Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Borghetto via dei Peschi. Ambulanza bloccata, strada stretta. A chi dire grazie. Rabbia e proteste. E laghetti promenade di levante: togliti le scarpe!


Sono trascorsi oltre 20 anni e per la strettoia di via dei Peschi, nella periferia nord est di Borghetto S. Spirito, tra aree residenziali e terreni agricoli incolti, l’attesa del nuovo Puc fermo in Regione: esplodono rabbia e accuse. Sempre dietro l’angolo la tragedia mancata per tardato soccorso. E si perché per 500- 600 metri la strada non è percorribile da normali autoambulanze. Troppo stretta. Eppure ai due lati si trovano appezzamenti di terreno abbandonati.

Al centro, in risalto, via dei Peschi, tra via Frassino e via Pineland, con un solo ingresso, stretta e senza sbocco, ostruito (abusivamente ?) anni or sono. Le nuove autoambulanze non possono arrivare e bisogna far ricorso ai barellieri a piedi per 500- 600 metri con grave pregiudizio in casi di soccorso urgente
L’unico accesso a via dei Peschi

L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso porta la data di sabato 2 ottobre. Poco dopo le 11 del mattino succede che un anziano che abita in una delle palazzine (una quindicina di famiglie, forse più) stramazzi al suolo, nel giardino.  Giorgio, terza età oltre la settantina, non da segni di vita, almeno inizialmente. Alle urla della moglie, alle invocazioni di aiuto, accorrono alcuni vicini. Nessuno sa dire cosa sia accaduto. L’uomo era solo. Un infarto, un ictus, oppure un brutto inciampo, rovinando malamente al suolo ?  Maria Clara Arecco, già consigliera comunale di maggioranza con Gianni Gandolfo sindaco (2012- 2016), è una delle inquiline: “Ho chiamato il 118, la solita sequenza di domande.” E se si interrompe la linea ricorda un altro testimone: “Bisogna riprendere il discorso daccapo….“.

Passano i minuti: dieci, venti, quaranta, l’ambulanza non si vede. Nel frattempo Giorgio risponde alle domande, lamenta dolori, riceve le cure, si fa per dire, da chi cerca capire perchè sia caduto, se necessario tenerlo con il mezzobusto alzato o lasciarlo supino. “E’ trascorsa quasi un’ora e mezza – incalza visibilmente contrariata la signora Arecco– prima dell’arrivo, con una barella in mano, degli incolpevoli militi della Croce Rossa di Loano. E’ accaduto, e non è la prima volta, che via dei Peschi, strada senza sbocchi, è molto stretta per quasi l’intero percorso. Se arrivano con un’autoambulanza normale,  restano già bloccati all’ingresso soprattutto per una curva a gomito. Ai militi,a quel punto, non resta che trasformarsi in barellieri a due gambe. E chi si trova per la prima volta con la problematica finisce  per impiegare più tempo prima che si renda conto della situazione”. A meno che non si disponga di un automezzo di soccorso più piccolo, adeguato alle strettoie.

Negli stessi momenti in cui si consumava l’estenuante attesa, c’è chi ha cercato di parlare con sindaco, ma non è stato possibile. All’altro capo del filo il vice sindaco.  “Ci è stato detto, non per la prima volta, che non hanno soldi per allargare la strada”- Il Comune non naviga in buone acque per debiti pregressi e che esplosero durante il mandato commissariale,  luglio 2016 – febbraio 2017, del dr. Andrea Santanastaso, poi per 5 mesi la collega Fabrizia Triolo, fino all’elezione del 12 giugno 2017 del sindaco in carica Giancarlo Canepa.

Ancora la Arecco, la più determinata, ma è in buona compagnia quanto ad indignati: “Ricordo che parlai della grave situazione in cui ci troviamo già all’epoca del sindaco  ing. Franco Malpangotto.” Eletto nel 1997 con FI,  rieletto nel 2007  con la Casa delle Libertà.  Gli succederà il rag. Santiago Vacca (Il Popolo delle Libertà) fino al 2012, con la vittoria del primo sindaco di centro sinistra (dopo gli anni del Psi con il dr. Gianluigi Figini (1984 -’90)ed in precedenza del Pci 1975-’84 l’arch. Pierluigi Bovio del Pci.

Andiamo a ritroso perchè il quartiere di località Cianastri è la ‘brutta copia‘ dello specchio -alveare o ‘sacco edilizio’ negli anni in cui a Borghetto trionfava una bieca speculazione immobiliare, in gran parte impunita contrariamente a quanto avvenne, ad esempio, a Loano, dove la tenacia di un consigliere di minoranza (il dr. Maurizio Strada compianto, già Liberale, poi Lega Nord da indipendente) mandò sul banco degli imputati  (fino alla Cassazione)  una quindicina di impresari  (eravamo negli anni delle vacche grasse) che sborsarono centinaia di milioni di ‘risarcimenti’ al Comune.  Si trattava perlopiù di edifici civili realizzati in un’area artigianale ai confini con Borghetto ed alcuni altri casi in varie zone della città.

Ci siamo dilungati perchè dalle testimonianze  pomeridiane in via dei Peschi emergono altri spaccati – verità. Il signor Giovanni, imprenditore fabbro: “Queste palazzine che abbiamo di fronte sono sorte con l’abusivismo  e non so come siano state sanate; la strada in origine aveva anche uno sbocco in via Pineland attraverso questo terreno che abbiamo di fronte, ora  interamente cintato e cancello chiuso”. La conferma anche dalla signora Arecco. “Proprio così, ricordo chi ha acquistato il terreno, è finita come si vede, strada misteriosamente chiusa“. Si fanno  nomi,

Il punto in cui vie dei Peschi proseguiva per via Pineland ed è stata chiusa dal proprietario del terreno cintato con tanto di cancello. Nessuno ha fatto valere l’interesse pubblico di un passaggio ormai acquisito dalla comunità. Uno dei tanti casi che si trovano in Riviera e soprattutto nell’entroterra

cognomi che qualche anno dopo entreranno in consiglio comunale. Famiglie di artigiani, poi attivissimi costruttori edili. Ora ci sono i parenti. Ancora Giovanni che raccoglie il plauso: “Anzichè la pista ciclabile, non prioritaria a mio avviso, anzichè migliaia di euro per le ‘Panchine del cuore’, si doveva provvedrea  questa situazione grottesca che non è un optional, un lusso o uno specchietto per allodole”.

In Italia (eccezione per il sud Tirolo) si sa come vanno spesso le cose, finchè non ci scappa il clamore del morto, dell’inchiesta, si rinvia, si dilungano le soluzione anche quando sono abbastanza urgenti.  Ci vuole il morto per rendersi conto che bisogna ampliare almeno un tratto di questa strada ?  “Mia figlia  è autistica, soffre di epilessia,  fino a qualche anno fa le crisi erano frequenti, con le conseguenti urgenze, ricoveri. Ora la situazione è migliorata. Ricordo che una volta ci siamo presi tanto spavento – altra storia, altro racconto – perchè i soccorsi non arrivavano, autolettiga bloccata…barellieri in affanno a piedi….“.

Il post con la segnalazione a Ivg.it che con il suo team di giornalisti di inchiesta ha approfondito i risvolti della vergognosa situazione di via dei Peschi che si trascina da oltre 20 anni.

Il sindaco Giancarlo Canepa, interpellato da trucioli.it, spiega: “Premetto un piccolo particolare. Ho letto la segnalazione fatta a IVG  ad opera di Maria Clara Arecco, residente nella via e per 4 anni e mezzo consigliere comunale di maggioranza nell’amministrazione di Gandolfo. Quattro anni e mezzo in cui avrebbe potuto, se fosse facile come sostiene la figlia, risolvere il problema. Per pura casualità la figlia è Elena Gandolfo, alias principessa Perseghina, vice presidente del Forum Culturale ed evidentemente in piena campagna elettorale…Veniamo al sodo- prosegue il capo della giunta comunale. Non è una scusante, ma senza andare lontani sono parecchi i casi, parlo di altre cittadine, in cui le strettoie non consentono il transito di autoambulanze soprattutto quelle di ultima generazione, molto più attrezzate e spaziose. E’ cosa nota che il Puc prevedeva un intervento e una viabilità alternativa di via dei Peschi, ma come è noto lo strumento urbanistico è in Regione. Aggiungo ancora, per chi lo ignorasse, che non navighiamo nell’oro soprattutto dopo che ci hanno bloccato i soldi della vendita della farmacia comunale e dobbiamo dire grazie a qualcuno che ha nome e cognome, sponsorizzato dall’opposizione. Inizialmente i proprietari del terreno (si fanno il nome dei Bresciano, fratello e sorella, uno abita a Genova, l’altra a Imperia ndr) si erano detti disponibili a cedere  un piccolo tratto per rimediare

Nello spazio pubblico a forma di cerchio di via dei peschi anche sorta di giardino alberato e non curato, oltre ad un vispo coniglio, si trova abbandonato dall’estate un esemplare di frigorifero. Ogni richiesta di rimozione ignorata

almeno alla strettoia a gomito, ma ci hanno ripensato. Non resterebbe – aggiunge Canepa – che procedere con l’esproprio ed al rifacimento del muro di cinta. Non sono uso fare promesse elettorali, dico che il problema è presente e faremo del nostro meglio per  arrivare ad una soluzione”.

C’è un altro caso che pare abbastanza ‘scandaloso’. Il lungomare di levante, ai confini con Loano, che costeggia la ferrovia rialzata. Ovvero la passeggiata, piuttosto larga in quel tratto, 5- 6 metri. Ebbene succede che in due spazi, abbastanza vicini, basta una leggera pioggia per creare veri e propri laghi. O ci si toglie le scarpe e si procede a piedi nudi, oppure bisogna calzare gli stivali. O ancora, una squadra di pronto intervento per la posa di tavolate rialzate 10-15 centimetri. Un inconveniente serio perchè come è capitato di assistere, i più penalizzati sono le persone anziane che magari si trovano in un senso e nell’altro e devono far rientro a casa, o ancora interrompere la passeggiata. Altra alternativa raggiungere l’Aurelia attraverso i sottopassi. Insomma un disagio non da poco e non da morte di papa, è fisso ad ogni piovasco. C’è comunque da osservare che anche oltre si sono piccoli tratti alle prese con allagamenti. Serve dunque una ‘revisione’ abbastanza estesa.

Il sindaco interpellato: “E’ verissimo, ne sono al corrente. Una situazione scandalosa e di disagi. Hanno realizzato la passeggiata (almeno oltre 30 anni or sono ndr) priva di tombinature, senza scarichi, senza pendenze. Un problema serio che dobbiamo affrontare in tempi direi brevi e  sempre con l’occhio alla disponibilità di cassa”.

Domande alle quali sarebbe fuoriviante chiedere risposte al primo cittadino. Con quale amministrazione è stata realizzata la passeggiata ? chi era a capo dell’ufficio tecnico che ha comunque avallato il collaudo ? chi il tecnico collaudatore ?  Visto che tutti i sindaci da 35 anni in qua sono in vita, magari qualcuno potrebbe spiegare, ricordare come sono andate le cose. Ovvero risalire, tanto per omaggiare, ai progettisti, all’impresa esecutrice dei lavori, all’ufficio tecnico comunale. Proprio perchè non giusto sparare nel mucchio. Scaricare sugli ultimi arrivati. Ognuno si assuma, si suole dire, oneri ed onori.

In questo caso, opera pubblica non realizzata a regola d’arte, o da tecnici incapaci, poco previdenti, oppure si è ricorsi a tarallucci e vino. Con la potenziale complicità di chi aveva l’obbligo dovere di sorvegliare ? A meno che nessuno, in buona fede, si sia reso conto del malfatto e del danno. Negli anni gli avvallamenti si sono ampliati, con il cedimento del sottosuolo. Ed ecco la ‘passeggiata dei ‘laghetti’.  Il sindaco ha ben spiegato l’origine del male.

L.Cor.

La promenade, lungomare di Borghetto ai confini con Loano dove si formano almeno un paio di laghetti ad ogni piovasco e che invadono l’intera zona pedonale

 


L.Corrado

L.Corrado

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