“Basta aggressioni da parte di cani non opportunamente addestrati, lasciati completamente liberi di agire! Oggi l’ennesimo episodio a 300 m. dalla Malga Binda, arrivando in mtb dal Colle delle Salse. Siamo dovuti tornare indietro al Colle, scendendo poi sulla strada asfaltata. Se non interferisco con mandrie e greggi, percorro un sentiero o una strada pubblici, per di più segnalati da pannelli informativi, ho il sacrosanto diritto di non essere aggredito da cani. Ormai capita quasi ad ogni uscita, forse è il caso di dire basta!”
Una denuncia clamorosa via social con nomi e cognomi, come è corretto prendersi le proprie responsabilità, il coraggio a testimoniare senza l’anonimato. E’ Claudio Rigano a dare ‘fiato alla protesta’ sulla pagina Facebook di Sei ‘Praticamente Di Monesi se” con 2639 membri…. E c’è chi come Nicoletta Nante, imperiese, osserva: Se ci sono problemi solo in quella zona lì è di tutta evidenza che il padrone dei cani li ha addestrati in un certo modo. I cani da pastore sono intelligenti e non aggrediscono senza motivo, a meno che non siano stati maltrattati e mal educati.” Ma a quanto si legge pare sia una realtà (o se volete stato di pericolo prima che accada il peggio) abbastanza diffusa tra gli alpeggi delle Alpi Liguri. E nel mirino ci sono gli ultimi pastori resilienti delle nostre montagne
Trucioli.it che è anche ‘montanaro’ con oltre ⁰53 anni di professione, con il suo vecchio cronista che a 7 anni accudiva ora le mucche, ora il gregge sui monti di Monesi e nelle malghe che i navigatori di Facebook citano ( e siamo rimasti 5 mendaighini in vita che da ragazzini si viveva l’estate nei tecci, poi comprati dai signori villeggianti della Riviera e della città); Trucioli.it ha sentito via cellulare Aldo Lo Manto, siciliano albenganese: aveva i pantaloncini corti quando papà gli affidava il pascolo, a Bastia in inverno, d’estate sui monti liguri e cuneesi, fino alle Navette.
Domanda a Lo Manto: hai letto cosa scrivono dei cani di guardia al gregge sempre più pericolosi ? Un malumore che sale, che bolle, c’è chi teme possa accadere qualche malaugurata disgrazia. “No grazie, non ho tempo a leggere, una vita sempre più da bestie, non si trovano più operai, neppure extracomunitari….vengono una settimana e poi via…I maremmani sono la nostra unica salvezza a difesa della mandria e del gregge, siamo di fatto obbligati e resta ormai l’unico deterrente anche se a volte non basta neppure. Come non servono più i recinti a protezione sicura contro i lupi affamati”.
La Regione Piemonte fa ricorso a cartelli e che trucioli.it ha fotografato in varie zone di alpeggio. Lo Manto: “Per la Regione Liguria, non mi interessa il colore politico, i pastori non esistono, se non nei comunicati stampa; parlo di esperienza personale. Io stesso ho provveduto a mettere dei cartelli, però c’è qualcuno e forse immagino chi provvede a rimuoverli o danneggiarli. Qui ci sono pastori del cuneese, uno di Moano, ci sono io con oltre 1200 capi, tra pecore, capre e mucche; purtroppo sono il maggiore pastore della Liguria ormai da anni. Non mi diverto e non ci divertiamo: fare oggi il pastore è assai peggio di ieri, non solo per tutte le incombenze burocratiche, per la vergognosa concorrenza sui prezzi e la gente non capisce tra la genuinità e la lavorazione industriale spacciata spesso per artigianale. Se i nostri maremmani sono diventati il problema numero uno di Monesi vuol dire che tutti gli altri sono meno importanti e sono in via di soluzione. Si faccia allora una bella campagna a suon di proteste sui social, una petizione affinchè siano installati cartelli di ‘attenti al cane da pastore’ nelle zone più frequentate dai turisti. Beati loro ! Se poi c’è qualcuno che si offre a darmi una mano come malgaro e non gratis, messo in regola, prometto che mi impegno a fargli un monumento…proprio quassù…ora devo correre, c’è l’avvocato che mi aspetta, tanto per cambiare…..”
COMMENTI E REAZIONI SULLO STESSO SITO INTERNET –
Tiziana Schenardi incalza e testimonia: Addirittura io sono stata aggredita passando in auto vicino a Prati Piani da un branco di ben 10 tra maremmani ed altri di grossa taglia! Ho telefonato ad agenti Forestali ….
Alessio Armelio: A me succede tutte le volte che vado in moto su sterrati (permessi) della medesima zona.
Frae Salvini: Bisogna trovare un modo per convivere .. penso che i pascoli possano trovare valide alternative anche senza avvicinarsi ai sentieri. Una volta non siamo potuti salire sul Bertrand passando dalla Monesi – Limone, un’altra volta addirittura il pastore non ci ha fatto avvicinare alla Madonna dei Cancelli perché avevamo i cani (ovviamente al guinzaglio)… mi ricordo che da piccola ci andavamo a fare i pic nic.. non so … In altri posti mi sembra che le due cose convivano senza problemi e soprattutto senza mettere in pericolo nessuno .. mi sbaglio ? Ormai sta diventando ingestibile la cosa… a noi una guardia forestale, che abbiamo incrociato ci ha detto o di aspettare il ritorno del pastore o provare a passare comunque .. se vabbè ! Capisco le esigenze produttive ci mancherebbe ma certe “leggerezze” un proprietario di cani non se le può permettere
Claudio Rigano: penso di segnalare la cosa ai carabinieri, sono veramente stufo!! Ho 67 anni, giro per le montagne a piedi o in mtb da quando ero bambino. Mai avuto un problema con i cani da pastore. Da 5 o 6 anni sono diventati un incubo e mai mi sono permesso di avvicinarmi ad una mandria o un gregge. Aggrediscono apparentemente senza motivo.
Malina Siccardi: Perché è più semplice avere dieci cani testa di c. che pagare i contributi a un dipendente.
Giovanni Guidotti: I cani non sono teste di c..zo ma chi li addestra….anzi chi non li addestra.
Claudio Rigano a Guidotti: Conosco addestratore di cani che mi hanno spiegato chiaramente che un passaggio dell’addestramento consiste proprio nell’insegnare al cane cosa è realmente pericoloso per il gregge, non certo persone a piedi o in bicicletta. I miei nonni facevano esattamente quella vita dura. Ho passato l’infanzia in mezzo alle mucche, so di che cosa parlo. Qui si tratta solo di becero menefreghismo. Basterebbe addestrare i cani e trattarli meglio.
Nicola Dell’Erba: “Gravissimo e pericolosissimo problema cronico di Monesi, la Valle Arroscia, la Val Tanaro e chi più ne ha più ne metta! girando in bicicletta solo l’estate scorsa sono stato costretto ad affrontare il problema 12 volte… riunioni, tavoli, cabine di regia, investimenti, lavori per rilanciare l’entroterra e poi non si puó uscire di casa! La situazione è paradossale e NESSUNO interviene! Comunque il triste record spetta a malga Frontè con più di una decina di cani che non auguro a nessuno di incontrare…
E Marco Bruno: Mi si apre un mondo sentendo queste vostre notizie vissute. Ecco perché Monesi non potrà mai rinascere col turismo estivo. Chi gestisce e chi è padrone dei terreni probabilmente sta bene così ecco il perché di questi problemi”.
Gianni Fazio: I nostri monti per millenni sono stati la casa dei pastori ora osteggiati da turisti domenicali perché ci sono cani che attaccano se uno si avvicina ad un gregge. Lo sapete bene che con l’avvento del lupo i pastori per evitare attacchi alle greggi hanno dovuto prendere cani più difensivi, ma dovete farvi i vostri amati giretti e vorreste che fossero al guinzaglio oppure dei barboncini. Per favore questa gente non è lì per divertirsi ma lavora duro 365 giorni all’anno.
Giuseppe Gazzano: Quindi se uno ( che lavora anche lui magari) il fine settimana vuole farsi “un giretto” sui nostri amati monti secondo lei non può farlo in sicurezza. Non vorrei sbagliare ma direi che ci sono alcuni sentieri la cui percorribilità non può essere preclusa per legge e anzi direi che debba essere tutelata. Poi sa, non sono solo i pastori, con tutto il rispetto che porto loro, a lavorare 365 giorni all’anno e magari anche qualcun altro ha diritto di godere di un po’ di aria buona. Veramente interessante la sua teoria.
Marchiani: E sarebbe anche ora di smetterla coi pastori che per millenni, ma direi molto meno, hanno vissuto sui nostri monti come fosse una reliquia sacra e intoccabile. E non mi risulta che millenni or sono di andasse sugli sci. L’attualità ci dice di una situazione grave riguardo Monesi non certo per colpa dei pastori che hanno diritto ma per una causa più profonda. Ma la faccenda dei cani comincia ad essere pesante e potrebbe scapparci una disgrazia, pensiamoci. Il quadro idilliaco di gloriosi pastori nell’antichità oggi fa ridere dato il cambiamento della pastorizia che comunque va salvaguardata.
Paolo Orsetti: Sono stato aggredito da 6 cani al mio passaggio in moto sulla strada al bivio di passo Tanarello….pecore e capre disseminate sopra e sotto la strada stessa e quindi ovvio il comportamento dei cani senza intervento del pastore presente. Ora è vero che i pastori pagano un affitto (a privati per altro), ma è altrettanto vero che potrebbero fare in modo di tenere le greggi in posizioni meno pericolose. Il lupo è rarissimo che attacchi in pieno giorno e in ambienti così aperti, quindi prima che con bambini e/o adulti ci scappi la tragedia, è ovvio si debba istruire cani e padroni a lasciare la montagna alla fruizione di tutti.
Luca Montanari: Da ciclista…I maremmani liberi dei pastori sono davvero un pericolo. Non tutti, ma alcuni pastori non li educano e li lasciano allo sbaraglio. Per fortuna non mi sono mai capitati episodi brutti in quota, i peggiori di tutti sono sopra Lucinasco: tra la cresta del monte dei prati e la stalla sopra al laghetto. In due anni mi avranno fatto tornare indietro di corsa almeno 5 volte. Alcuni portano lo spray al peperoncino per le emergenze. Però certe cose non dovrebbero accadere, finchè qualcuno non si fa male sul serio.
Marco Garibaldi: Comunque vero è che nessun cane “nasce” aggressivo ma lo diventa se lo si addestra in quella direzione. I pastori dovrebbero coccolarli un pò di più ed insegnargli ad essere mansueti con le persone e “decisi” con i lupi.
Marzia Martini risponde a Garibaldi: I veri pastori – e io ho avuto la fortuna di conoscerne uno e ho constatato – dopo il bestiame accudiscono i loro cani prima ancora di loro stessi. Le parole di Mario: PRIMA MANGIANO I MIEI CANI COSÌ SI VANNO A RIPOSARE E DOMANI SONO IN FORMA. POI COSÌ MANGIO TRANQUILLO ANCHE IO. LORO SONO I MIEI SOCI!
Marchiani: “……… Se vogliamo difendere la montagna dobbiamo agire secondo legge. Per gli allevamenti vi sono territori stabiliti.
Gianni Sbriscia: Alla luce di tutte queste reazioni è più chiaro il quadro generale. La difesa ad oltranza dell’attività dei malgari (mascherata da conservazione del territorio) vs sviluppo turistico è l’evidenza di una concessione totale dell’area a personaggi che la gestiscono come una proprietà privata in barba a diritti di passaggio e alle più elementari norme di sicurezza. Legittimo quindi segnalare sempre e costantemente ogni abuso alle autorità che facciano sentire la propria presenza a difesa dei diritti di tutti. In alternativa si chiude l’acceso sostenendo in toto le spese della viabilità (per i malgari) e la messa in sicurezza della montagna perché non frani sui manufatti pubblici e privati a valle. L’accesso alla Monesi -Limone si fa dalle Salse in territorio Cuneese e si lascia che “per amore” Monesi muoia definitivamente.