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Liguria e Basso Piemonte

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Ferrovia della discordia. Comunicati ufficiali e dichiarazioni. Benefici al porto Savona-Vado? C’è chi propone progetto alternativo. Eccolo


Tra il fiume di comunicati e dichiarazioni ufficiali, esordiamo con il pensiero di un cittadino qualunque che la terra la lavora lungo litoranea Albenga – Ceriale. Gianluca Bellando: “Ma con meno soldi e meno disagi non si poteva raddoppiare l’esistente? Da Finale ad Andora già 1/3 e a doppio binario… non si può migliorare l’esistente? Proteggere dal mare e non allontanare le comodità dai centri delle città…”

L’ing. Vincenzo Macello commissario straordinario per il raddoppio ferroviari e trasferimento a monte da Finale ad Andora

C’è chi sostiene che la nuova ferrovia, Genova – Ventimiglia, potrà favorire anche i collegamenti  con i porti di Genova e Savona. Vado. C’è chi propone l’utilità di un progetto alternativo nella tratta Finale- Andora anche alla luce dei risultati del trasferimento a monte nella tratta di Imperia e di cui le fonti ufficiali nulla dicono, ad esempio, sul crollo dei passeggeri e sulle proteste degli utenti per carenza di collegamenti e disagi conseguenti, dalle nuove stazioni ai centri urbani.

COMUNICATO UFFICIALE DEL COMUNE DI ALBENGA –

Nella mattinata di oggi, venerdì 18 febbraio, il Commissario straordinario per il completamento del raddoppio ferroviario Vincenzo Macello ha presentato ufficialmente ad Albenga il progetto per il raddoppio da Andora a Finale facendo un focus particolare sul comune ingauno. Erano presenti all’incontro:

  • il commissario Vincenzo Macello, accompagnato da Emanuela Bergia di Rfi e Alessandro Carrà di Italferr
  • l’On. Raffaella Paita, Presidente della IX commissione trasporti, poste e telecomunicazioni
  • per il Comune di Albenga il sindaco Riccardo Tomatis, il vicesindaco Alberto Passino, il consigliere allo “Sviluppo infrastrutturale del territorio” Vincenzo Munì, l’ing. Chiara Vacca e il geom. Davide Siffredi.

Durante l’incontro il Commissario ha avuto modo di presentare l’opera e rispondere ai quesiti tecnici e politici che gli sono stati posti.Un focus importante è stato posto sul tema del consumo del suolo agricolo. Il sindaco Riccardo Tomatis ha rappresentato, infatti, le preoccupazioni delle associazioni di categoria agricole (Coldiretti, Confagricoltura e Cia) consegnando al Commissario i documenti scritti da loro ricevuti. Attenzione, inoltre ai temi dell’accessibilità, del collegamento tra la nuova stazione e il centro cittadino, il futuro delle aree dismesse (compreso l’attuale fabbricato della stazione e la massicciata ferroviaria) e le opere compensative a favore della collettività.

Il commissario Macello ha offerto precisazioni importanti rispondendo alle domande tecniche che gli sono state poste e prendendo in carica le osservazioni che gli sono state portate e che saranno adeguatamente studiate nell’iter procedurale e in sede di conferenza di servizi.

Afferma il Commissario Vincenzo Macello: “Questo di Albenga è stato il primo di una serie di incontri che vogliamo fare il territorio e con i sindaci. L’adeguamento del progetto alle nuove normative e ai nuovi standard ha visto una particolare attenzione riposta alle tematiche ambientali e di tutela del suolo. Ora attendiamo il finanziamento dell’opera per dare il via alla conferenza dei servizi alla quale parteciperanno anche i Comuni che, in quella sede, potranno presentare le loro osservazioni. Il dialogo è aperto e proficuo e lo scopo di tutti è quello di realizzare un’opera attesa ormai da decenni che andrà a migliorare sia la viabilità ferroviaria, ma anche il territorio grazie a progetti di rigenerazione urbana da realizzarsi là dove oggi passa la ferrovia”.

Afferma l’On. Raffaella Paita: “Abbiamo inserito quest’opera in quelle commissariate proprio per accelerare le tempistiche di questo che è un intervento importantissimo per il territorio. Ovviamente il raddoppio deve essere fatto riponendo particolare attenzione all’impatto ambientale e alla messa in sicurezza idraulica del territorio.” 

Il sindaco Riccardo Tomatis sottolinea:Il nostro ruolo, in questo momento, è quello di cercare di ottenere tutti i benefici possibili da questa operazione. Come Amministrazione, abbiamo rappresentato al Commissario Macello – che ringrazio per la disponibilità dimostrata durante l’incontro di oggi – tutte le esigenze del territorio rappresentateci anche, in particolare, dai rappresentanti dalle associazione di categoria agricole. Vogliamo in primis tutelare la nostra piana, garantire una viabilità alternativa e il collegamento tra centro cittadino e stazione, ma anche avere delle opere compensative importanti per il nostro territorio, anche da un punto di vista turistico, come la realizzazione di una pista ciclabile sull’attuale tracciato ferroviario.Il dialogo instaurato continuerà anche tra le parti tecniche coinvolte per ottenere i migliori risultati per il Comune di Albenga e l’intero comprensorio”. 

Conclude il consigliere Vincenzo Munì: “Ringrazio il Commissario Macello e l’On. Paita per aver partecipato alla riunione di oggi e per l’attenzione dimostrata nei confronti del nostro territorio. È nostra intenzione porre una grande attenzione anche sulle aree che verranno liberate dal vecchio tragitto ferroviario e che rappresentano una grande opportunità di sviluppo per la nostra città e per questo partiranno gli incontri con le diverse realtà cittadine che intendiamo coinvolgere a pieno in ogni fase di questo percorso”.

DICHIARAZIONI E ARTICOLI DEI MEDIA SAVONESI –

 VICENZO MANI’-  Con lo spostamento a monte della ferrovia si liberano anche altri spazi. L’attuale stazione a due passi dal mare, le sottostazioni e le aree di manovra. «Questa sarà una ulteriore occasione offerta dal raddoppio ferroviario alla nostra città – afferma Vincenzo Munì, consigliere comunale delegato alle vicende dello spostamento – L’utilizzo di queste aree potrà dare ulteriore impulso e sviluppo alla città, a partire ovviamente dall’edificio della vecchia stazione. Fin da subito inizieremo gli incontri con le varie realtà cittadine che saranno pienamente coinvolte in ogni fase di questo percorso». Bisogna cominciare a metterci la testa fin da subito, anche perché i lavori per il raddoppio dovrebbero durare 5 o 6 anni, e bisogna evitare che si ripeta l’antica storia della stazione di Savona Letimbro assicura Munì, che ha di fronte anche un’altra sfida: restituire più terreno possibile all’agricoltura, perché i 45 ettari “cancellati” corrispondono in base alle medie locali, ad altrettante aziende. È vero che circa la metà verrà recuperata attraverso lo smaltimento dei materiali di scavo in vallecole che verranno così “spianate” e rese ospitali quantomeno per un’agricoltura in serra.
Ma c’è sempre l’altra metà. «Il nostro obiettivo è quello di recuperare fino all’ultimo ettaro, in modo da salvaguardare pienamente l’economia agricola, e siamo alla ricerca di soluzioni che ci consentano di riuscirci», conclude con fare un po’ misterioso. Quel che è certo è che il mondo agricolo si aspetta che un modo per salvaguardare quei terreni si trovi. A rassicurare agricoltori e ambientalisti prova anche la parlamentare Raffaella Paita. «Il raddoppio deve essere fatto riponendo particolare attenzione all’impatto ambientale e alla messa in sicurezza idraulica del territorio – ha detto – Abbiamo inserito quest’opera in quelle commissariate proprio per accelerare le tempistiche di questo che è un intervento che riteniamo importantissimo per il territorio e per il suo sviluppo». Un poco più cauto è il sindaco Riccardo Tomatis, che ha consegnato al commissario Vincenzo Macello il dossier ricevuto poche ore prima dalle associazioni degli agricoltori.

DAL SECOLO XIX – Il piano di Ferrovie illustrato dal commissario Macello

«Dirottare le merci su treno
Le gallerie saranno adeguate»
Dirottare più merci su treno, per alleggerire il peso del traffico pesante sulle autostrade. È il prossimo passo che riguarda la linea Genova-Ventimiglia, su cui sta lavorando il gruppo Ferrovie dello Stato. Oltre al raddoppio del tratto da Finale ad Andora nella chiave della velocizzazione dei collegamenti, l’azienda sta studiando gli adeguamenti per portare sui binari una quota supplementare di merci. Oggi infatti le dimensioni di alcune gallerie, proprio nel tratto più vecchio, non consentono il passaggio dei convogli che trasportano i camion e i container di dimensioni maggiori rispetto a quelle standard.
Una parte della linea risponde già alle caratteristiche dei collegamenti internazionali, resta però il “tappo” nel Savonese, che ostacola i collegamenti con la Francia dai porti di Genova e Savona-Vado.
«Le gallerie delle nuove tratte in raddoppio – spiega Vincenzo Macello, direttore investimenti del gruppo Fs e commissario straordinario per il raddoppio del Ponente – sono state progettate considerando il massimo profilo previsto dalle “Specifiche tecniche di interoperabilità”, consentendo quindi il passaggio di treni con container “high cube” e semirimorchi con sagoma “PC80”, ma anche treni lunghi fino a 750 metri e senza limitazioni di peso assiale con “codifica D4” (ossia fino a 22,5 tonnellate per asse e 8 tonnellate per metro, il massimo consentito in Italia, ndr)». In particolare, la lunghezza dei treni fino a 750 metri è anche quella a cui puntano i lavori di adeguamento del terminal ferroviario del porto di Vado per sviluppare il traffico dei container della piattaforma di Apm. La possibilità di trasportare anche i camion sui carri ferroviari potrebbe invece aprire nuovi scenari.
Come già accade per attraversare Svizzera e Austria, imbarcarli su treno permetterebbe di ridurre il traffico sulle autostrade. I due Paesi alpini hanno già imposto severi vincoli con l’obiettivo di abbattere l’inquinamento, nel caso della Liguria potrebbe diventare un’opzione interessante per sviluppare i traffici dei porti di Genova e Savona-Vado, inserendoli nei collegamenti verso Francia e Spagna utilizzando la linea costiera invece di allungare il percorso verso la Torino-Modane o addirittura spingersi fino a Basilea. In caso di problemi sul tracciato piemontese, come accaduto anche di recente, non ci sono infatti alternative se non la deviazione ancora più lunga e onerosa verso la Svizzera. —
DAL SECOLO XIX – UN PROGETTO ALTERNATIVO. Il raddoppio Savona-Ventimiglia, per quanto fatto, è stato realizzato con criteri assolutamente contrari a quelli di “servizio al territorio”! Nei 57 km di raddoppio realizzati si sono abolite di ben 8 stazioni, desertificando il servizio.
Tra Finale ed Andora, il progetto non ancora definitivo  dismette le stazioni di Laigueglia, Ceriale, Loano, Borgio Verezzi. Verranno realizzate nuova stazione per Albenga (a 6 km dal centro) e le fermate di Alassio (in galleria), “Borghetto-Ceriale-Loano”, Pietra Ligure. La nuova fermata di Ceriale-Borghetto-Loano è denominata così da RFI in maniera truffaldina, in realtà è completamente nel territorio di Borghetto Santo Spirito, vicino al confine con Toirano. Per raggiungerla in auto è necessario “usare” l’Aurelia: spesso il solo attraversamento di Loano necessita di un tempo che sfiora l’ora. Bilancio: altre 4 stazioni in meno, e le nuove stazioni «distanti dai centri abitati», ma soprattutto “molto poco” raggiungibili sia a piedi, sia in bicicletta, sia in auto. Non c’è viabilità adeguata. Pessimo servizio al territorio!
Mims 2021 (Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile) invita a progettare le nuove stazioni ferroviarie integrate nel cuore delle città, dando maggiore importanza in primis alla pedonalita e alla ciclabilita. Il Def 2021, Documento di Economia e Finanza 2021, esorta a superare la tradizionale logica che vede nel segmento ‘regionale’ un livello di servizio residuale.
«Raccomandazioni contrarie» alla bozza di progetto RFI del raddoppio Finale-Andora che non sarà per nulla una linea ad alta velocità nè un efficace una linea metropolitana a servizio delle comunità locali. Allora a che servirà? Sono stato sollecitato da Gianni Taboga, Presidente di Assoutenti di definire una possibile alternativa al progetto RFI. Prevedo 3 distinte aree: Andora-Albenga tratto in galleria con fermata ad Alassio (si salta Laigueglia che comunque sarebbe molto vicina alla stazione di Alassio), Finale-Pietra tratto in galleria (si salta Borgio, e si da ampio respiro alla costa da Borgio a Pietra), tratto Pietra-Albenga sul sedime attuale.

DA MIRCO MASTROIANNI PRESIDENTE CIA – «Le scarse e frammentarie informazioni ricevute fanno intuire

Il presidente Mirko Mastroianni e Sandra Gagliolo

che le richieste di miglioramento e riduzione dell’impatto sul sistema economico agricolo delle ultime aree produttive vocate in provincia di Savona, non abbiano tuttora trovato un adeguato soddisfacimento – afferma Mirco Mastroianni, presidente provinciale della Cia -. Centinaia di aziende agricole a colture intensive, verrebbero irrimediabilmente compromesse nelle superficie a colture ed, in alcuni casi, private di sedi ed infrastrutture aziendali comportanti la chiusura delle stesse».E gli agricoltori non sembrano affatto disposti ad accettare che le loro richiesta di informazioni e confronto cada nel vuoto. «Il perdurare di una mancata corretta informazione, che lamentiamo come rappresentanti del comparto agricolo che sorregge l’intera economia cittadina di Albenga, secondo comune della Provincia di Savona, la mancanza di trasparenza per responsabilità del livello politico-amministrativo regionale e nazionale, oltre che della struttura Commissariale, potrà soltanto indurre le associazioni agricole a forme di protesta radicali, oltre che a mezzi di contrasto e di tutela legale».

Ma non sono solo gli agricoltori a protestare, visto che a protestare contro lo spostamento dei binari sono anche Wwf, Assoutenti, Comitato territoriale e quello dei pendolari. La preoccupazione è soprattutto per l’eliminazione delle stazioni di Laigueglia, Ceriale, Loano e Borgio Verezzi ed il decentramento di quelle di Albenga, Borghetto e Pietra Ligure.Una questione che preoccupa non poco anche il sindacato Orsa. «La storia, anche recente, ci insegna che lo spostamento sia della Linea San Lorenzo-Taggia che il più recente Andora-Imperia abbia ridotto il numero complessivo dell’utenza che ne usufruisce – si legge in una nota del sindacato -. Gli spostamenti a monte hanno creato autentiche stazioni fantasma, alcune difficilmente raggiungibili coi mezzi pubblici o fuori mano che, di fatto, non invogliano i cittadini ad utilizzarle. Spostare una linea lontana dai centri urbani è, di fatto, un’incentivazione all’utilizzo del mezzo privato». Secondo il Wwf, la soluzione sarebbe un’altra. «Realizzando i binari d’incrocio come quelli che c’erano 30 anni fa – afferma Franco Stalla – si ridurrebbero ancora di più i tempi di percorrenza, si salverebbero le stazioni e il territorio agricolo e non si spenderebbero oltre 2 (ma probabilmente almeno 3) miliardi di euro». —

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