“Grave stato di pericolosità per incendi boschivi in Liguria”. Preoccupazione dei “Vigili del Fuoco”. Ridateci il “Corpo Forestale dello Stato”. Il 24 luglio è stato proclamato il grave stato di pericolosità per gli incendi boschivi in Liguria. E’ più che mai importante il coordinamento tra tutte le forze incaricate della prevenzione e dello spegnimento degli incendi: Vigili del Fuoco, Carabinieri Forestali, Volontari AIB (200 squadre operative in tutta la Regione per un totale di 2000 unità).
di Gabriello Castellazzi*
La situazione è critica: da gennaio in Liguria sono già tanti gli ettari di bosco andati in fumo.
In seguito all’accorpamento-fusione del “Corpo Forestale” con l’ “Arma dei Carabinieri” le competenze per lo spegnimento degli incendi boschivi è passata interamente ai Vigili del Fuoco, ma questi hanno da tempo espresso forti preoccupazioni per dover sopperire a tutti i gravosi compiti, assegnati loro per legge senza un adeguato potenziamento di risorse.
Il Sindacato dei Vigili del Fuoco (CONFSAL- VVFF) dichiarò subito: “Dal 1° gennaio 2017 ci siamo trovati una competenza in più. Prima si interveniva su incendi boschivi solo in presenza di case, adesso dobbiamo intervenire su tutta l’area boschiva, anche senza abitazioni, ma senza aumento di organico; mancano le risorse necessarie e i pompieri possono aver difficoltà nel garantire soccorso se si dovessero verificare più criticità”.
La Giunta Regionale ligure ha deliberato un contributo per il Corpo dei Vigili del Fuoco secondo modalità previste dalla convenzione che regola lo svolgimento delle attività connesse al contrasto degli incendi boschivi, ma la somma di 2.400.000 euro, subito stanziata, distribuita su tre anni (750.000 nel 2017, 800.000 nel 2018 e 850.000 nel 2019), si è rivelata insufficiente, decisamente ridotta rispetto a quella impegnata da altre regioni, dato che non tiene conto come la Regione Liguria abbia una superficie boscata tra le più vaste del territorio nazionale; in particolare la provincia di Savona ha il 64% della sua superficie occupata dai boschi (la media nazionale è del 29%) e il dissesto idrogeologico, come tutti sanno, è molto preoccupante.
Per il triennio 2020-2022 la Regione Liguria ha assegnato ai Vigili del Fuoco un contributo di 1.500.000 euro per coordinare le opere di spegnimento .
La Regione Toscana dispone di 600 mezzi, può contare su 4200 volontari AIB e la dotazione economica nell’ultimo triennio è stata di 9.950.000 euro.
La crisi climatica, caratterizzata da aumento delle temperature e siccità, ha un ruolo decisivo nel fenomeno degli incendi che, innescati al 99% da mano criminale o incosciente, si diffondono con più facilità. La situazione è critica ovunque, il dramma della Sardegna è oggi sotto gli occhi di tutti.
La riorganizzazione dell’intero sistema antincendio, dopo la sciagurata abolizione del “Corpo Forestale dello Stato”, è stata impegnativa e comunque non ancora risolta: il controllo del territorio e la gestione degli aerei richiederebbero nuovi e adeguati mezzi di finanziamento, mentre da un comunicato di “Federparchi” apprendiamo che i fondi già stanziati (80 milioni di euro) per il programma”Parchi per il clima” e nella disponibilità del “Ministero per la Transizione Ecologica”, sono stati improvvisamente dirottati nel fondo destinato al contenimento degli aumenti delle bollette energetiche.
Non si poteva attingere ad altri capitoli? Perchè mettere ulteriormente in crisi l’organizzazione dei Parchi italiani che hanno una tradizione consolidata nella vigilanza antincendio boschivo?
Oggi, con lo stato di “grave pericolosità incendi boschivi”, tutti i Comuni savonesi dovrebbero stampare e far affiggere nelle zone più a rischio degli avvisi che indichino non solo le norme di comportamento corretto (non accendere fuochi o motori a scoppio in prossimità dei boschi, ecc.) ma anche le sanzioni conseguenti: “chi provoca l’ incendio di un bosco viene condannato alla reclusione da quattro a dieci anni e se l’incendio è causato per colpa (quando si dice che il fuoco è “inavvertitamente sfuggito al controllo” o “scappato”) la reclusione va da uno a cinque anni”.
Ritornando al problema del “Corpo Forestale dello Stato”, soppresso illegittimamente dal governo Renzi, secondo Angelo Bonelli (oggi nuovo co-portavoce nazionale di Europa Verde- Verdi) “il decreto Madia del 2016 ha lasciato un grande vuoto dal punto di vista del presidio del territorio, della tutela dei boschi e della biodiversità. Si ritiene necessario il ripristino del “Corpo Forestale dello Stato” in una visione nuova, al passo con i tempi e le problematiche attuali”.
Un fatto nuovo apre alla speranza che le circa 7500 ex-Guardie Forestali possano finalmente tornare allo status giuridico precedente, reinserendosi nei programmi operativi del “Ministero delle Politiche Agricole e Forestali”.
L’ ottimismo deriva dal pronunciamento dell’ “Avvocatura dello Stato” che, relativamente alla militarizzazione forzata del “Corpo Forestale”, ha dichiarato come il provvedimento abbia clamorosamente violato la “Convenzione europea dei diritti dell’uomo” e quindi sia possibile annullare una delle norme più criticate, inutili e dannose del “rottamatore” Renzi.
Nel 2016, con il suo decreto, 6400 Guardie Forestali passarono all’Arma dei Carabinieri, 350 ai Vigili del Fuoco, 125 alla Polizia di Stato, 45 alla Guardia di Finanza e circa 600 furono collocate in mobilità e destinate alle Amministrazioni che avevano bisogno di personale. Ci sono petizioni e raccolte di firme di tanti cittadini che ritengono necessario il ripristino e il potenziamento del “Corpo Forestale”, una risorsa della nostra Repubblica con origini antiche (istituito nel 1822 nell’allora Regno di Sardegna).
L’Arma dei Carabinieri venne fondata prima, nel 1814, sempre sotto il Regno di Sardegna, con funzioni completamente diverse.
Il “Corpo Forestale” venne addestrato nella difesa del patrimonio boschivo, nella tutela dell’ambiente, del paesaggio e per la sicurezza della filiera agro-alimentare; per questo oggi è necessaria una sua nuova rinascita in collaborazione stretta con “Vigili del Fuoco” e “Volontari AIB”; una sinergia importante per limitare i danni alle persone e all’ambiente.
Il “Corpo Forestale” può tornare ad esercitare una fondamentale opera di prevenzione, coordinamento e controllo del territorio. L’incendio boschivo può causare tragedie umane e danni ambientali gravissimi. Oltre alla distruzione del patrimonio vegetale, il fuoco fa strage di animali selvatici e domestici, indebolisce i versanti con conseguente dissesto idrogeologico e ricadute negative su tutte le attività economiche. Grande è la nostra responsabilità verso le generazioni future.
Gabriello Castellazzi* – Europa Verde-Verdi della provincia di Savona