Era il 29 settembre 2016. «Prima di morire, desidero rivedere il mio commilitone Renzo Gasco….». Inizia così la lettera che Antonio De Simone, classe 1935, scriveva per cercare l’amico Renzo, conosciuto durante la leva nel 1955 in Marina a La Spezia.
Lettera, spedita il 17 settembre scorso da Castellamare di Stabia è indirizzata all’Ufficio anagrafe di Valleggia, la località nella memoria di De Simone, unico filo di speranza con l’amico di 60 anni fa. E’ scritta in stampatello su un foglio protocollo a righe, con allegata la foto di De Simone in divisa da marinaio, la foto del suo matrimonio, una cartolina di Savona spedita da Gasco nel 1955 e una busta già affrancata per la risposta.
Purtroppo De Simone saprà solo allora che l’amico Gasco era morto nel 1992. La famiglia Gasco, con la moglie Lina e le figlie Claudia e Marina che gestiscono (nel 2016) il bar latteria di via S. Pietro a Valleggia, dopo aver ritirato la lettera dall’anagrafe di Quiliano, hanno risposto ad Antonio, ricordando la figura di Renzo, unendo le loro foto e quella di papà. Renzo era molto conosciuto e amato a Valleggia. Capo reparto per 35 anni nello stabilimento di Vado Ligure ora Bombardier, era mancato a soli 57 anni per un’embolia dopo sei mesi da un’operazione chirurgica. La sua grande passione, però, era fare l’operatore al cinema parrocchiale di Valleggia, Renzo infatti è stato un insostituibile amico di bambini, giovani e anziani, che ha reso felici con la proiezione delle «sue» pellicole.
Ora il piccolo archivio storico di trucioli.it ripropone due articoli del Secolo XIX. Nel secondo la notizia, una breve purtroppo, che ricordava il decesso di Gasco: il fratello Aldo, in vita, con una brillante carriera alle spalle, è suocero dell’ex ministro Clemente Mastella sindaco di Benevento dal 2016, ed è stato l’ultimo segretario della Dc di Loano.
Nel primo invece, sempre sul Decimonono, un articolo a 4 colonne, a firma di Bruno Lugaro, con un’intervista a Renzo Gasco, 54 anni, che ricordava, tra le altre cose, “quando don Genta mi affidò l’incarico di parcheggiare le biciclette dei clienti del cinema, avevo 15 anni. C’era anche il teatro a quell’epoca e si esibiva spesso la Filodrammatica di Valleggia. Nel 1958 il mio sogno finalmente si realizzò. Divenni operatore cinematografico e mi fu affidata la gestione del cinema..”.
Non solo, annunciava che “c’è un grosso progetto in cantiere, rilanciare il teatro e con esso ricostituire anche la Filodrammatica di Valleggia”. Poi le dichiarazioni del parroco don Pino Torcello a ricordare come l’unico luogo di ritrovo di Valleggia fosse il cinema. “Forse gli esigui incassi della sala non giustificherebbero un impegno finanziario per noi così gravoso ma tutto questo viene fatto per la gente della parrocchia, soprattutto per i ragazzi…”.
ARTICOLO DEL SECOLO XIX A FIRMA DI BRUNO LUGARO
Le ultime righe dell’immagine non si leggono per intero. Prima colonna: “Sono gli schienali delle poltrone dell’Universale di Genova. dice Gasco- e tutte le sedie qui intorno….”
La parte finale, invece, della terza colonna. “...La sala ha un’ampiezza di 25 metri per 10 ed è costituita da un’ampia platea e da una piccola galleria, per un totale di 420 posti”.