Dopo aver verificato candidature e liste presenti nei comuni capoluogo in vista delle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre è il caso di impegnarci per valorizzare fortemente, anche nella dimensione nazionale, il risultato ottenuto a Savona.
di Franco Astengo
Dopo aver verificato candidature e liste presenti nei comuni capoluogo in vista delle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre è il caso di impegnarci per valorizzare fortemente, anche nella dimensione nazionale, il risultato ottenuto a Savona.
Nella nostra Città, infatti, si è arrivati alla formazione di una lista unitaria di tutte le componenti della sinistra e degli ambientalisti posta nell’ambito di una formazione democratico – progressista che si sta rivelando fortemente competitiva per la futura amministrazione della Città.
In questo ambito la presenza unitaria della sinistra è anche organizzativamente compiuta e si colloca davvero in controtendenza al “pulviscolo” presente nelle altre Città. Una frammentazione in molti casi espressione di tendenze di mera testimonianza quando non di semplice velleitarismo.
Sono diversi i motivi concreti per i quali questa sottolineatura nella presenza della sinistra savonese non risulta atto meramente propagandistico:
a) Prima di tutto è il caso di rimarcare che “Sinistra per Savona” non è nata da un opportunismo da assemblaggio partitico. La possibilità di realizzazione di questo intento unitario è stata offerta dall’elaborazione di una progettualità (Savona 2021: “Visione e Progetto”) giudicato dalla maggior parte degli ambienti cittadini (ben oltre gli schieramenti dati nel demi-monde della politica savonese) della qualità e “dimensione” adatta per significare una presenza non marginale nella competizione elettorale. Beninteso :una progettualità la cui espressione di contenuti si proietta ben oltre la scadenza del voto;
b) nello specifico l’elemento di maggior significato che sarà presentato al giudizio delle elettrici e degli elettori savonesi sarà rappresentato dall’idea di una “Savona fuori di Savona”. Si sta lavorando per una Città forte della sua vocazione al riguardo del proprio territorio e capace di porsi in autonomia e confronto in una Regione nella quale la destra sta tentando un’ operazione di vero e proprio ritorno ad una sorta di “feudalismo”. Una Liguria vista come una “federazione di feudi” corporativamente misurata sui terreni più delicati della sanità, dello sviluppo economico, dell’utilizzo del territorio, dell’accesso alle fonti di finanziamento in particolare al riguardo del PNRR;
c) ”Sinistra per Savona” non si colloca dentro uno schieramento di banale centro – sinistra e quindi, per alcune delle forze che ne fanno parte, non rappresenta un semplice “ritorno a casa” dopo storiche divisioni avvenute sul nodo della qualità di governo della Città. Governo della Città del resto passato con le elezioni del 2016 ad una destra davvero disastrosa. Il confronto con la possibile candidatura a Sindaco, poi realizzata nella figura di Marco Russo, non si è verificata né sul piano della spartizione tra partiti, né all’insegna di una ricerca posta sul piano di un malcelato “civismo”. La natura specifica della candidatura è maturata attraverso un lavoro di costruzione e di confronto di idee avvenuto in sedi diverse ma coincidenti in un’ articolazione di proposte che ha rappresentato il vero fattore “federativo” di una alleanza sì larga dal punto di vista delle presenze politiche ma effettivamente “raccolta” sulle istanze programmatiche da detonarla come vero e proprio “Patrimonio della Città”. ;
d) L’importante operazione politica che gli esponenti di “Sinistra per Savona” hanno fin qui portato avanti ha naturalmente bisogno di incontrare un ampio favore elettorale al fine di poter proporre il loro progetto come centrale nel prossimo governo della Città. Una Città che ha bisogno davvero di una svolta per uscire dal declino. Nel prosieguo della campagna elettorale stiamo però verificando una necessità che si colloca ben oltre l’esito del voto e che riguarda l’insieme della sinistra italiana. Non si intende ovviamente impartire lezioni ad alcuno ripetendo che un discorso unitario realizzato attraverso l’assemblaggio dell’esistente non potrà sicuramente rappresentare un disegno adeguato per il futuro. In una fase, ormai molto lunga, di vuoto a sinistra l’esempio savonese può valere come stimolo a promuovere una visione “costruttiva” e non riduttivamente “ri-costruttiva”.
Franco Astengo