A Savona nella zona cosiddetta di San Michele proprio a ridosso dello storico quartiere delle Fornaci si trova la piccola omonima cappella. Si tratta di una piccola chiesa sconsacrata e di proprietà privata.
di Danilo Bruno
Essa viene fatta risalire al secolo XVII in stile barocco con una pianta ottagonale e prebisterio addossato su un lato opposto all’ingresso mentre sul lato destro si trova un piccolo campanile.
La chiesa fino a parecchi anni fa era adibita a sede di mostre e di attività culturali ma purtroppo dopo un importante recupero esterno è stata tristemente chiusa e rimane ormai al proprio triste destino di area spartitraffico della zona a cui è stata ridotta anche dalle costruzioni succedutesi nel dopoguerra.
Che fare ora?
Io credo che, se ancora esistessero le circoscrizioni o comunque se nascessero forme di autogoverno nei quartieri, come era successo in una importante stagione politica e sociale a Savona, la possibile valorizzazione di un simile piccolo monumento potrebbe divenire l’oggetto di una importante discussione collettiva sempre che la proprietà sia disponibile a cederla in comodato alla collettività.
Io vorrei proporre alcune suggestioni solo per dimostrare come una piccola chiesa se opportunamente tutelata e conseguentemente valorizzata possa divenire una importante occasione per la crescita collettiva di una comunità.
In primo luogo si potrebbe pensare all’uso più semplice ma di estrema importanza ovvero spazio espositivo per artisti locali e non solo intendendo il concetto in senso lato e quindi pittori, scultori, fotografi,…pensando più che ad una valorizzazione dell’intera opera di un artista a esposizioni legate ad un aspetto o a operazioni di contemplazione magari di una singola opera ( es. portare qualche opera in deposito nei musei civici e metterle in mostra per un periodo limitato allo scopo di farle conoscere maggiormente).
In secondo si potrebbe pensare ad un punto di partenza per visite guidate all’arte cittadina. Io penso al barocco ma anche al liberty.
Savona,come ne ho già scritto, ha tutte le carte in regola per esprimere la propria valenza culturale e quindi la piccola chiesa potrebbe diventare un punto di partenza fra il centro e Villa Zanelli, opportunamente non privatizzata.
In terzo luogo si potrebbe pensare ad un ufficio legato ad attività per il territorio (maggiordomo di quartiere se si estendesse questa importante iniziativa, portierato sociale e di comunità,…) , che permetta di sviluppare attività sociali inclusive per la comunità.
Come si vede io ho messo giù solo alcune idee perché credo che debba essere la collettività delle Fornaci ad esprimere una possibile utilizzazione della piccola chiesetta allo scopo di riaprirla all’uso pubblico mentre è compito del Comune in una logica sussidiaria orizzontale provinciale.
Danilo Bruno