Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Agrivoltaico e terreni agricoli ‘marginali’. Il nobel Rubbia: Idrogeno verde combustibile del futuro. La Liguria e impianti speculativi da scongiurare


Il problema della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. L’ “agrivoltaico” e  i terreni agricoli “marginali”.

di Gabriello Castellazzi*

Per il Nobel Carlo Rubbia l’idrogeno verde sarà il combustibile universale del futuro

E’ veramente interessante il dibattito che si è aperto sui temi riguardanti le fonti di energia necessaria a soddisfare le esigenze di vita del genere umano. Il recente utilizzo abnorme di carbone, gas, petrolio e legname (proveniente da sistemi distruttivi di deforestazione), fa sì che i cambiamenti climatici modifichino velocemente gli equilibri del nostro pianeta.

Questi processi non causeranno ovviamente la fine di tutti i fenomeni vitali, frutto dell’evoluzione biologica, ma porteranno a crisi drammatiche che vedranno penalizzata in primo luogo la specie umana e la sua sopravvivenza nelle forme che oggi conosciamo.

La “vita”, nel suo insieme, certamente continuerà con diversi equilibri nelle prossime ere geologiche, ma oggi, in un contesto problematico, è certamente utile il confronto sulle strategie da adottare per evitare disastri ambientali e le conseguenti intollerabili sofferenze.

Dove trovare tutta l’energia necessaria a garantire la sopravvivenza di otto miliardi di persone interrompendo, nel più breve tempo possibile,  l’impiego delle fonti fossili?

Nell’articolato dibattito si è inserito il problema dell’ “agrivoltaico”: un sistema che consiste nel collocare pannelli fotovoltaici a circa cinque metri dal suolo, mantenendo produttivi i terreni sottostanti, consentendo  l’utilizzo di mezzi meccanici.

L’ombreggiamento parziale (regolabile con software) è utile per le colture che soffrono di una eccessiva insolazione, utilizzando eventualmente pannelli semitrasparenti che impediscano l’eccessiva traspirazione, riducendo quindi il fabbisogno idrico per far crescere fragole, mirtilli, pomodori, lamponi, mele, ciliege, patate, cetrioli, ecc..

Questa modalità consente di evitare il “fotovoltaico a terra” (oggi purtroppo autorizzato da alcune Regioni) che favorisce attività economiche speculative a scapito di produzioni alimentari vitali.

Legambiente dichiara: “E’ necessario incentivare l’ “agrivoltaico” soprattutto in aree dichiarate agricole solo sulla carta, ma in realtà non coltivate”. Certo la vastità dei terreni cosiddetti “marginali” (attualmente non coltivati, ma da recuperare se necessari per l’alimentazione) è comunque preziosa per la “biodiversità” vegetale e animale.

E’ certo che il fotovoltaico debba essere preferibilmente collocato su abitazioni, capannoni industriali, parcheggi, zone di sosta autostradale, avendo ovviamente sempre cura del paesaggio.

Il  PNRR-Italia mette a disposizione 4 miliardi di euro allo scopo di centrare gli obiettivi di neutralità climatica entro il 2050 .

Il dibattito sulle tecniche eco-compatibili di recupero energetico riguarda inoltre le pale eoliche (sui monti, sul mare…ma quanti e di quali dimensioni?), il movimento marino ondoso, l’energia geotermica (praticamente illimitata), l’energia di caduta dell’acqua (valutando però come le risorse idriche provenienti dai ghiacciai si stiano riducendo drammaticamente).

Complessivamente l’Unione Europea punta ad ottenere 162 GW di energia da nuove installazioni nei prossimi 4 anni. Ma bisogna tener anche conto della necessità di utilizzare le innumerevoli tecniche di risparmio energetico, quali pompe di calore, teleriscaldamento, pannelli solari termici, sistemi per limitare le dispersioni termiche delle abitazioni, ecc.

Guardando fuori dall’Europa tanti sono i progetti mirati all’utilizzo dell’enorme quantità di energia che dal sole si riversa sul vasto Sahara:  è più utile portare con cavi direttamente in Europa l’energia elettrica ottenuta da fotovoltaico? Oppure è meglio, con questa, produrre in loco l’idrogeno da trasferire con gasdotti in Europa e utilizzarlo come combustile pulito?

L’ idrogeno verde sarà ovunque il combustibile del futuro, come sostiene il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia.

L’Italia, fino ad ora, nonostante il recente superbonus del 110%, non ha fatto registrare risultati soddisfacenti installando solo 0,8 GW ( il “Solar Power Europe” è comunque ottimista ritenendo possibile la produzione di altri 7,1 GW  entro il 2025).

Circa l’aumento dei posti di lavoro, derivanti dalla transizione energetica, gli istituti di ricerca pubblicano differenti valutazioni, ma è opinione comune che “ogni milione di dollari investiti in energie rinnovabili creerebbe tre volte più posti di lavoro rispetto a quelli associati all’utilizzo dei combustibili fossili”.

In conclusione si deve  ricordare come l’Unione Europea obblighi il Governo italiano a emanare entro il prossimo maggio linee guida precise sul fotovoltaico per il razionale utilizzo del territorio nel rispetto dell’ambiente: “ L’individuazione delle aree e dei siti non idonei non deve configurarsi come divieto preliminare, ma come atto di accelerazione e semplificazione dell’iter di autorizzazione alla costruzione e all’esercizio degli impianti fotovoltaici, anche in termini di opportunità localizzative offerte dalle specifiche caratteristiche e vocazioni del territorio”.

Anche la Regione Liguria dovrà indicare i luoghi dove il terreno agricolo potrà mantenere le sue tradizionali produzioni, senza impianti speculativi a terra, e dove invece sarà consentito utilizzare i finanziamenti  per l’ “agrivoltaico” in un dialogo costruttivo con le associazioni degli agricoltori, in sintonia con gli istituti scientifici di ricerca ambientale che lo promuovono (ENEA – Fraunhofer Istitut – ecc.).

*Gabriello Castellazzi

( Europa Verde – Verdi della provincia di Savona)


Avatar

Trucioli

Torna in alto