm. Ing. Cantamessa, presentando i lavori di restauro della linea Chivasso – Asti da parte della Fondazione FS, ha fatto menzione tanto a S. E. il Sig. Camillo Benso, Conte di Cavour, che preconizzava, già in allora, il Piemonte una capillare rete ferroviaria, quanto alla particolare disposizione dei capilinea di Chivasso e di Asti, disposizione che consente il viaggio dal Mar Ligure ai piedi del Monte Bianco senza essere penalizzati da alcuna inversione di marcia, con tutti gl’indubbi vantaggi che possono scaturire viaggiando con la trazione termica a vapore. Un siffatto itinerario è anche di particolare importanza per la Città di Acqui Terme, poiché si tratterebbe di un percorso attraverso ben tre località termali: Genova Acquasanta, Acqui Terme ed Agliano Terme, percorso che si conclude a Pré-Saint-Didier, noto anche come San Desiderio Terme.
All’atto pratico, si mette in atto ogni e qualsiasi tentativo per sottrarre utenza dalle ferrovie complementari, come quella del Turchino, ferrovie che, con poche migliorie potrebbero efficacemente offrire un servizio di ottimo livello, invece, al contrario, si crea artificiosamente la necessità di costruire linee ad alta velocità, le quali, quantunque molto utili, sono, troppo spesso, adoperate impropriamente, su distanze troppo brevi, trattandosi di un sistema concepito per attraversare Nazioni intere o financo vaste porzioni di un continente in tempi ragionevolmente brevi e non già un surrogato, anche sulla media e breve percorrenza, di quella rete convenzionale che ha delle mancanze volutamente arrecate ai danni della stessa.
Roberto Borri