Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Loano, auto sui binari e 50 anni di mancati nuovi sottopassi. Il presidente del Consiglio comunale: ‘Trucioli neppure utile post defecazione’


Sono trascorsi quasi 5 decenni da quando Loano decise di non realizzare due nuovi sottopassi alla ferrovia per veicoli e pedoni. Per ovviare ai passaggi a livello centrali. C’erano tanti tifosi: “Soldi sprecati, presto avremo i binari a monte”. Oggi dopo un articolo di trucioli.it su 13 associazione che denunciano i danni del trasferimento dei binari, utile ed istruttivo leggere alcune reazioni social.

Massimo Vecchietti (medico e uomo di mare)- “Ho letto (Ferrovia a monte e falde idriche, cittadini infelici e politici contenti). gli insensati commenti di Trucioli…una vergogna !

E ancora, non già da un ‘raglio d’asino’ bensì dal presidente del Consiglio comunale di Loano, GB. Cepollina (Forza Italia) che in risposta a Vecchietti – “Trucioli.it fosse un giornale tradizionale almeno avrebbe una utilità post defecazione… invece così.” Che si sia arrabbiato dopo che abbiamo dato conto che la ‘ricca Loano‘  e il suo governo locale si è aumentato (come molte altre città e Celle Ligure esclusa) le indennità facoltative per sindaco, assessori e presidente del consiglio comunale. Cepollina, del resto, avrà reso noto da serio amministratore pubblico anche la sua denuncia dei redditi ? I proventi da ex agente immobiliare, benestante e possidente. Gran dedizione, da milite veterano, alla Croce Rossa loanese e un plauso meritato.

Cepollina che postando la foto dell’auto rimasta imprigionata sui binari scrive: “Quando, in un commento sul raddoppio e spostamento a monte della ferrovia, elencavo i vantaggi per Loano ho dimenticato una cosa: la sicurezza, eliminando 7 passaggi a livello in pieno centro. Ho chiamato numero emergenza ed han bloccato il treno. Con 7 passaggi a livello il problema capita spesso”. Insomma non è colpa degli automobilisti che azzardano ma dei binari (vedi a fondo pagina la interessante proposta del decano Gian Luigi Taboga anche per Loano…).

Loano la città del divertimento. Cepollina: Faccio politica con passione e per passione… Liberale, liberista, libertario…Votato da 189 cittadini elettori

Marco Bertolotto  (medico e primario al S. Corona) a Cepollina – Quando togliete i dossi dalla via Aurelia ?

G.B. Cepollina a Bertolotto- Iniziamo a lavorarci tramite la futura modifica del PUT (piano urbano del traffico).

Angelo Ricci  a Cepollina- Bastava lasciar fare i sottopassi.

Mauro Perotti  a Cepollina – Io l’autista lo denuncerei pure per interruzione pubblico servizio. Basta rispettare il CDS a luce rossa accesa ci si arresta e basta. Se tutti rispettassero le regole non si avrebbero problemi.
Adriano Taboga – Lo spostamento della ferrovia, cosi come concepito, significherà per Loano una fonte di pesante disagio, sia per l’utenza locale, sia per lo sviluppo turistico. Non esistono città al mondo che abbiano la stazione ferroviaria a km di distanza dal centro urbano. E’ una follia.
Gianmichele Basso – Da loanese cerco di stare attento quando mi trovo in auto ad attraversare il passaggio a livello in via Stella per portarmi sulla via Aurelia. Purtroppo spesso vedo veicoli che mentre io sono fermo in attesa mi superano restando in mezzo ai binari con tutti i pericoli del caso…

Fausto Serra (già pubblicato sul numero scorso di trucioli.it titolato ‘Ferrovia a monte falde idriche, cittadini infelici e politici contenti. I 13 dissenzienti vedi……) “Le nuove aree lasciate libere da stazioni e binari ? Condivido il pensiero ascoltato in questi giorni da agenti immobiliari (in provincia di Savona sono oltre 600). Sulle nuove aree lasciate libere si potrà realizzare un’edilizia ‘dolce’ e di qualità con privati investitori che comprano vecchi edifici per valorizzarli dove è utile.(Come accade  del resto per le vecchie stazioni in provincia di Imperia ndr). L’edilizia non è solo speculazione, i Comuni potranno beneficiare di introiti preziosi per le loro casse derivanti da oneri di urbanizzazione e Imu comunale. Il tutto, come si è già scritto, arricchito dalla ciclovia Tirrenica più bella al mondo. Hanno mille ragioni da vendere l’on. Raffaella Paita, l’on. Bruzzone, il sen. Ripamonti che da agente immobiliare non parla a vanvera. Basta con i ‘signor no’. La Liguria deve liberarsi dei nemici del progresso, dei talebani ambientalisti”.

E l’articolo a firma di Filippo Maffeo (già pretore capo ad Albenga,  Pm a Genova, Imperia, Savona e giudice del Tribunale, ma anche ex giovane consigliere comunale di maggioranza a Loano): Vedi….Rixi ? Rischi, fischi e fiaschi, in arrivo col treno a monte. Qualche utile domandina. E a proposito di espropri dei terreni e di equità sociale.

Il leghista Edoardo Rixi in visita elettorale a Loano alle elezioni comunali. GSottosegretario al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Si dimise perchè coinvolto in spese pazze in Regione ma è stato poi assolto in appello e in Cassazione.

E l’articolo pubblicato da Ivg.it a firma di Gian Luigi Taboga presidente nazionale del Collegio dei garanti di Assoutenti. “Credo proprio di non sbagliare classificando il dibattito sullo spostamento a monte della ferrovia Finale/Andora come il più accalorato degli ultimi decenni. Esistono tutte le motivazioni: tempi lunghissimi, strumentalizzazioni politiche, pressapochismo progettuale, mancanza di coinvolgimento di chi nel territorio vive stabilmente o vi soggiorna come turista, lavora o studia e utilizza il treno come pendolare o esercita attività legate all’agricoltura e al turismo; di tutto ciò non si è tenuto conto finendo in un vicolo cieco che, ad oggi, non vede uno sbocco soddisfacente.

“Premesso che il raddoppio della linea ferroviaria per tutta la sua tratta è necessario, plausibile e giustificato, occorre una adeguata valutazione dei pro e dei contro ad un progetto sicuramente impattante e costosissimo, nella sua concezione più radicale di spostamento a monte. La paventata maggiore efficienza del servizio è ampiamente contestato da esperti in materia che evidenziano quanto la soppressione di tante stazioni e lo spostamento a distanze inaccettabili delle poche rimaste, sono tali da compromettere ogni ipotetico vantaggio”.

“I danni all’ambiente, così bello, importante, ma fragile e delicato e quelli arrecabili all’agricoltura che sarebbero devastanti per l’economia del territorio, non sono stati presi nella giusta considerazione e stanno scatenando dure reazioni da parte di comitati, associazioni ambientaliste e degli agricoltori della piana di Albenga, Borghetto Santo Spirito e Pietra Ligure. Assoutenti da oltre un ventennio si dichiara favorevole al raddoppio del tratto mancante e propone una soluzione atta ad eliminare le servitù esistenti, compresi i tanto deprecati passaggi a livello”.

“Occorre considerare separatamente l’intero tratto Finale/Andora dividendolo in tre tronchi che per le loro peculiarità necessitano di progettazioni diverse e adeguate alle esigenze degli utenti e dei residenti, interessati anche per ragioni di carattere sociale ed economico. Nel tratto Finale/Loano occorre eliminare la servitù dei binari nei centri abitati e anche i deprecabili passaggi a livello, mantenendo in servizio le attuali stazioni in loco esistenti, aggiungendo, volendo, anche una fermata davanti al Santa Corona ed una al porto di Loano. L’area rimasta libera, con il passaggio in sotterranea dei binari potrebbe essere utilizzata come arteria di scorrimento veloce per decongestionare la via Aurelia, ormai assolutamente insufficiente a smaltire il traffico veicolare.

“La tecnologia oggi esistente permetterebbe una efficace ed economica soluzione che non danneggerebbe nulla e nessuno e sarebbe un vantaggio per tutti. Non si capisce perché tale opzione non sia mai stata presa in considerazione e si propenda per un progetto che procurerebbe solo danni, con benefici che sfuggono alla comprensione di chi usa solo il buon senso e non ha altri interessi. Per quanto riguarda il tratto Loano/Albenga, già a doppio binario, con una stazione come quella di Albenga in una posizione ideale per la città, con spazi più che adatti e sufficienti anche per uno scalo merci, non esiste neppure una ragione per il suo spostamento a Bastia e non esistono ragioni per compromettere il territorio e danneggiare irreparabilmente il comparto agricolo”.

“Riguardo il tratto Albenga/Andora il declassamento della stazione di Alassio e la perdita della fermata di Laigueglia dovrebbero far meditare abitanti e operatori del settore turistico, che attivandosi potrebbero proporre alternative più ragionevoli ad un piano così insulso e punitivo. Sostanzialmente, dato che non è stata concessa agli interessati la possibilità di esprimere il proprio parere nelle sedi opportune, non possiamo che rinnovare il nostro appello a chi deve decidere, ovvero ‘pensate bene a ciò che state predisponendo perché le vostre decisioni condizioneranno, sotto ogni aspetto, tutto un territorio al quale è stato tolto il diritto di decidere del proprio futuro’. Ai posteri l’ardua sentenza”.

ANGELO VACCAREZZA: ‘SPESE PAZZE’ IN REGIONE E ASSOLUZIONE DI ROBERTA GASCO

La foto post di Angelo Vaccarezza con Roberta Gasco

Vaccarezza- “Si è chiusa ieri con l’assoluzione di tutti gli imputati, la vicenda giudiziaria legata alle “spese pazze“, che vedeva coinvolti diversi ex amministratori regionali. Ho sempre sostenuto la tesi secondo cui questa storia fosse, in realtà, un processo alla politica.

Sono contento per tutti, ma per una persona in particolare sono realmente felice: questa persona è Roberta Gasco.
A lei mi lega un rapporto che va oltre l’esperienza di partito: vicende familiari, vissuti importanti, e ovviamente la storia della nostra terra.
Ho avuto modo, negli anni, di conoscere una donna coraggiosa, che porta avanti le sue idee e i suoi ideali con convinzione, che non ha mai avuto paura di difendere il suo territorio, rischiando anche di perdere in prima persona, anche durante il suo mandato di Consigliere Regionale.
Roberta ed io, di questa vita abbiamo condiviso tantissimo, e non solo momenti felici.
E credo che l’amicizia, al di là dei momenti più delicati, sia proprio questo: esserci a prescindere, sostenere anche con discreto silenzio, e gioire con sincerità di quanto di bello la vita riservi a ognuno di noi. Proprio questa vita che, ne sono convinto, ci regalerà tanti altri importanti attimi insieme, con il valore aggiunto della leggerezza, che non è superficialità, è la libertà della verità. Perché qualcuno ha detto che la verità rende liberi: e tu oggi, Roberta, lo sei per davvero, agli occhi del mondo che ti attende”.
NOTA DI REDAZIONE – Vedi a fondo pagina articolo del Secolo XIX in cui sono elencati gli imputati che hanno subito condanne definitive…”In Cassazione è terminata una mini-tranche che vedeva alla sbarra tre persone, in questo frangente per l’arco 2005-2010: Lorenzo Casté, entrato con i Comunisti italiani, è stato condannato a 4 anni e 7 mesi; Franco Bonello, dall’Ulivo a Unione a Sinistra e poi al Pd, a 4 anni e 2 mesi; Roberta Gasco, che militava nell’Udeur, a 2 anni e 2 mesi. Casté, divenuta definitiva la sentenza, per un breve periodo, è finito in cella, unico tra i personaggi coinvolti nell’affaire spese pazze”.

E DA NINO MICELI LOANESE, GIA’ CONSIGLIERE COMUNALE PD-

“10 ANNI SONO TANTI . TROPPI PER AVERE GIUSTIZIA “
Nino Miceli

(Un centinaio i post di stima e solidarietà)

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile  il ricorso della Procura di Genova avverso la sentenza di assoluzione della Corte di Appello di Genova , nel processo per le cosiddette “spese pazze” della Regione Liguria che mi ha visto coinvolto e coimputato insieme ad altri colleghi .  Tradotto significa che la Cassazione ha confermato la sentenza di assoluzione “perché il fatto non sussiste” . Che sono innocente. 10 anni per dimostrare in 4 diverse aule di tribunale ( giudice per le indagini preliminari , primo grado, Appello  e Cassazione ) non solo qualche cosa che non si è mai commesso ma addirittura qualcosa che non è mai esistito . Un fatto doloso che non sussiste , proprio come recita la formula. 10 anni sono un bel pezzo di vita . 10 anni per difendere il proprio onore. Pagando di tasca propria con la moneta della vergogna prima , della sofferenza poi , della frustrazione sempre.  10 anni in cui si invecchia , si cambia un mestiere , si cambia vita .  In questi anni è stata spazzata via un’intera classe politica nella nostra regione .
La condanna si era già consumata , molto prima che arrivasse il giudizio. Molto prima che fossimo assolti. Questa distorsione politica , mediatica e giudiziaria è stata di gran moda nel nostro Paese per almeno un decennio .
Oggi forse meno , e questo è un bene.  Ed è un bene che il Parlamento approvi una riforma della giustizia che i cittadini onesti attendono da troppi anni. Affinché il prossimo innocente non debba aspettare 10 anni o più per avere giustizia.
COMMENTI – Lino Alonzo (ex consigliere regionale, provinciale, ex consigliere comunale a Finale Ligure e già segretario della Camera del Lavoro): Finalmente la parola fine per te Michele e a tutti gli altri . La gogna è terribile specie quando non sai di cosa ti accusano e passano anni nei quali tutti ti fanno la pacca sulla spalla ma … chissà cosa pensano. Questa non è giustizia ne per te neppure c migliaia di persone su cui pendono capi di accusa per lo più inesistenti . La giustizia a 10 anni non è giustizia spero lo si capisca e si provveda al più presto. Ciao Nino ti voglio sempre bene.
Giovanni Lunardon (consigliere regionale Pd ed ex segretario provinciale)- Non avevo dubbi che sarebbe finita così. Un grande abbraccio caro Nino anche se nessuno potrà risarcirti delle sofferenze che hai provato per questi lunghi dieci anni.
Giancarlo Manti (funzionario regionale)- Caro Nino, non ho mai avuto alcun dubbio sulla tua rettitudine e quella di molti altri. La magistratura penale ha portato avanti pervicacemente una teoria che non avrebbe retto, poi il tuo caso è emblematico in quanto allora capogruppo. Nulla ti può ripagare di tanti anni di ludibrio sui giornali (ricordiamo le foto “segnaletiche” sul Secolo, additati come criminali alla pubblica gogna), di amarezza, di incazz…per veder dipinti tutti come ladroni e malfattori. Puoi certo andare a testa alta dappertutto e con te tutti quelli ingiustamente accusati. Un abbraccio sincero al mio capogruppo.
Carlo Frumento ( già consigliere comunale a Savona)-Non avevo dubbi sul Tuo comportamento e sono Felice della conclusione di questo calvario!!! Però non è giusto che per anni Ti mettano sulla testa questa spada di Damocle con gravi ripercussioni sulla vita di ognuno.Complimenti ed un forte abbraccio . Giancarlo.
Gianmichele Basso- Le problematiche sollevate sono non solo veritiere ma ancor più gravi laddove a causa di ciò magari si vive la carcerazione preventiva e/o altre misure cautelari come sequestri di beni o altro. Leggere le tue parole mi ha da un certo punto di vista sollevato, ma dall’altro reso ancor più titubante sul sistema giustizia in senso lato. Un augurio di serena prosecuzione di vita.
Isabella Sorgini (già assessore al Comune di Savona)- Sono molto contenta Nino anche se resta l’amaro di vivere in uno Stato dove non c’è certezza del diritto e la solitudine di chi fa politica per passione ! Un abbraccio.
DAL IL SECOLO XIX DEL 17 MARZO 2022
Chiusi con verdetto di colpevolezza i filoni sull’Idv e su una parte della legislatura 2005-2010
Verso l’Appello un altro dibattimento che in primo grado ha registrato pene in media di 3 anni
Strade diverse per gli altri processi: definitive 7 condanne, 12 provvisorie
Matteo Indice / Genova- Quattro filoni principali, due chiusi in Cassazione con le condanne nel complesso di sette imputati, uno arrivato ieri al terzo grado di giudizio con l’assoluzione di 19 inquisiti, l’ultimo in attesa dell’Appello, dopo che in primo grado sono scattate pene severe per 12 politici o ex. È questa la sintesi delle inchieste sulle spese pazze condotte negli ultimi dieci anni dalla Procura di Genova, che ha messo nel mirino i rimborsi ottenuti dal consiglieri regionali nei periodi 2005-2010 e 2010-2015.
L’ultimo aggiornamento (per il dettaglio dei nomi e delle dichiarazioni dei protagonisti vedi articolo nella pagina accanto) è arrivato l’altro ieri sera, quando la Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura generale e confermato l’assoluzione scattata in Appello per diciannove imputati, dopo che in primo grado erano stati condannati. Oltre a questo, sono tre i tronconi che negli anni si sono sviluppati in modo autonomo e hanno portato a risultanze processuali differenti. Il primo fascicolo – l’ordine cronologico in cui sono state condotte le indagini non è parallelo allo sviluppo delle diverse legislature – fu aperto su una serie di esborsi compiuti dal gruppo dell’Italia dei Valori, specificamente tra il 2010 e il 2012.
Il caso ebbe molto risalto mediatico poiché portò ai domiciliari due ex vicepresidenti della giunta, Marylin Fusco e Niccolò Scialfa che erano stati rispettivamente pure assessore alle Infrastrutture e all’Istruzione, e l’ex hostess pasionaria di Alitalia Maruska Piredda.
Nei guai finì inoltre Stefano Quaini, medico savonese in seguito passato dall‘Idv a Sinistra e libertà. Il processo è andato male per tutti: quello di Piredda e Quaini si è chiuso in anticipo poiché hanno scelto il rito abbreviato, e la Cassazione ha infine confermato pene per 2 anni e 4 mesi e 2 anni e 2 mesi. Più travagliato l’iter di Scialfa e Fusco. Prima il verdetto di colpevolezza in tribunale, le pene diminuite in secondo grado e un clamoroso annullamento in Cassazione. E poi il nuovo giro alla Corte d’Appello con ulteriore condanna e la parola fine pronunciata dalla Suprema Corte nel gennaio scorso. Nessuno dei quattro, va ricordato, ha più assunto incarichi politici, sebbene Fusco abbia aperto un sito Internet da «consulente ed esperta in comunicazione politica, emotiva, motivazionale, in organizzazione campagne elettorali ed eventi, in percorsi di sviluppo e valorizzazione del talento, marketing relazionale, coaching e web marketing».
L’altro ex numero due della Regione Scialfa invece è tornato al mondo della scuola: non è più il preside del liceo classico “Andrea D’Oria”, ma il dirigente dell’istituto onnicomprensivo “Valle Scrivia”.
Sempre in Cassazione è terminata una mini-tranche che vedeva alla sbarra tre persone, in questo frangente per l’arco 2005-2010: Lorenzo Casté, entrato con i Comunisti italiani, è stato condannato a 4 anni e 7 mesi; Franco Bonello, dall’Ulivo a Unione a Sinistra e poi al Pd, a 4 anni e 2 mesi; Roberta Gasco, che militava nell’Udeur, a 2 anni e 2 mesi. Casté, divenuta definitiva la sentenza, per un breve periodo è finito in cella, unico tra i personaggi coinvolti nell’affaire spese pazze. Il quarto processo riguarda di nuovo l’intervallo 2005-2010 e coinvolge 12 ex consiglieri.
Al momento si è arrivati al verdetto di primo grado, a breve sarà fissato l’Appello e la conclusione del procedimento dovrebbe materializzarsi comunque in tempo utile a evitare la prescrizione, prevista a fine 2023. Gli imputati sono stati tutti condannati: Nicola Abbundo (pena di 3 anni e 6 mesi); Angelo Barbero (2 anni e 8 mesi); Tirreno Bianchi (3 anni e 8 mesi); Sandro Biasotti (2 anni e 2 mesi); Fabio Broglia (4 anni e 4 mesi); Francesco Bruzzone (3 anni e 8 mesi, definitivamente assolto invece per il segmento2010-2015); Giovanni Macchiavello (3 anni e 8 mesi); Matteo Marcenaro (3 anni e 2 mesi); Carmen Patrizia Muratore (3 anni e 4 mesi); Luigi Patrone (3 anni e 11 mesi); Giovanni Battista Pittaluga (4 anni) e Franco Rocca (2 anni e 10 mesi).
Abbundo, Biasotti, Bruzzone, Barbero, Broglia, Macchiavello, Marcenaro, Patrone e Rocca facevano parte della minoranza di centrodestra: a parte Biasotti e Bruzzone, il primo senatore del gruppo misto dopo essere uscito da Forza Italia e il secondo senatore della Lega, gli altri non hanno più incarichi politici. Bianchi, Muratore e Pittaluga (per lungo tempo docente universitario e poi assessore alle Finanze in diverse giunte) erano nella maggioranza di centrosinistra e oggi sono fuori dalla politica. Ancora più frastagliati sono stati gli accertamenti della Corte dei conti, che ha chiesto a decine di ex esponenti di vari partiti la restituzione perlomeno d’una parte del denaro. La stima più prudenziale indica un 75% circa di condanne. –

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