Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Loano riconoscente allo ‘storico’ ex carabiniere. 2/ I due cavalli bianchi alle esequie di Fameli e sul manifesto funebre ‘Cavaliere e Commendatore’


Non era loanese ma nel cuore l’ha sempre considerata la sua seconda terra. E con la storica Gazzetta di Loano ha narrato pagine e pagine di ‘fatti di casa nostra’. Fino all’ultimo ha tenuto acceso il lumicino dei ricordi, memoria d’altri tempi ai nostri giorni. Ora Dante Matiz ha lasciato per sempre ricompensato  dalla gratitudine di tantissimi estimatori. In questi giorni un’altra notizia, di cui si è già letto, ha riscosso eco ma con la sordina. La morte improvvisa di Antonio Fameli.

E fino all’ultimo il personaggio ha lasciato il segno. Solo SavonaNews ha riportato (con foto) che ai suoi funerali, nel rispetto delle volontà del defunto, c’era la presenza, davvero insolita, con drappelli neri del lutto, di due cavalli bianchi che hanno ‘accompagnato’ il feretro fino alla chiesa. Bisogna risalire ai primi del secolo scorso, almeno nelle nostre città, quando non esistevano ancora le auto funebri. Al Sud, terra d’origine di Antonio Fameli, l’usanza ha resistito a simboleggiare onore e rispetto. E dei manifesti funebri è passato sotto silenzio anche la dicitura che riporta “Cavaliere e Commendatore’ (vedi a fondo pagina). In altri tempi i mass media, almeno liguri, avrebbero riservato ben altra attenzione per un Fameli che per decenni ha occupato pagine di cronaca. Lui che da ‘re del mattone‘ ha concluso la  vita terrena in dignitosa povertà circondato dall’affetto e dalle premure dei famigliari. Lui che era solito ricordare “io sono un vero signore, venuto dalla gavetta, da lavascale a muratore, a coraggioso agente immobiliare e la fortuna me la sono costruita con le mie mani, senza saper leggere e scrivere”.

Il gruppo di “Quelli du carugiu de Loa” si unisce al dolore della famiglia Matiz per la scomparsa del caro Dante, scrittore Loanese.
Dante Matiz al Lions di Loano in occasione della presentazione del suo libro

Il sindaco Luca Lettieri – La città di Loano piange la scomparsa di un suo illustre concittadino che dalla lontana Gorizia ci ha raccontato per tanti anni la sua infanzia in una Loano ai più sconosciuta. Grazie al Lions Club Loano-Doria e a “” QUELLI DU CARUGIU DE LOA ” i suoi racconti di storia locale, letti anche sulle pagine loanesi di facebook, sono stati raccolti in un libro “Sul filo dei ricordi” il cui ricavato della vendita è stato destinato alla nostra casa di riposo “Ramella”. Poco fa ho sentito la moglie Olga alla quale ho espresso a nome di tutta la comunità loanese le più sentite condoglianze. Saremo sempre riconoscenti al nostro Dante Matiz.

Luisella Rosso- Ciao Dante, scrivi ancora e poi mandaci i tuoi scritti! Buon viaggio! Luciano Vicinanza- Un forte abbraccio alla famiglia. Loano ha perso una grande persona.

Dante Matiz scriveva sulla sua pagina Facebook il 17 9 2013- Quando abitavo in via Richeri, eravamo 4 fratelli maschi. Il 10 maggio 1940 nostra madre, a differenza di noi, volle partorire in casa, prevedendo l’arrivo di una femmina (non c’era ancora l’ecografia). Alla bambina venne imposto il nome di Margherita e dopo il battesimo, fu fatta una festa e dall’ultima finestra in alto di fronte nella foto, furono lanciati confetti, caramelle, cioccolatini e soprattutto centesimi di lire, come era costume a quei tempi per festeggiare le grandi occasioni. Nel parapiglia che se seguì, c’ero anch’io e mio fratello Giorgio e tutta la banda dei carruggetti, nel tentativo di arraffare quello che si poteva, a spuciu e a streppeli…Bei tempi…!!

 

LOANO AI FUNERALI DI ANTONIO FAMELI

DUE CAVALLI BIANCHI GIUNTI DA BARDINETO

DA SAVONA NEWS – Due cavalli bianchi, come da ultima volontà del defunto, nel giorno del funerale di Antonio Fameli. Questa mattina nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista a Loano si sono svolte le esequie dell’imprenditore scomparso in seguito ad un malore all’eta di 83 anni nella sua abitazione di Borghetto Santo Spirito.

Originario di un paese della Piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, arrivò in Liguria, a Loano, negli anni ’70. Noto per la sua attività nel settore immobiliare, in passato il suo nome è anche salito all’attenzione delle cronache accostato a vicissitudini giudiziarie che lo hanno visto imputato in diversi processi. Negli anni ’80 è stata imponente l’ascesa di Fameli, capace di costruire un vero e proprio impero nel settore edilizio. Un’ascesa che però parallelamente ha attirato l’attenzione della polizia: dall’arresto del 1983, ai legami con la Massoneria, fino alla condanna da parte della la Corte d’Assise di Palmi (datata 1986) all’ergastolo quale mandante dell’omicidio di Sebastiano Lamalfa. Una sentenza poi annullata dalla Corte di Cassazione.

Le vicende giudiziarie lo hanno accompagnato nel tempo. Un rapporto dunque complicato con la giustizia, tanto da portarlo a scrivere una lunga autobiografia nella quale si è dichiarato vittima di quella da lui stesso definita una persecuzione.

 


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