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Liguria e Basso Piemonte

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Ligurcapital, 24 milioni a 148 piccole imprese, 267 nuovi posti di lavoro. Toti: 4 i trend in crescita. Commento di Franco Astengo da Savona


Da Ligurcapital 24 milioni a 148 imprese, generando 267 nuovi posti di lavoro. Il presidente Toti: “Trend di crescita dei settori dell’export,  porti, artigianato e turismo”. Giorgio Lamanna:  “Il 63% dei richiedenti coinvolge aziende con meno di 10 dipendenti”. Da Savona leggi il commento sintetico di Franco Astengo.

LIGURCAPITAL, DA REGIONE 24 MILIONI PER LA FINANZA DELLE IMPRESE NELL’ULTIMO TRIENNIO. PRESIDENTE TOTI E ASSESSORE BENVEDUTI: “CAVALCHIAMO L’ONDA DELLA RIPARTENZA”

Il governatore della Liguria Giovanni Toti

GENOVA. Ascoltare le esigenze del territorio per elaborare strumenti regionali idonei a continuare a sostenere, come fatto finora, il sostegno finanziario del tessuto produttivo ligure. È la strada condivisa da Regione Liguria e istituzioni locali al convegno “Tra Capitale e Debito: opportunità e aspettative per la finanza delle imprese”, organizzato da Regione Liguria in collaborazione con Ligurcapital al palazzo della Borsa di Genova.

Nell’ultimo triennio, gli interventi di equity o semi equity adottati da Regione Liguria, attraverso Ligurcapital, hanno coinvolto 148 imprese, con un intervento complessivo regionale di 24 milioni di euro, che ha generato un incremento occupazionale di 267 posti di lavoro.

“È stato fatto un grande lavoro nei mesi della pandemia per cercare di dare un sostegno alle specificità e alle fragilità delle imprese liguri – commenta il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti – Gli interventi sul capitale e per agevolare l’accesso al credito, insieme alle misure governative, hanno aiutato le piccole e piccolissime imprese, che sono l’ossatura dello sviluppo produttivo ligure, a superare un momento difficile. Oggi, ancora più di ieri, bisogna stare al loro fianco per aiutarle a ripartire a correre veloce, come testimoniano i trend di crescita dei settori dell’export, dei porti, dell’artigianato e del turismo”.

“Numeri che certificano il gradimento dell’azione regionale, attivata in questi anni, nell’entrare in maniera ‘silente’ nel capitale delle imprese per accompagnarle nel loro percorso di crescita – sottolinea l’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti – Con questo primo step, recepiamo l’esigenza di rafforzare la sostenibilità economico-finanziaria delle imprese. Regione Liguria lo ha fatto con interventi finanziari di equity e semi equity pari a 24 milioni di euro e lo continuerà a fare in futuro, anche con l’attivazione di strumenti di ingegneria finanziaria dedicati a settori specifici, come quelli dell’artigianato e del commercio per oltre 20 milioni di euro. Occasioni di dialogo come questa, anche in vista delle risorse in arrivo con la nuova programmazione comunitaria, sono uno stimolo per meglio indirizzare le azioni che ci apprestiamo a mettere in campo”.

Ligurcapital, sfruttando l’opportunità degli strumenti finanziari innovativi e combinando risorse pubbliche e private, si propone come interlocutore privilegiato nel contesto regionale a supporto e presidio di segmenti di mercato solitamente trascurati dai più convenzionati operatori finanziari – spiega il presidente di Ligurcapital Giorgio Lamanna – L’attività è principalmente rivolta a società di piccola, media e micro dimensione, come dimostrano le misure attivate nello scorso triennio che hanno, per il 63% dei richiedenti, visto il coinvolgimento di imprese con meno di 10 dipendenti. Mediamente, riusciamo a creare un effetto “leva virtuoso” che quantomeno triplica il contributo pubblico. Di norma, per ogni euro investito sul territorio, ci sono almeno due ulteriori euro che vengono investiti da privati”.

COMMENTO DI FRANCO ASTENGO –

Franco Astengo

La Linea di Ligurcapital, rivendicata dalla Regione, costituisce sicuramente un punto di riferimento di sollievo per un certo numero di imprese ma rimane ancora a due limiti di fondo:

si rivolge soprattutto al mondo delle microimprese in una situazione come quella ligure dove .- appunto – la dimensione delle imprese è elemento di freno allo sviluppo (come del resto la questione demografica e quella dell’integrazione degli immigrati, in ritardo e a livelli professionali troppo bassi).

Il tema è sviluppato anche nel capitolo 2 dell’inchiesta (raccolta in volume) di Repubblica “Facciamo economia” (in edicola dal 28 febbraio) laddove si descrive “I motivi di questo declino dell’economia ligure sono chiaramente molteplici, vengono da lontano e sono stati spesso discussi: l’invecchiamento della popolazione, la crisi delle partecipazioni statali, l’isolamento infrastrutturale, la gestione non ottimale delle infrastrutture esistenti, una cultura della rendita troppo diffusa”.

Da aggiungere il mancato scioglimento del nodo su “Genova Città Regione”, la corporativizzazione dell’economia di determinati ambiti (turistico e balneari per esempio), il ritardo nella bonifica e nel recupero di aree industriali dismesse.

Nell’esigenza complessiva di una maggiore capacità di programmazione emergono due questioni fondamentali: 1) un processo di re-industrializzazione fondato sull’innovazione tecnologica; 2) un recupero sul piano infrastrutturale che non si limiti a Genova (Terzo Valico, Gronda) e al Ponente nel senso del (contestato) raddoppio ferroviario Finale – Andora.

E’ necessario investire: 1) collegamento ferroviario e autostradale del porto di Vado Ligure; 2) aumento di capacità delle linee ferroviarie Savona – Torino e Savona – Alessandria 3) bretella autostradale da Albenga verso l’autostrada Savona – Torino con un piano di cura della viabilità capace di superare le difficoltà in atto.

Tutto questo per semplificare una situazione che meriterebbe maggiore complessità di valutazione, ribadendo il corto respiro e il senso corporativo – elettoralistico come giudizio della politica della Regione. (Franco Astengo)

 


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