Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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‘Granelli di sabbia’. Guida documentata per conoscere il mare e salvare la nostra costa. Siamo bombardati da notizie, progetti, polemiche. Ogni Comune fa repubblica a sé. Si spendono decine di milioni: soldi pubblici spesso sprecati


Il libro che merita di essere letto. Una guida approfondita, documentata, disinteressata di cui dovrebbero far tesoro le Amministrazione pubbliche e i cittadini, le categorie in prima linea quali i Balneari. Conoscere come si forma una spiaggia, oltre che un piacere, diventa un’esigenza, se non un dovere. Le coste invase da un’infinità di scogliere che avrebbero lo scopo di limitarne l’erosione, ma che spesso ne diventano una concausa. In altri casi si scarica sulla costa quella sabbia che i fiumi non trasportano più, prelevandola da cave a terra o dai fondali marini. E c’è il business, in poche mani, dei ripascimenti.

MAREGGIATA DEL 2018 – 27 MILIONI I FONDI MESSI  A DISPOSIZIONE DELLA REGIONE LIGURIA – IL SECOLO XIX DEL 21 OTTOBRE 2020 TITOLAVA: MAREGGIATA, SUI RIMBORSI L’OMBRA DELLA TRUFFA. DOPO I DANNI DEL 2018 NELLA RIVIERA SAVONESE L’ANTIMAFIA INDAGA SU POSSIBILI INFILTRAZIONE MAFIOSE DELLA CRIMINALITA’ PER I RISARCIMENTI.

La difesa estrema dell’erosione costiera. Perchè sono sparite molte spiagge della Liguria ? Pennelli permeabili: paese che vai, difesa che trovi. Baie a spirale: dove le spiagge cercano un equilibrio. Diamo da mangiare alla spiaggia dopo la nascita delle località balneari. Quanti sono coloro che dibattono di salvaguardia dell’arenile e come per il calcio sono tutti allenatori e che vada bene hanno un’infarinatura della materia. O si lasciano consigliare e progettare da chi non supererebbe un esame diciamo universitario.

Trucioli.it aveva chiesto all’ing. Paolo Gaggero, savonese, considerato tra i più titolati ed esperti del settore in Liguria, anche per l’esperienza del lavoro svolto in tanti anni con progettazioni ed interventi per conto delle Amministrazioni comunali da Ventimiglia a La Spezia. Un errore l’inno all’infallibilità. Al so tutto io. E non già anche alla memoria di tanti nostri concittadini che ripetono alla stregua di un detto antico: il mare, i fiumi, i torrenti prima o poi si riprendono ciò che è stato ad essi sottratto per mano dell’uomo. Non sarà sempre così, utile tenerne in debito conto. A scanso di equivoci, nulla c’entra il professionista con il tema ‘indagini’ dell’autorità giudiziaria, in attesa di conoscere l’esito investigativo.

image-newsSos spiagge. L’ing. Gaggero: in Liguria chi ha adottato il PTAMC. Bene i pontili. La ‘modellistica matematica’. Il ‘dramma Alassio’, il ‘Progetto Albenga’. E… L’ing. Gaggero nonostante la mole d’eccellenza del suoi… Leggi ».

UN LIBRO TRA DOCUMENTAZIONE, STUDI SCIENTIFICI E STORIA –

L’AUTORE – DA ALASSIO È PARTITA LA SUA CARRIERA UNIVESITARIA

Il prof.  Enzo Pranzini insegna Dinamica e difesa dei litorali all’Università di Firenze ed è autore di oltre 300 pubblicazioni scientifiche su questo tema. Ha coordinato progetti nazionali ed internazionali e collaborato con istituzioni sovranazionali, dall’United Nation Development
Program, in Etiopia, all’Asian Development Bank, in India. Cofondatore del Gruppo Nazionale per la Ricerca sull’Ambiente Costiero (GNRAC), ne è stato Presidente dal 2010 al 2018 e dal 1990 è Direttore della rivista Studi costieri. È autore di 16 libri, fra i quali ricordiamo La gestione delle aree costiere (Edizioni delle autonomie), La forma delle coste (Zanichelli) e Coastal erosion and protection in Europe (Routledge). Tiene una rubrica settimanale sulla rivista on-line Mondo balneare, dalla quale trae origine questo libro. Ha iniziato a visitare le coste del mondo per realizzare reportages per riviste del settore geografico e nautico, e ha continuato poi i suoi viaggi a scopo di ricerca, raccogliendo un patrimonio iconografico che spazia dalle coste dell’Artico a quelle equatoriali. Agli amici ripete che non si finisce mai di imparare e che proprio da Alassio è partita la sua carriera universitaria.

Quando siamo seduti sulla spiaggia a guardare le onde che frangono o i granelli di sabbia fatti saltare dal vento ci sorgono molte curiosità, così come quando aiutiamo i nostri figli a scavare una buca o a costruire un castello di sabbia.
Spesso la spiegazione di quello che accade è semplice, e basta osservare con attenzione quanto abbiamo davanti per scoprire i tanti segreti della spiaggia.
In altri casi non notiamo delle forme particolari del paesaggio costiero o dei fenomeni che si ripetono in continuazione sulla spiaggia se non quando qualcuno ce li indica, e allora la spiegazione si fa avanti da sola.
Sono veramente pochi i casi in cui, per capire cosa accade lungo la costa e sulla spiaggia, serve un maestro che ci faccia una lezione sotto l’ombrellone.

Quello che spesso manca è un amico che ci accompagni nelle nostre passeggiate sul mare e che abbia la nostra stessa curiosità, con il quale osservare ciò che ci circonda, proporre spiegazioni e discutere accanitamente prima di tuffarsi in acqua per raffreddare gli animi.
Questo libro vuole essere il vostro compagno di viaggio lungo i 440.000 km delle coste del mondo.
Che si tratti di un viaggio immaginario fatto stando distesi al sole, una spedizione su un’isola deserta o una semplice passeggiata lungo la riva del mare, sarà sempre a vostra disposizione, non per farvi una noiosa lezione, ma per parlare con voi.
Potrete leggerlo in ordine, dalla prima all’ultima pagina, oppure andare direttamente al capitolo in cui si parla di ciò che avete davanti; ma perché non aprirlo a caso e proiettarvi su una costa sconosciuta o raccogliere una delle tante provocazioni che contiene?
Non abbiamo la saggezza di Vedere il Mondo in un granello di sabbia (William Blake), ma faremo in modo che ogni capitolo sia come un granello di sabbia nel quale vedere almeno una parte del Mondo: quella che segna il confine fra la terra e il mare.
Ed è proprio su questo confine che vive gran parte dell’umanità, per i vantaggi che offre dal punto di vista morfologico e climatico, per la facilità di spostamento e, perché no, per le occasioni di svago. Tutto ciò, nonostante che questi
territori subiscano la minaccia di mareggiate, alluvioni da mare e da terra, tsunami, uragani e, nel passato, scorrerie di pirati e invasioni da parte di eserciti nemici.
Le coste oggi sono esposte anche all’intensa erosione causata dalle attività che l’uomo svolge sui litorali e all’interno dei bacini idrografici dei fiumi che portano la sabbia al mare. A ciò si aggiunge l’innalzamento del livello del mare, prodotto dal riscaldamento globale di cui l’uomo è certamente responsabile.
Ecco che le coste, dopo essersi riempite di villaggi, città, strade, porti, insediamenti industriali e stabilimenti balneari, vengono invase da un’infinità di scogliere che avrebbero lo scopo di limitarne l’erosione, ma che molto spesso ne diventano una concausa.
In altri casi si scarica sulla costa quella sabbia che i fiumi non trasportano più, prelevandola da cave a terra o dai fondali marini. In alcuni paesi con quella sabbia si costruiscono nuovi promontori o isole su cui posizionare porti, aeroporti e industrie, ma soprattutto villaggi turistici e residenze esclusive.
Di fatto, quella sabbia con la quale noi costruiamo un piccolo castello, muove un’economia che va dal bagnino, al ristorante, al negozio di moda, al benzinaio e che raggiunge rapidamente le multinazionali del turismo, dei trasporti,
dell’energia e dell’elettronica, tanto da fare ipotizzare che le prossime guerre saranno causate non dalla conquista dell’acqua, ma della sabbia.
Ecco perché conoscere come funziona una spiaggia, oltre che un piacere, diventa un’esigenza, se non un dovere.
Ma vi prometto che non sarò un compagno di passeggiate così severo!

LA SPIAGGIA
1. Da dove viene la sabbia? 9
2. Il profilo della spiaggia 13
3. Nascita e morte dei delta fluviali 19
4. Pestilenze ed erosione costiera 23
5. Una strada di sabbia sul mare 27
6. Sabbia, ghiaia, ciottoli, massi… 31
7. Sfere, dischi e bastoni: ogni sasso al proprio posto 35
8. Il colore della sabbia 39
9. Quando è la sabbia a dare il nome alla spiaggia 43
10. Quelle piccole dune sulla superficie della spiaggia 47
11. Acqua e nuovi merletti 51
12. Musica sulla spiaggia: le sabbie che suonano 57
13. Ogni orma nasconde un segreto 61
14. Attenti alle buche! 63
15. Castelli di sabbia: la miscela migliore 67
16. Le dune costiere: belle, utili e… fragili 69
17. C’è un tesoro dentro la duna! 71
LA FORMA DELLE COSTE 
18. Ria, valloni, fiordi e skärgård: non tutti i golfi sono uguali! 77
19. Una tasca piena di sabbia 81
20. Sapore di sale, … e la roccia si spacca! 85
21. Il solco di battente 89
22. Atolli corallini ed altre meraviglie (ed orrori) dei mari tropicali 93
I MOVIMENTI DEL MARE 
23. Indovina da dove viene il vento 101
24. I cavalli di Nettuno 103
25. Perché le onde vanno sempre verso la spiaggia? 107
26. Le correnti di ritorno: le serial killer del mare 111
27. Il rompicapo della marea 115
28. La marea: la pendola dei marinai 119
Indice
29. Cosa succede quando s’innalza il livello del mare? 123
30. Mai arretrare. Avanziamo in un’altra direzione! 125
L’UOMO SULLE COSTE 
31. La nascita delle località balneari 131
32. Il treno sulla spiaggia 135
33. I porti: trappole per sabbia 141
34. Navi spiaggiate: anche loro possono erodere la costa 145
LA DIFESA DEI LITORALI
35. La difesa estrema dall’erosione costiera 151
36. Scogliere parallele: un vero Made in Italy 157
37. Scogliere parallele: tanti modi per farle e tanti motivi per non farle 161
38. Quegli isolotti in mezzo al mare 165
39. I pennelli e la statistica del pollo 169
40. Pennelli permeabili: paese che vai, difesa che trovi 171
41. Setti sommersi: il trucco c’è, ma non si vede. 173
42. Baie a spirale: dove le spiagge cercano un equilibrio 177
43. Reef artificiali per la difesa dei litorali 181
44. L’ingegneria naturalistica nella difesa dei litorali: un ritorno alle origini 185
45. Diamo da mangiare alla spiaggia 191
46. La spiaggia di Cleopatra: il primo (finto) ripascimento artificiale 195.

La scogliere di Loano ai confini con Pietra Ligure

LA FERROVIA COSTIERA – Ma se la ferrovia ha avuto effetti positivi per lo sviluppo del turismo balneare, come avvenuto in Liguria con il collegamento con la Riviera francese, ha costituito anche una limitazione all’accesso e all’uso delle spiagge, quando non ha innescato proprio quei fenomeni erosivi che ora minacciano la sopravvivenza della stessa economia turistico-balneare di molti tratti costieri. Facendo oggi il bilancio di quanto la ferrovia ha dato e di quanto ha tolto al turismo balneare, ci si accorge che forse qualche deragliamento c’è stato.
La morfologia della Penisola, con le Alpi Marittime e la dorsale appenninica, che in molti punti si allarga fino al mare, ha condizionato il tracciato ferroviario nelle tratte che collegano il Nord con il Sud del Paese. Anche la necessità di far arrivare i binari nei porti, sostenuta dalla fazione risultata vincente a Sanremo, è un elemento non secondario
di cui tener conto.
In definitiva la lotta era fra chi vedeva la ferrovia come mezzo di trasporto delle merci e chi dei turisti. Di fatto molto spesso i binari venivano posti direttamente sulla spiaggia, utilizzando per la realizzazione del rilevato gli stessi sedimenti del litorale o quelli prelevati alla foce dei fiumi, come d’altra parte avveniva in altri Paesi (Cap.15). Una volta attaccata dalle onde, la linea ferroviaria è stata subito difesa con opere rigide che non contemplavano il mantenimento dell’arenile antistante.
Molte spiagge della Liguria sono sparite per questa ragione, per non parlare della costa adriatica, dove la ferrovia, in molti tratti, è arrivata prima degli insediamenti costieri e ha occupato la striscia di territorio di maggior pregio; che è dovuto alla vicinanza del mare e dalla quale il treno non trae nessun vantaggio, anzi, Sanremo è proprio con il mare che oggi deve lottare realizzando chilometri e chilometri di scogliere artificiali.

E proprio dalla Liguria è partita un’inversione di tendenza, con lo spostamento della ferrovia all’interno e il recupero del vecchio tracciato con percorsi pedonali e ciclabili, come quello di 24 km che collega San Lorenzo al Mare a Ospedaletti, nella Riviera di Ponente; mentre nel Levante ligure si può pedalare per 10 km da Arenzano a Varazze. Entrambi i percorsi alternano tratti “vista mare” (come un tempo dai finestrini del treno) a tratti in galleria, ovviamente illuminata. A sorprenderci, oltre al continuo passaggio da zone soleggiate e zone buie impreziosite dalla vista di un mare meraviglioso attraverso finestre nella roccia, è soprattutto la tranquillità che si assapora nei borghi che si attraversano lungo il tragitto, certamente rinati a nuova vita.

DA DOVE VIENE LA SABBIA – Molti pensano che la sabbia che forma le nostre spiagge sia prodotta dall’erosione, da parte delle onde, delle rocce che costituiscono i promontori, e venga poi spostata fino a dove piantiamo
l’ombrellone. In realtà solo una piccola parte di questi granelli ha una simile origine, eccetto in prossimità di falesie formate da rocce molto erodibili. Se non fosse così, quelle torri costiere edificate secoli addietro sui promontori
per avvistare le navi nemiche, o quelle dei contrabbandieri, sarebbero finite in mare già da molto tempo.
Gran parte della sabbia e della ghiaia che forma le spiagge viene prodotta molto più lontano: all’interno dei bacini idrografici dei fiumi che sfociano lungo le nostre coste. È l’alterazione fisica e chimica delle rocce delle montagne e
delle colline a produrre quei granelli che, prima i piccoli ruscelli, poi i veri e propri fiumi trasportano verso il mare. Ma anche corsi d’acqua molto piccoli, che arrivano direttamente in mare, portano il loro modesto contributo.

La spiaggia è quindi una sintesi delle rocce che affiorano in una certa regione; e questo spiegala diversità del colore dei granelli presenti in un determinato punto e delle spiagge nel loro complesso. Ne abbiamo infatti di grigie, di bianche,
di nere, di rosse, ….Quando la corrente del fiume entra in mare la sua velocità si riduce drasticamente e l’acqua abbandona i sedimenti più grossolani, mentre le particelle più fini, che rimangono in sospensione, possono essere trasportate al largo.
Sabbia, ghiaia e ciottoli si accumulano davanti alla foce e, allora, sono le correnti indotte dal moto ondoso (non quelle oceaniche!) che li tra-. sportano lungo riva, dando origine ad un “fiume di sabbia” che scorre parallelamente alla costa.
Un contributo importante alla formazione delle spiagge, in particolare in ambiente tropicale, ma anche da noi, è dato da gusci e scheletri di organismi marini; ed è per questo che la “vita nel mare” è anche la vita della spiaggia.
La Posidonia oceanica, quella fanerogama marina (pianta superiore con radici, fusto e foglie), i cui resti spiaggiati sono la dannazione dei gestori degli stabilimenti balneari, e di non pochi bagnanti, è di fatto una fabbrica di questa sabbia,
data la ricca fauna che ospita.
Altra sabbia può venire dai fondali antistanti, dove si era depositata alcuni millenni addietro, quando il livello del mare era più basso rispetto a quello attuale. Nella sua risalita, da quasi -130 m dove era 18.000 anni fa fino al livello attuale, raggiunto circa 6000 anni fa, come un bulldozer ha spinto in alto la sabbia delle vecchie spiagge. Le isole barriera (barrier island) che orlano la costa atlantica degli Stati Uniti, dove vi sono importanti centri turistici, si sono formate proprio così.
Rimane certo il fatto che gran parte delle nostre spiagge, come anche tutte le pianure costiere, si è formata grazie all’apporto dei fiumi che, nei secoli passati, trasportavano una grande quantità di sabbia prodotta dall’erosione del suolo incrementata dalla progressiva riduzione dei boschi.
L’abbandono delle campagne, con la conseguente ricrescita della macchia, si traduce quindi in una riduzione dell’apporto fluviale, mentre le onde continuano a spostare la sabbia come sempre. Non sorprende quindi che l’erosione delle spiagge inizi proprio dalla foce dei fiumi e si estenda progressivamente alle spiagge adiacenti,
in particolare quelle verso le quali scorre il “fiume di sabbia”.
A questo si aggiunga che l’uomo cerca di ostacolare l’erosione del suolo in mille modi (ad esempio bloccando le frane), che la sabbia e la ghiaia si depositano nei bacini artificiali e che nell’ultimo secolo questi sedimenti sono stati estratti
in grande quantità dagli alvei fluviali per farne materiale da costruzione: è evidente che le spiagge non possono mantenere quella forma che era garantita da un continuo apporto di sedimenti.
Per non parlare poi di quanto viene bloccato nel suo cammino lungo la costa, dai porti, dai moli che proteggono le foci fluviali e anche da tutte quelle opere di difesa dall’erosione che incontreremo nella nostra passeggiata lungo la riva del mare. Il fatto che le falesie contribuiscano poco all’alimentazione delle spiagge (si stima meno del 5%) non significa che non vi siano tratti costieri dove questo processo non sia estremamente rapido ed intenso, nonché pericoloso per chi vive sopra e per chi sta sotto la scarpata. Quindi, la nostra ‘camminata’ sul bordo del mare non toccherà mai il margine della falesia, né quello superiore, né quello inferiore.

Alassio – 14 settembre 2021 -Difesa del litorale: teleconferenza Comune -RTP-Regione sul progetto da 21mln di Euro. Sui rilievi del monitoraggio dell’andamento del moto ondoso e della resistenza del primo ripascimento, si ragionerà per dare priorità ai prossimi interventi. A breve l’incontro con le associazioni di categoria.

Un altro passo avanti per la protezione dell’abitato costiero di Alassio attraverso la ricostituzione dell’arenile ed opere di difesa. A seguito della teleconferenza svoltasi nella giornata di ieri, alla presenza degli Amministratori comunali e dei tecnici della RTP incaricati della relativa progettazione, ma soprattutto alla presenza di una folta schiera di tecnici della Regione Liguria dei Servizi Ecosistema Costiero – con la dirigente Ilaria Fasce – e Ufficio VIA, si è stabilito un piano d’azione per l’affidamento delle opere del 2° Lotto di intervento per ulteriori 2,5 mln, entro la fine dell’anno solare.

Il progetto complessivo per circa 21 mln di euro, prevede un ripascimento su tutta la costa, una barriera longitudinale alla linea di riva ed il prolungamento dello sbarramento recentemente realizzato a levante in zona ex Adelasia. Primariamente si darà corso ad un monitoraggio del 1° lotto di intervento, ultimato nella scorsa primavera, in fase di redazione. Conseguentemente all’analisi dei risultati dei rilievi del monitoraggio, sarà possibile valutare le priorità di intervento, che, considerate le risultanze dei modelli matematici progettuali, sono attualmente ipotizzate in un 2° lotto di ripascimento con materiale, in tutto o in parte, proveniente da cava terrestre compatibile con la tipologia della sabbia alassina.

“Nei prossimi giorni – il commento dell’Amministrazione Melgrati Ter – incontreremo le associazioni di categoria per un confronto su quanto emerso nel corso della riunione e stabilire come muovere anche sulla base di quanto prodotto dai tecnici in merito all’andamento dei rilievi attuati”.
ARTICOLO DEL SECOLO XIX IMPERIA SANREMO 

Ai tre ponti viene difeso l’aspetto naturale della costa

«No alle barriere artificiali
meglio avere il mare aperto».
Le onde da surf che si formano da Ventimiglia ad Andora
Sanremo 18 agosto 2021 – Se a ponente della città le scogliere di protezione sono benvenute, seppure con i disagi legati all’intervento, dall’altra parte di Sanremo, ai Tre Ponti, non è così: meglio lasciare il mare aperto, e trovare altre soluzioni per favorire quell’insabbiamento che, da due anni a questa parte, non si è verificato. Anche perché eventuali barriere potrebbero compromettere uno dei punti di forza della zona anche in chiave turistica, ossia la formazione di onde adatte al surf. «Sono anni che sentiamo parlare di progetti di scogliere, in superficie, soffolte, sistemate in un modo o in un altro – spiega Andrea Parisi, concessionario della spiaggia libera attrezzata Il Cubo – ma siamo davvero sicuri che se venissero realizzate garantirebbero l’insabbiamento di questa parte di litorale?».Nell’estate 2019 proprio i Tre Ponti si erano trasformati in una lunga striscia di sabbia. L’anno scorso il fenomeno si è ripetuto in minima parte, quest’anno per nulla. «Le mareggiate di luglio e inizio agosto si sono mangiate la poca sabbia che c’era – prosegue Parisi – ma adesso sta lentamente tornando. Purtroppo la zona ha pagato anche l’alluvione di ottobre, che non solo ha riempito di tronchi e legname questo tratto di costa, ma ha anche ridotto la quantità di ciotoli che fanno rallentare le correnti laterali e consentono alla sabbia di depositarsi». «La cosa più positiva è che la sabbia portata dal mare è pulita, proprio perché è totalmente naturale. Ci sono già tante porzioni di costa con le scogliere davanti, che creano dei bacini artificiali. Questo è l’unico tratti di litorale senza barriere, ritengo che vada lasciato così, è la sua bellezza. Ci saranno stagioni in cui arriverà più sabbia, altre meno, certo il 2019 è stato un anno straordinario, che difficilmente si ripeterà, ma mettere delle scogliere qui ai Tre Ponti significherebbe stravolgerne l’aspetto che attira residenti e turisti da ogni parte». E magari cancellare, appunto, quelle onde da surf che si formano, da Ventimiglia ad Andora, solo in questo punto.

Rai 1 Spazio libero – INTERVENTO del presidente di Italia Nostra ing. Roberto Cuneo

17 2 2020 – Roberto Cuneo, Presidente del Consiglio regionale della Liguria di Italia Nostra, ha raccontato le battaglie delle sezioni e presentato altri temi cari all’associazione, come la difesa della residenzialità partando l’esempio del paese di Borgio, dove ormai l’80% degli edifici sono seconde case. Il dissesto che colpisce la Liguria è anche dovuto all’erosione delle coste, un fenomeno che la crisi climatica non fa che peggiorare. Roberto Cuneo ha accompagnato la troupe della Rai a vedere gli effetti dell’ultima mareggiata a Varigotti, dove sono in corso interventi di messa in sicurezza del case che hanno avuto le fondamenta completamente messe a nudo e addirittura sospese nel vuoto dall’erosione del battigia. “Non solo gli edifici, ma anche la vita collettiva delle comunità costiere viene messa a rischio dalle mareggiate” spiega Roberto Cuneo. Le dinamiche di questo fenomeno e le possibili soluzioni sono state invece illustrate da Giovanna Fazio, del comitato scientifico di Italia Nostra Edu.

ARTICOLO DEL SECOLO XIX GLI EFFETTI DELLE MAREGGIATE

IL LIVELLO DEL MARE IN LIGURIA CONTINUA AD ALZARSI. LO STUDIO DELL’ENEA 

 

 


L.Corrado

L.Corrado

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